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Pavia: scorta al sindaco. Riflessione pratica su soldi pubblici e mattoni...

Publie le lunedì 10 maggio 2010 par Open-Publishing
2 commenti

9 MAGGIO 1968 - GIUSEPPE IMPASTATO VIENE FATTO SALTARE IN ARIA ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI COMUNALI DI CINISI ALLE QUALI SI ERA CANDIDATO CON IL PARTITO DI DEMOCRAZIA PROLETARIA.

Il Sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo ha ottenuto la scorta, armata, su vivo consiglio di questore e prefetto. La ronda composta da due agenti della polizia municipale è attiva dal 7 maggio, ovvero il giorno precedente alla manifestazione per gli spazi sociali promossa dal collettivo del Barattolo coincidente, caso strano, con la manifestazione regionale "contro le banche" di Forza Nuova. Tanto per dare segnali di "apertura ad un dialogo serio", come il primo cittadino stesso scriveva insieme al rettore dell’università di Pavia ed al direttore dell’EDISU solo due giorni fa.

Non che la politica dentro Palazzo Mezzabarba parli di austerità, non sia mai, ma qualche riflessione pratica sull’impiego di soldi pubblici si potrebbe anche fare. Parlando, ad esempio, di case popolari. Se qualcuno volesse aggiungere qualcosa sull’argomento, può scrivere direttamente all’indirizzo di posta elettronica del sindaco: sindaco ffa comune.pv.it

Lo scorso lunedì 21 dicembre 2009, ultimo Consiglio Comunale dell’anno, quello per intenderci che finisce alla chetichella entro mezzanotte al massimo con le fette di panettone ed i bicchieri di spumante, l’Assessore al Bilancio del Comune di Pavia Marco Galandra relazionava circa gli interventi da tenersi per il triennio 2009-2011 nell’ambito dell’edilizia residenziale pubblica (ERP). Si parlava di 1,6 milioni di euro spalmati sui tre anni per la sistemazione e messa a norma di 126 alloggi popolari, finanziamenti che sarebbero dovuti arrivare dalla Regione Lombardia del loro collega Formigoni. Al momento della lunga relazione sulla previsione di bilancio, erano ancora "da definirsi" i tempi ed i modi di detto finanziamento.

Contemporaneamente, negli stessi giorni veniva pubblicata la graduatoria provvisoria delle famiglie richiedenti un alloggio popolare: 819 domande presentate nel periodo compreso tra dicembre 2007 e dicembre 2009, con costante incremento delle richieste. La questione casa popolare a Pavia non è affatto diversa da quella di tutti gli altri comuni d’Italia: la disponibilità netta degli appartamenti in città tocca quota 150. Un terzo di proprietà comunale, i restanti 100 riconducibili all’ALER, ente regionale per l’edilizia pubblica. Complessivamente, il Comune dispone di circa 800 case, l’ALER di 2200

L’ultimo bando di assegnazione presentato dal Comune di Pavia risale allo scorso 15 luglio 2009, in scadenza il 20 dicembre dello stesso anno e con assegnazione degli alloggi prevista per il 2010: 50 case in tutto a fronte di una richiesta complessiva 16 volte superiore. Senza dimenticare i circa 400 alloggi sfitti perchè non in linea con le normative igienico-sanitarie necessarie per l’abitabilità.

È della settimana scorsa la notizia che il Comune starebbe pensando, come suggerito tempo fa dal superministro Brunetta, di vendere il patrimonio pubblico di abitazioni: ciò a fronte di (manifesta incapacità gestionale) e aumento dei costi di manutenzione e realizzazione. Se le spese aumentano per le Amministrazioni, figurarsi per gli inquilini: la Legge Regionale 27/2007 di Regione Lombardia ha pensato bene di equiparare le proprietà comunali a quelle dell’ALER, rendendo ormai lettera morta la diversificazione del canone mensile pagato dalle famiglie.

Sarà inoltre ben felice il nostro beneamato sindaco di sapere (o ricordare) che il governo centrale della cosca Berlusconi abbia con le ultime due finanziarie tagliato oltre mezzo miliardo di euro destinati alla sistemazione degli alloggi sfitti e carenti delle norme previste dalla legge. Questo, unitamente al vincolo sempre sbandierato nelle migliori occasioni del "patto di stabilità" sempre di tremontiana ideazione, potrebbe bastare alla Giunta cattaneo per giustificare gli interventi minimi se non assenti in materia di casa. Se non fosse che il governo centrale appartiene alla stessa cricca della Giunta del mattone di Pavia.

