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New Orleans: (quasi) solo i poveri le vittime
Publie le mercoledì 7 settembre 2005 par Open-Publishingdi Manuela Raffatellu
Nel maggio 2004 sono stata a New Orleans per un congresso. Siamo partiti in cinque dal Texas con un minivan.
Appena oltrepassato il confine Texas-Louisiana, la Interstate 10 diventa una strada abbandonata, e dai sobbalzi che facevamo in macchina ci sembrava di essere a cavallo. Mi e’ stato spiegato che le infrastrutture della Louisiana sono da Paesi in via di sviluppo per via della legge sul consumo di alcolici.
Come saprai, in America c’e’ il divieto assoluto di consumo di alcolici sino ai 21 anni di eta’. Il limite in precedenza era 18 anni in molti Stati, ma il governo anni fa decise di tagliare i fondi federali agli Stati che non avessero alzato il limite di eta’. La Louisiana rimase a lungo piu’ permissiva, e quindi si trovo’ sprovvista dei fondi federali necessari per il miglioramento delle infrastrutture.
Purtroppo solo adesso, credo, il governo tirera’ fuori i soldi... e non si puo’ nemmeno dire meglio tardi che mai. La New Orleans dei turisti e’ molto affascinante, ma e’ soltanto una via, Bourbon street, e un quartiere, quello francese. Per il resto e’ una citta’ maleodorante di urina, con una poverta’ che fa paura e di cui si parla poco. Io ho attraversato in macchina quartieri malfamati, distanti due incroci da Bourbon street. In questi quartieri c’e’ estrema poverta’, sporcizia, delinquenza.
Non credo che i morti siano tra gli americani che hanno gli SUV e la Cnn a casa. I morti sono tra i piu’ poveri, tra quelli che non hanno nemmeno una macchina scassata e non sono potuti andare da nessuna parte, perche’ in America, specie al Sud, praticamente non ci sono altri mezzi di trasporto. L’uragano e’ stato previsto, ma l’invito a lasciare New Orleans e’ stato accolto solo da chi ha potuto permettersi economicamente di farlo.
Gli altri sono rimasti nella giungla, come si puo’ capire da quello che sta succedendo in questi giorni. Anche in questo caso, chi sta piangendo di piu’ sono i piu’ poveri. E comunque anche il cittadino medio che ha salvato la vita ma ha perso la casa e tutto quello che aveva merita la nostra solidarieta’.
Qui si prevede gia’ che le assicurazioni non risarciranno piu’ di tanto, al massimo daranno un contributo. La solidarieta’ americana e’ forte. Mi auguro che New Orleans si rialzi e che il governo americano si interessi di questi poveri derelitti, che adesso hanno ancora meno di prima. Saluti dalla California.
manuelar@yahoo.com




