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Notiziario delle lotte dei lavoratori 16-25/7/2005

Publie le martedì 26 luglio 2005 par Open-Publishing

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* Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 16-25/07/05 *
* http:\it.geocities.comverbanoarchivilc07_05.htm *
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SOMMARIO: Trasporto pubblico, Alitalia, Vitruvit, Appalti telefonici,
Alimentaristi, Istat, Ford, Petrolchimico, Eternit, Fiat Termoli, Atesia,
Poste, Ferrovie, Alnuatel, Stazione di servizio, Matelica, Stm, Magnetto,
Lamier sud, Alfa

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16 luglio 2005

SCIOPERO AUTOFERROTRANVIERI http://www.ilmanifesto.it/

Per una volta sono tutti d’accordo: aziende, sindacati, media e utenti. Lo
sciopero degli autoferrotranvieri in difesa dell’indennità di malattia è
perfettamente riuscito. Il governo tace oppure parla solo attraverso qualche
sottosegretario in vena di farsi notare. L’unanimità era peraltro doverosa,
davanti a percentuali di astensione dal lavoro che in numerose città - a
cominciare dalle più popolate - ha raggiunto il 100% e quasi dovunque almeno
il 90. Persino l’Asstra, l’associazione che riunisce le aziende pubbliche
del trasporto locale, riconosce che "l’adesione molto alta dei lavoratori
non coglie di sorpresa", ma si ostina a chiedere ai lavoratori di "prendere
atto che l’ultima proposta fatta la tavolo negoziale per la copertura della
malattia" è "in linea con quella assicurata in altri settori", anzi
"addirittura migliore". Il governo da diversi anni ha bloccato il contributo
al trasporto pubblico locale (mediante trasferimenti dai ricavi delle accise
sulla benzina agli enti locali) su una cifra fissa, che non tiene conto
neppure dell’inflazione, figurarsi dell’aumento dei costi generali (mezzi,
manutenzione, costo del lavoro, ecc). Per rimediare qualche soldo in più,
dunque, gli "pseudo-manager" delle aziende ex municipalizzate non hanno
trovato di meglio che lasciar marcire i problemi e soffiare sul fuoco del
conflitto sociale per stimolare' il governo a trovare i soldi per coprire la differenza. In più si sono aggiunte due pensate del governo: a) ha modificato la legge equiparando il trattamento Inps per l'indennizzo del periodo di malattia a quello dei lavoratori dell'industria, b) ha tagliato, nell'ultima finanziaria, 35 dei 240 milioni di euro con cui aveva garantito la copertura del costo del contratto 2004. Dal 1 luglio, di fatto, i tranvieri non percepiscono più l'intera paga per i giorni di malattia successivi al terzo, a meno che l'azienda locale non rientri tra quelle "ricche" (poche). Con la conseguenza che spesso, ormai, ci sono alla guida dei mezzi pubblici autisti ancora non completamente guariti (alla faccia della sicurezza di utenti, passanti e automobilisti). Le aziende dichiarano che la vecchia normativa sulla malattia, se mantenuta, comporterebbe un aggravio di 80 milioni di euro l'anno; i sindacati hanno fatto una proposta che ridurrebbe il differenziale a 24 milioni. 19 luglio 2005 ALITALIA: SCIOPERO http://www.ilmanifesto.it/ Cento voli cancellati, ritardi e 10 mila passeggeri a terra: gli assistenti di volo Alitalia ieri hanno aderito in massa allo sciopero indetto dal Sult, il sindacato di maggioranza tra le hostess e gli steward della compagnia di bandiera (tra il 35% e il 40% di iscritti, più della somma dei confederali). L'astensione dal lavoro è stata di 24 ore, ad eccezione delle due fasce protette (7-10 e 18-21). Dopo le 18, informa il sindacato, i voli cancellati erano già 100, mentre si ingrossavano le file di viaggiatori in attesa nei maggiori