Perchè il mattone in città avanza, eccome: peccato che sia quello privato dei palazzinari sempre più affaristi, i quali non possono costruire dove meglio credono dovendo sottostare nella più locale delle ipotesi, al Piano di Governo del Territorio votato e deliberato dall’Amministrazione Comunale. Ed è qui che le due strade convergono con impressionante sinergia, arrivando a sfiorare bibliche gesta degne di essere definite "miracoli".

Succede al Parco della Vernavola dove aggirando la Legge Galasso, che vieta tra l’altro la costruzione a meno di 150 metri dagli argini dei fiumi, e soprattutto modificando magicamente i carteggi con i confini del Parco del Ticino, il Partito del Mattone può costruire 13 palazzine adiacenti al percorso verde di pronta realizzazione. Peccato che ci siano stati cittadine e cittadini estremamente attenti alla questione che hanno pubblicamente denunciato le memorabili gesta di Capitelli prima e Cattaneo poi sino a portare i fascicoli alla Procura. Vedremo come la magistratura intenderà muoversi; c’è chi già parla di acquisizione di atti ufficiali direttamente da Palazzo Mezzabarba.

Succede anche nella zona del Cimitero Monumentale di San Giovannino, dove con il Consiglio Comunale di lunedì 3 maggio si è provveduto ad autorizzare la costruzione di altre 3 palazzine in un’area non ancora utilizzata e di proprietà comunale. Ciò porterà alla modifica urbanistica e viabilistica di Via Savoldi, magari con due incroci stradali uno immediatamente successivo all’altro perchè serve "l’accesso alle nuove residenze". Anche quest’opera era stata messa in conto dalla precedente Giunta Capitelli, che prevedeva però di erigere altrettante strutture ma ad edilizia convenzionata. Il problema del "cono ottico" del Cimitero Monumentale, evidentemente, è stato preso in cosiderazione dall’attuale opposizione solo ora. Il Partito del Mattone, si sa, è assolutamente trasversale in termini politici.

Non pare comunque necessario cementificare ogni singolo angolo della città, se è vero che facendo due conti circa 700 case risultano sfitte e da mettere a norma. Il tutto facendo un discorso in buona fede e non prendendo in considerazione tutti gli affitti in nero al numeroso popolo di studenti e studentesse presenti in città. Perchè allora si rischia di tracimare, e personalmente prove oggettive non ne ho. O meglio, nessuno mi ha ancora autorizzato a parlare pubblicamente di abitazioni con meno di 50 metri quadrati calpestabili con rendita di 900 euro al mese, di cui 200 non fatturati.

La Pavia vicina di casa di Milano e del suo grandioso EXPO 2015 ha da tempo deciso quali politiche adottare in merito ad edilizia pubblica, governo del territorio e concessione di costruzioni in campo edile. Perchè lo dice l’ex-vicesindaco sbirro Filippi, lo ribadisce il Prefetto di Milano Lombardi, lo conferma il sindaco di Milano-EXPO Moratti, tutti in coro: la mafia al nord non esiste (e se esistesse, non passa certo da noi col buon viso del bravo e laborioso imprenditore edile).

9 MAGGIO 2010

Messaggi

  • Questi politicanti da strapazzo sono capaci di avere la faccia tosta e di mentire anche sulle cose evidentissime.

  • Sono convinto che sia necessario rendersi conto che pianificare, programmare e amministrare in modo corretto ed ordinato non fa e non può far parte della cultura della destra, che sembra più preoccupata a gestire il quotidiano e la ordinaria amministrazione, lasciando all’iniziativa dei privati e del libero mercato la definizione delle scelte urbanistiche e l’ultima parola sulle modalità di gestione della cosa pubblica !!

    La sensazione è che si voglia sempre più trasformare i Piani Regolatori in scatole vuote da riempire di volta in volta con contenuti frutto di contrattazione tra rendita e politica, senza che vi sia pubblica discussione, trasparenza e volontà di condivisione delle scelte con le parti sociali.

    La politica del mattone anche nel nord Italia è sempre più pilotata dagli interessi speculativi legati alle mafie del sud e alle loro propaggini nel nord e l’attività pianificatoria dei comuni appare sempre più condizionata , se non proprio direttamente gestita, da questi interessi ed da quelli dei grandi gruppi finanziari che riciclano i capitali sporchi della criminalità organizzata.

    MaxVinella