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Perché Napolitano partecipa alla fiera dell’orrore?

Publie le martedì 9 marzo 2010 par Open-Publishing
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Riceviamo due post sullo stesso argomento ma con un taglio piuttosto diverso e così decidiamo di metterli insieme facendone un unico post abbondandemente assortito ed esauriente.

La Conoscenza rende liberi

1) Perchè Napolitano ha sbagliato e cosa succede ora

Si aggrava il danno di immagine prodotto dai pasticcioni della PDL ed inoltre si appesantisce sempre di più la vicenda giuridica e politica conseguente.

Tutti sanno che la materia elettorale – dopo la riforma costituzionale del 2001 – è di competenza regionale e nello specifico la legge elettorale regionale del Lazio è la l. n.2 del 13 gennaio 2005. Inoltre il TAR ha argomentato anche nel merito del “ritardo ” e dei “documenti rimasti incustoditi” ma su questo non dico nulla essendone piene le cronache di tutti i giornali.

Mi preme sottolineare l’incompetenza assoluta ed imbarazzante non solo dei presentatori paninari ( ma chi ci crede?) ma anche del governo che prende schiaffi dappertutto, nonostante eserciti di legulei sul libro paga del premeir ed i numerosi componenti della Lega che neanche conoscono quello straccio di federalismo che già è in atto nel nostro paese e di cui tanto sbraitano.

Prove di forza golpistiche ed inutili si susseguono in una fiera del tragicomico del governo più brutto della storia d’Italia.

Me anche qui la questione è chiara ed è inutile sparare sulla croce rossa, anzi “azzurra”…

Più interessante è un analisi del comportamento di Napolitano.

Il presidente ha sbagliato per vari motivi.

Premetto che giorni fa sono stato l’unico a esprimersi qua dentro a favore delle fondate ragioni politiche che portavano a considerare ingiusto un voto monco di una lista così importante come quelle del PDL.

Ciò non toglie che per seguire questa strada occorreva necessariamente un accordo politico di tutti in parlamento. E non fare a brandelli il diritto, peraltro in modo inutile e doppiamente dannoso, come ha fatto questa sciagurata destra italiana.

Primo motivo: il decreto non è interpretativo ma modificativo e la decretazione d’urgenza é esclusa nella delicata materia elettorale ( ciò comporterà ricorsi avanti la Corte Costituzionale che renderanno precarie e sub iudice le elezioni eventualmente celebratesi nel Lazio )

Secondo motivo: le regole non si cambiano mentre la partita è in corso senza un accordo di tutti i partecipanti.

Terzo motivo: la competenza non è più statale ma regionale da diversi anni ormai.

Quarto motivo: un autorità di garanzia interviene dopo che un testo viene scritto e presentato, non partecipa alla sua stesura nè garantisce in anticipo il suo parere nè per far ciò dà vita ad un insieme di colloqui e trattative “tese “e ” turbolente” che pregiudicano l’immagine del PDR stesso.

Se poi tali trattative siano state condotte nei toni e nelle forme da qualcuno denunciati, ancora peggiore sarebbe stata complessivamente la condotta del nostro Presidente della Repubblica, che con la sua remissività ha imbarazzato il suo stesso ruolo e l’intero paese.

Che succede ora? Il pasticcio si aggroviglia:...
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