scali, da Fiumicino a Linate. Diversi aerei sarebbero potuti partire solo grazie al ricorso massiccio al personale precario: "Hanno assunto ad hoc 100 lavoratori stagionali - denuncia Fabrizio Tomaselli, segreteria nazionale Sult - Fanno parte del bacino cui l'agenda attinge periodicamente, ma se avessero rispettato i tempi normali di ricambio, li avrebbero dovuti mettere in turno da inizio agosto. Quest'anno, invece, hanno anticipato al 18 luglio". Su circa 4 mila assistenti di volo, gli stagionali sono costantemente tra i 500 e gli 800, assunti a rotazione da un bacino di complessivi 1000-1200 addetti. Molti di loro lavorano per Alitalia, a singhiozzo, da 7-8 anni. In caso di sciopero, essendo più ricattabili, risultano utilissimi. Quanto ai motivi dello sciopero, il Sult spiega che viene contestato l'inasprirsi delle condizioni di lavoro. Al peggioramento di orari e riposi, come se non bastasse, ci si è aggiunta anche la "crudeltà del lettino", in questo caso scelta unilaterale dell'azienda, avversata da tutte le sigle: in passato i voli intercontinentali avevano dei lettini orizzontali per il riposo dell'equipaggio. Per una-due ore, a turno, steward e hostess potevano stendersi a riposare. Oggi le brandine sono state soppresse: per fare posto a un numero maggiore di sedili, da vendere. Fino a un anno fa, almeno, veniva offerta una compensazione sotto forma di giorni di riposo o di denaro: magra consolazione, ma negli ultimi mesi è saltata anche quella. VITRUVIT http://www.ilmanifesto.it/ Sono in assemblea permanente da 21 giorni gli oltre 50 lavoratori della Ceramica Vitruvit di Civita Castellana (Viterbo). E ieri mattina hanno deciso di continuare lo stato di agitazione a sostegno della vertenza che, da due mesi a questa parte, li vede coinvolti. La mobilitazione alle Ceramiche Vitruvit (azienda che produce articoli igienico sanitari) ha inizio lo scorso 28 giugno, come manifestazione di solidarietà nei confronti di dieci dipendenti a rischio di trasferimento, e frutto dell'ennesimo rifiuto dei vertici di ritirare il piano di cessione di ramo d'azienda. A fine di maggio, tramite lettera, l'azienda svela l'arcano e comunica di volere procedere alla cessione di ramo d'azienda. A chi? Alla Ditta Artè consulenze. Una società creata nel 2004 che, per costituzione, non può svolgere attività di produzione, e, come capitale sociale, dispone di 11 mila euro, il minimo previsto per legge. Senza contare che - denuncia la Filcea - l'attività di quei 10 operai non costituisce un "ramo d'azienda" ma è parte integrante dell'intera attività produttiva. Il 27 giugno i vertici aziendali rifiutano la marcia indietro chiesta dal sindacato e i lavoratori dichiarano, a partire dal giorno successivo, l'inizio dello stato di agitazione. Ieri, giorno in cui la cessione avrebbe dovuto avere inizio, i lavoratori hanno confermato lo stato di mobilitazione. 21 luglio 2005 APPALTI TELEFONICI: SCIOPERO NEL LAZIO http://www.ilmanifesto.it/ I lavoratori degli appalti telefonici del Lazio hanno scioperato per denunciare la gravi condizioni del settore: un mondo permeato di illegalità, e un uso spregiudicato da parte delle aziende (e quindi della monopolista Telecom) del subappalto e del lavoro nero. Anche quando gli investimenti crescono come nel caso di Telecom non si ferma la logica al ribasso. Storie di chiusure di stabilimenti (come Sielte e Ght a Roma, due aziende che lavorano in appalto per Telecom). Di cassa integrazione o di procedure di mobilità avviate da una parte, mentre dall'altra si subappalta per ridurre i costi. Come alla Mazzoni Spa (1500 operai), che lavora su commessa Telecom a Roma e dal 2000 - raccontano i lavoratori dei Cobas - si avvale di una mole di "manodopera esterna" (imprese subappaltatrici) sostituendo il proprio organico a suon di cassa integrazione e ferie forzate. 