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Per un’Italia open source

Publie le domenica 11 aprile 2010 par Open-Publishing

E poi c’è che si appena conclusa la giornata perlustrativa e programmatica del think tank "Bellezza", ovvero di quel branco di indomiti sognatori, dai piedi però ben piantati in terra, che anziché piangersi addosso o gettarsi contro l’ennesimo capro espiatorio all’interno del proprio partito, si preoccupano di rimboccarsi le maniche per tentare cambiarla davvero la rotta. La meglio gioventù democratica, che, leggo, s’è un po’ data questa bussola: "la felicità è reale solo se è condivisa". Una massima che è, appunto, il concetto racchiuso nel nome di Ubuntu, la distribuzione Linux che gira sul mio computer, un sistema operativo aperto, libero e gratuito di cui a breve uscirà una nuova release, la 10.04, che difficilmente riuscirà a farsi spazio sul colonnino di Repubblica.it, giacché Apple e Microsoft, si sa, fanno più tendenza (e "mercato", nonostante molti Paesi europei stiano convertendo le loro amministrazioni proprio al software libero, per evidenti ragioni economiche, nonché etiche).
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