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Nel ricordo e nel nome di tutte le vittime

par Peppe Sini

Publie le martedì 18 ottobre 2011 par Peppe Sini - Open-Publishing

NEL RICORDO E NEL NOME DI TUTTE LE VITTIME FACCIAMO DIVENTARE IL 4 NOVEMBRE UNA GIORNATA NAZIONALE CONTRO TUTTE LE GUERRE E TUTTE LE UCCISIONI

L’iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" che si svolgera’ il 4 novembre 2011 in varie citta’ d’Italia - e speriamo che si riesca a realizzarla almeno in tutti i capoluoghi di provincia - si propone due obiettivi, uno immediato e uno di medio periodo.

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Quello immediato: essendo evidente l’assurdita’ che a commemorare le vittime della guerra siano i poteri della guerra responsabili e le strutture della guerra esecutrici che quelle vittime hanno assassinato, ovvero l’ignominia che il carnefice pretenda di abusar del cadavere della sua stessa vittima; con l’iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" le persone amiche della nonviolenza ricordano le vittime della guerra onorandole con una sincera solidarieta’ fondata sulla verita’: quegli esseri umani sono stati uccisi, nessun essere umano deve essere ucciso. Con cio’ ponendo una questione cruciale, convocando a un dovere ineludibile: l’unico modo per onorare la memoria delle vittime e’ far cessare le uccisioni; l’unico modo di rendere omaggio alle persone che la guerra estinse, e’ opporsi alla guerra.

Cosicche’ questa iniziativa di memoria e’ un’iniziativa di immediato impegno morale e civile, educativo e politico: il 4 novembre la nonviolenza che salva le vite si contrappone al militarismo assassino strappandogli la maschera e denunciandone ad un tempo i crimini e la menzogna.

E nel ricordo ed in nome delle vittime la nonviolenza promuove l’opposizione alla guerra e alle uccisioni, a tutte le guerre ed a tutte le uccisioni, cosi’ realizzando il compito consegnato all’umanita’ fin dal preambolo della Carta delle Nazioni Unite e dall’intera Dichiarazione universale dei diritti umani; cosi’ adempiendo il dovere stabilito dai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.

Questo impegno, qui ed ora, significa cose chiare e concrete, e precisamente: che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e’ concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita’ e i diritti di tutti gli esseri umani.

Nelle silenziose, austere, rigorose commemorazioni delle vittime della guerra che le persone amiche della nonviolenza realizzeranno il 4 novembre vi e’ questo appello alle coscienze, questa forza della verita’, questo inveramento del principio fondante la civilta’ umana: tu non uccidere.

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Nel medio periodo, ripetendo e moltiplicando anno dopo anno le commemorazioni nonviolente, vogliamo togliere il 4 novembre dalle grinfie della menzognera e sciagurata propaganda militarista, nazionalista, sciovinista, e farlo divenire finalmente, questo giorno anniversario della fine dell’"inutile strage" della prima guerra mondiale, un giorno di memoria delle vittime, un giorno di lotta contro la guerra, un giorno di impegno per la vita, la dignita’ e i diritti di tutti gli esseri umani.

Come possiamo riuscirci? Semplicemente con la forza dell’esempio, realizzando le nostre commemorazioni nel modo piu’ semplice e piu’ rigoroso: autentico, veritiero. Ogni persona che ne verra’ a conoscenza, e che confrontera’ la silente e addolorata commemorazione nonviolenta delle vittime, con il fracasso della tronfia ed ebbra o algida e meccanica idolatria della guerra da parte dei poteri assassini e delle macchine belliche, sapra’ cogliere il messaggio.

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E nel lungo periodo? - chiede il solito quidam de populo.

Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’.

Peppe Sini

responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e’ in cammino"

Viterbo, 18 ottobre 2011