22 luglio 2005 ALIMENTARISTI: SCIOPERO PER IL CONTRATTO http://www.ilmanifesto.it/ E' il primo sciopero dei lavoratori delle industrie alimentari dopo 15 anni: per la giornata di oggi i sindacati hanno deciso uno stop di 8 ore; si fermeranno dunque multinazionali note come Barilla, Nestlè, Ferrero, Unilever, che sfornano pasta, biscotti e merendine a tutto spiano, ma sono tiratissime rispetto ai propri dipendenti. Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno chiesto un aumento salariale di 106 euro, mentre le aziende offrono poco più della metà: 63 euro. Il contratto è scaduto il 31 maggio scorso, e dopo aver verificato l'impossibilità di giungere a un accordo i sindacati hanno deciso di andare allo sciopero. A partire da venerdì hanno effettuato il blocco totale della flessibilità, degli straordinari, delle mobilità e delle prestazioni aggiuntive. Le mobilitazioni degli alimentaristi per il salario - 400 mila gli addetti in tutta Italia - si incrociano con quelle di altre categorie al rinnovo, come i metalmeccanici e le telecomunicazioni, tutti tavoli che la Confindustria tiene bloccati perché non vuole cedere, in attesa magari di cambiare le regole in corsa. Federalimentare è certamente messa sotto pressione da Confindustria, che ha ordinato una stretta su tutti i contratti, a partire da quello dei metalmeccanici. 23 luglio 2005 ISTAT: SCIOPERO http://www.ilmanifesto.it/ Martedì 26 sciopero nazionale dei lavoratori Istat contro le politiche adottate dall'istituto. Il 20 luglio, per mettere fine a una protesta di dipendenti e precari, la dirigenza ha addirittura chiamato le forze dell'ordine. Lo sciopero, indetto da Cgil, Uil e dal Coordinamento precari, mira a contrastare le esternalizzazioni del servizio rilevamento forze lavoro (il "Fol"), affidato oggi a oltre 300 cococò. Appuntamento a Roma, palazzo Vidoni, martedì mattina, per il sit dei lavoratori. FORD: 10.500 IMPIEGATI DA LICENZIARE http://www.ilmanifesto.it/ Il colosso automobilistico americano Ford potrebbe tagliare almeno un terzo del suo staff amministrativo in pochi anni. È quanto riporta il Wall Street Journal, precisando che il taglio dei colletti bianchi significherebbe una riduzione di 10.500 dipendenti su 35.000. Il secondo maggior costruttore di auto degli Stati Uniti - ricorda il quotidiano americano - ha perso quote di mercato in Usa a favore delle giapponesi Toyota e Nissan. Lo scorso 21 giugno la Ford aveva annunciato un piano diretto alla riduzione del 5% (1.700 dipendenti) delle sue attività in Nord America. PRIOLO: SCIOPERO AL PETROLCHIMICO http://www.ilmanifesto.it/ Secondo Cigl, Cisl, Uil "lo sciopero alle produzioni di questo pomeriggio nel polo petrolchimico di Priolo è pienamente riuscito". I lavoratori, pur in presenza della convocazione a Palazzo Chigi, hanno ritenuto di confermare l'iniziativa». L'agitazione è andata avanti fino alle 22 e ha costretto gli impianti del polo petrolchimico di Priolo a procedere al minimo tecnico, provocando il calo della produzione. "Se non ci sarà prospettata una situazione che si avvicini alla conclusione della vicenda la lotta sindacale si farà aspra e già da ora l'obiettivo sarà quello della fermata degli impianti a freddo, coinvolgeremo tutta la città e la zona industriale". ETERNIT: DISASTRO COLPOSO PER I DIRIGENTI Disastro doloso e omissione di cautele contro gli infortuni: con queste motivazioni la procura di Torino ha inviato tre avvisi di garanzia ai membri della multinazionale Eternit. Sono circa 1300, infatti, gli italiani, che dopo aver lavorato nell'azienda svizzera o nelle sue sedi distaccate, sono morte per delle malattie, come il mesotelioma o l'asbestosi, legate all'amianto. Secondo il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, l'amianto veniva impiegato anche al di fuori degli stabilimenti: per la lavorazione di strade, tetti, opere murarie nel cortili, spesso servendosi di materiale di scarto. Questo ha portato a una situazione di pericolo per la "pubblica incolumità": gli abitanti, infatti, sempre secondo la procura, non erano stati avvertiti dei rischi derivanti dall' esposizione al minerale-tossico. Il procedimento, avviato nel 2003 per chiarire le cause della morte di alcune decine di operai italiani, ha subito oggi una svolta. L'indagine, infatti, riguardava solo l'azienda che si trovava in Svizzera e i rappresentanti italiani di questa. Solo in un secondo momento i pubblici ministeri torinesi hanno voluto estendere i controlli anche alle filiali italiane e ai massimi vertici della multinazionale. Si è arrivati a studiare, così, i casi di 1.300 persone morte a partire dal 1970. E' prima volta che i fratelli Schmidhaeny, imprenditori svizzeri fra i più ricchi del mondo, vengono chiamati per l'interrogatorio. In Italia gli stabilimenti messi sotto accusa sono quelli di: Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Rubiera (Reggio Emilia), Bagnoli (Napoli). 24 luglio 2005 ATESIA: 4 LICENZIAMENTI http://www.ilmanifesto.it/ Quattro licenziamenti ad Atesia. E 800 "sospensioni dal servizio" per altrettanti lavoratori del call center. Per questi ultimi si parla di decisione motivata da ragioni "commerciali" (gli 800 erano addetti alla campagna "Tim out", attualmente finita), anche se il loro contratto era ancora in corso, per i quattro licenziati si tratta chiaramente di una ritorsione da parte dell'azienda. I quattro sono infatti membri del "Collettivo precari Atesia" che negli ultimi mesi hanno promosso scioperi - riusciti, con molto seguito tra i lavoratori - contro l'attuazione dell'accordo firmato tra azienda e sindacati confederali. In quell'accordo non c'era traccia della "stabilizzazione" richiesta da lavoratori che sono precari in azienda ormai da anni, ma spuntavano invece "i contratti di apprendistato e d'inserimento". Un'accettazione piena di quella legge 30, che la stessa Cgil - in altre categorie, come i metalmeccanici o gli alimentaristi - rifiuta e cerca di eliminare. Gli scioperi autorganizzati hanno ricevuto da un minimo del 50% di adesioni fino al 90%. Ma Nidil-Cgil, Cisl e Uil hanno affisso in bacheca - chiusa a chiave - un volantino che parla di "alcuniprezzolati’ da Atesia,
infiltrati con lo scopo di creare caos e darle la scusa per non trattare con
le OO.SS". Una "voce" oltretutto attribuita a non meglio specificati
"collaboratori", nel peggior stile tardo-stalinista. Tra i lavoratori
licenziati e non, lo stupore è certamente minore, visto che le polemiche tra
organizzazioni sindacali in Atesia hanno ormai una lunga storia. E il
volantino è comparso proprio la mattina che l’azienda provvedeva ai
licenziamenti dei quattro.
I quattro, venerdì mattina, hanno promosso un’agitazione contro gli 800
"allontanamenti", così come era avvenuto molte altre volte. Trattandosi
formalmente di collaboratori, la sospensione del lavoro avviene tramite la
"messa in pausa" individuale. E in questo senso stavano sollecitando gli
altri lavoratori. La lettera di licenziamento inviata ai quattro dice che
"Ella è stata notata dagli assistenti di sala (altra ipocrisia per
"controllori") mentre disturbava i suoi colleghi" e "li esortava
ripetutamente a sospendere l’attività lavorativa per partecipare a
un’assemblea non autorizzata".

FIAT TERMOLI: SCIOPERO http://www.iltempo.it

L’astensione dal lavoro dichiarata dalle OO.SS. per il rinnovo del contratto
nazionale di lavoro ha raggiunto il 40 per cento di adesioni nel pomeriggio.
Il 10 per cento registrato durante il turno notturno e mattutino è
notevolmente aumentato dalle 14 in poi allorquando la percentuale ha subìto
una impennata. Si procederà ora verso le trattative di settembre con
Federmeccanica allorquando per far sentire forte e chiara la voce e le
ragioni dei lavoratori circa gli aumenti in busta paga in vista del rinnovo
del contratto nazionale di lavoro della categoria scaduto lo scorso anno.

POSTE DI CREMONA: TRATTATIVA SU ESUBERI http://www.laprovinciadicremona.it/

Continua martedì pomeriggio a Milano la trattativa tra sindacati e direzione
regionale di Poste Italiane sul piano di riorganizzazione che comporta 476
esuberi, 47 dei quali a Cremona. A Cremona, come del resto in molti altri
centri lombardi, i lavoratori considerati in esubero sono destinati al
trasferimento, a sostegno del grande centro di smistamento meccanizzato di
Peschiera Borromeo. Secondo il segretario provinciale di Slp Cisl Maurizio
Tassi dovrebbero invece essere impiegati per sanare le croniche carenza d’
organico dei settori recapito e sportelleria.

FERROVIE: SCIOPERO PER LA SICUREZZA http://it.biz.yahoo.com/

I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza hanno proclamato a partire
dalle 21 di domani, uno stop di 24 ore di tutto il personale ferroviario, al
di là della distinzione per sigle sindacali. Lo sciopero dei ferrovieri,
spiegano i lavoratori del settore, è stato proclamato per portare, o meglio
riportare, all’attenzione delle FS e del ministro delle Infrastrutture,
Pietro Lunardi, i problemi legati alla sicurezza ad oltre sette mesi
dall’incidente di Crevalcore. I rappresentanti per la sicurezza sono infatti
lo stesso gruppo che incrociò le braccia lo scorso 16 gennaio, cioé a pochi
giorni dal disastro ferroviario che costò la vita a 17 persone. Allora
l’adesione allo sciopero, ricordano i ferrovieri, fu di circa il 90%,
nonostante l’agitazione fosse stata proclamata in autonomia da Cgil, Cisl e
Uil e dalle altre segreterie dei sindacati di settore. La sicurezza è stata
al centro anche dello sciopero del 21 marzo scorso, ma nonostante questo,
lamentano i macchinisti, "le condizioni di viaggio dei treni italiani
restano immutate sia per la manutenzione che per le regole di circolazione".
Più in dettaglio, i ferrovieri chiedono "la revoca dei provvedimenti
disciplinari seguiti alla trasmissione televisiva Report" e difendono "il
rifiuto ad un solo macchinista con il cosiddetto ’uomo morto’, un pedale che
il macchinista dovrebbe manovrare continuamente durante tutta la durata del
viaggio".
Allo sciopero hanno già aderito Sult e Cub, ma l’adesione, spiegano ancora i
rappresentanti, dovrebbe essere trasversale e coinvolgere tutti i
lavoratori, da quelli direttamente addetti alla circolazione a quelli legati
alle cosiddette "attività strumentali", amministrative o burocratiche.
Lo stop durerà 24 ore, dalle 21 di lunedì alle 21 di martedì, intervallo di
tempo in cui ad essere garantiti dovrebbero essere solo i treni delle fasce
protette.

ALNUATEL http://ilmessaggero.caltanet.it/

È durato oltre cinque ore il confronto tra direzione dell’Alnuatel, le Rsu e
le segreterie territoriali di Cgil, Cisl, Uil per l’esame del piano
industriale presentato dalla Elettromontaggi, proprietaria dell’azienda di
Maratta. Poi la riunione è stata sospesa e aggiornata a giovedì prossimo,
sempre nella sede dell’Associazione degli industriali di Terni. I
rappresentanti dei lavoratori vogliono chiarimenti su altri punti del piano
presentato. Il problema riguarderebbe anche la presenza contemporanea di sei
aziende esterne a rete che operano autonomamente in modo settoriale per poi
dar vita, mediante assemblaggio, al prodotto finito. La garanzia che si
chiede è che gli attuali ll7 lavoratori dell’Alnuatel non subiscano
penalizzazioni da questa situazione.

STAZIONE SERVIZIO AUTOSTRADALE: 2 LICENZIATI
http://ilmessaggero.caltanet.it/

Il licenziamento di due donne alla stazione di servizio di Giove ha
scatenato le proteste dei colleghi. "I lavoratori dell’impianto autostradale
di Giove Ovest protestano fermamente di fronte ai licenziamenti di due
lavoratrici ritenendo tali licenziamenti assolutamente evitabili data la
carenza di personale in servizio, già denunciata anche in tempi recenti,
oggetto di reiterate preoccupazioni circa l’andamento dello sviluppo del
sito". "Abbiamo più volte segnalato la incongruità del personale in servizio
alle pompe di carburante presso codesta area anche e soprattutto rispetto
alle potenzialità dell’impianto sia in termini generali sia riguardo alla
qualità del servizio. In un quadro territoriale occupazione di grave crisi
dei vari settori produttivi".

MATELICA: ACCORDO http://ilmessaggero.caltanet.it/

La Confezioni di Matelica Spa (ex Lebole) e le rappresentanze sindacali dei
lavoratori degli stabilimenti di Matelica e di Settimo Torinese hanno
trovato e sottoscritto un accordo, che rappresenta un momento di vittoria
per la sede matelicese, per la quale l’azienda aveva previsto addirittura la
soppressione. Infatti, mentre lo stabilimento di Settimo Torinese ha
accettato ben tre procedimenti di mobilità, le maestranze di quello di
Matelica non si sono piegate anche per garantire il meglio dell’alta qualità
di capi firmati prodotti ed hanno difeso tutti i 245 posti di lavoro ed
anche il proprio quoziente di produttività (di 300 capi al mese). Un
successo che, in questi tempi di crisi generale ed in particolare del
settore del tessile, va sottolineato, considerato che a pochi chilometri di
distanza, in altre grandi ditte si parla di licenziamenti.
L’azienda ha confermato dunque il piano industriale presentato per il
triennio 2005-2007 accentando le modifiche discusse con le organizzazioni
sindacali che sono le seguenti: sostituzione dell’unità di taglio automatico
con una nuova macchina per una capacità produttiva di 30 capi al giorno, che
dovrà avvenire entro il prossimo mese di settembre; l’unità di confezione e
stiro garantirà le produzioni di alto contenuto; la produzione degli abiti
su misura (Smi), che è solo il dieci per cento del lavoro, sarà trasferita
nella sede di Settimo Torinese ma i lavoratori saranno riutilizzati nel
settore taglio; garanzia occupazionale dell’intera forza lavoro per l’intero
triennio, che terminerà pertanto a marzo del 2008. Il futuro, dopo tale data
è imprevedibile e la speranza sta nel rilancio.

STM: LICENZIAMENTI http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

Accade alla Stm, la costola dell’ex Amtab che adesso si occupa di gestione
dei parcheggi e del trasporto disabili. La società, che ha recentemente
assunto 119 persone del settore parcheggi, ha revocato l’appalto del
servizio di pulizia dei mezzi attualmente affidato alla società "La
Lucente". Da un lato assume, dall’altro genera nuovi disoccupati. La
decisione della Stm significherà il licenziamento per 15 lavoratori
attualmente impegnati nel servizio da oltre 18 anni. La spiegazione sta nel
fatto che il lavoro adesso sarà svolto in house, cioè da personale interno
alla stessa Stm. Nel settore dei servizi la legge non prevede ammortizzatori
sociali, quindi i dipendenti si ritroveranno senza stipendio. Sul punto
ocorre segnalare una recente sentenza della Corte di Cassazione (sezione
lavoro) che ha sancito un principio importante: la revoca dell’appalto non
comporta l’automatico licenziamento di un lavoratore. L’appalto del servizio
di pulizia costa all’azienda circa 250mila euro all’anno: ora dovrò
provvedere con personale interno. Un’azienda con dipendenti che lavorano al
di sotto del minimo contrattuale ha l’obbligo di agevolare il proprio
personale. Per questo abbiamo deciso di sopperire al servizio svolto in
appalto elevando da 25 a 30 ore settimanali i turni di 15 nostri dipendenti.

MAGNETTO: SCONGIURATI LICENZIAMENTI http://www.lagazzettadelmezzogiorno.i

L’ultima settimana si conclude con una buona notizia, almeno per una delle
23 fabbriche dell’indotto di San Nicola di Melfi. Alla Magnetto Automotive,
stabilimento che si occupa di stampaggio e assemblaggio di lamierati,
l’azienda ha presentato alle rappresentanze sindacali il piano industriale.
E ha siglato un verbale in cui si impegna a mantenere tutti i posti di
lavoro. I circa 150 operai, dunque, fra diretti ed indiretti, manterranno il
loro posto di lavoro. Il che, riporta il sereno in uno stabilimento in cui
nei mesi scorsi i lavoratori avevano manifestato più volte il timore che le
commesse della fabbrica non fossero sufficienti a mantenere i volumi
produttivi e gli attuali livelli occupazionali.

LAMIER SUD: SALVI I POSTI DI LAVORO http://ilmessaggero.caltanet.it

I 120 lavoratori della Lamier Sud, azienda dell’indotto Fiat di Cassino,
possono tirare un sospiro di sollievo. Il posto di lavoro è salvo. Ieri
sera, dopo due giorni di trattative, la proprietà ha sottoscritto un
contratto di fitto con la società Sfera che rileva azienda e lavoratori
garantendo la continuità produttiva e i posti di lavoro. L’intesa,
sottoscritta con i sindacati, è stata approvata dall’assemblea degli operai
che ha decretato il termine dello sciopero. La fabbrica riaprirà questa
mattina per recuperare la produzione persa giovedì e venerdi. La Fiat aveva
sospeso l’assemblaggio di Stilo e Croma e stessa cosa a Napoli l’Alfa Romeo.

ALFA: COBAS VINCONO IN TRIBUNALE http://ilmattino.caltanet.it/

Il sindacato Slai Cobas indice uno sciopero di mezz’ora nella Fiat Auto di
Pomigliano d’Arco, ma l’azienda mette tutti gli operai in libertà
invitandoli a lasciare il posto di lavoro e a tornare a casa. Lo Slai Cobas,
però, vince il ricorso presentato presso il giudice del lavoro di Nola con
cui era stato contestato il carattere antisindacale della condotta della
Fiat Auto di Pomigliano. L’episodio risale al 6 aprile scorso in occasione
dello sciopero indetto dal sindacato dalle 6 alle 6.30 per rivendicare "la
rivalutazione dell’indennità di mancata mensa, il ripristino dei cosiddetti
automatismi della contingenza, le sospensioni in cassa integrazione guadagni
straordinaria e la computabilità del tempo necessario a indossare gli
indumenti di lavoro nell’orario lavorativo". Il giudice del lavoro, Monica
Galante, ha accolto la domanda presentata dal sindacato di categoria
considerando illegittimo il contegno datoriale consistito nella sospensione
dell’attività lavorativa nel reparto di montaggio Alfa 147 di Pomigliano
d’Arco dalle 6.30 alle alle 14. E adesso il sindacato lavoratori
autorganizzati guidato da Antonio Tammaro chiede alla controparte la
corresponsione a ogni lavoratore della retribuzione relativa alla normale
giornata lavorativa, circa 70 euro. Una cifra che, secondo il sindacato di
categoria, deve essere moltiplicata non solo per i 150 operai che hanno
aderito allo sciopero, ma anche per quelli che non hanno aderito e che sono
stati mandati a casa dalla Fiat Auto. Al termine dello sciopero, infatti,
gli operai non sono potuti più tornare sulle proprie postazioni.

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VOGLIAMO DOCUMENTARE L’ATTUALITA’ DELLA LOTTA DI CLASSE, STANDO AL SUO INTERNO +---------------------------------------------------+
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