Home > Perché no a Susanna Camusso
Oggi la Cgil ha un nuovo segretario generale, una donna esponente della cultura "riformista" del sindacato. Le ragioni di chi le si oppone
di: Giorgio Cremaschi-ripreso da www.ilmegafonoquotidiano.it
Il fatto che una donna sia eletta per la prima volta segretaria generale della Cgil è sicuramente un fatto importante e positivo. Ma sarebbe un’offesa alla storia delle donne di questo sindacato far derivare solo da questo fatto un giudizio favorevole alla candidatura di Susanna Camusso. Il mio è contrario.
Susanna Camusso viene candidata segretaria generale della Cgil sull’onda di una campagna mediatica che non ha avuto precedenti nella storia degli insediamenti dei segretari generali dell’organizzazione. Una parte rilevante di tale campagna, sempre più insistente negli ultimi giorni, punta a presentare la nuova segretaria generale come colei che riporterà finalmente la Cgil nell’alveo della concertazione del patto sociale, superando le ambiguità di Epifani e mettendo a posto la Fiom. (...)
Non ci sono state sufficienti smentite a questa campagna promozionale e la storia del dirigente sindacale Susanna Camusso la presenta come naturale interprete di una linea moderata e, come si dice oggi in tutti
i palazzi della politica, “riformista”.
Ma non è solo una questione di tendenze filosofiche. C’è una stretta immediata che la Cgil deve affrontare. La piazza del 16 ottobre ha chiesto con forza lo sciopero generale. Nello stesso tempo la Confindustria, alla fine delusa anch’essa da Berlusconi, tenta un patto sociale che ha al centro la produttività del lavoro, cioè le scelte di Marchionne contro i lavoratori Fiat. La Cgil ha annunciato lo sciopero in piazza, ma poi l’ha tolto dall’agenda e si è seduta al tavolo delle trattative dichiarandosi disposta a negoziare a livello confederale sulla produttività. Una scelta di questo genere sarebbe un regalo senza precedenti alle posizioni più oltranziste e retrive del padronato italiano. Tuttavia nel quadro di crisi politica in cui sta precipitando il paese, la spinta a un pateracchio sulla produttività è fortissima.
Come dimostra il recente accordo unitario sull’apprendistato in cui Cgil e Regioni di sinistra hanno sostanzialmente accettato la linea della Gelmini sulla formazione aziendale e quella di Sacconi sul mercato del lavoro.
Siamo al dunque, nelle prossime settimane i lavoratori che sono scesi in piazza il 16 ottobre e quelli in lotta in questi giorni possono ricevere dalla Cgil conferme e sostegni oppure terribili delusioni. Speriamo che
non sia così ma in ogni caso è bene che nuova segretaria sappia che se davvero dovesse seguire gli indirizzi verso cui la spingono tanti sospetti estimatori, si troverà contro una parte rilevante dell’organizzazione. E’ bene che tutto sia chiaro fin da subito.
Messaggi
1. Perché no a Susanna Camusso, 3 novembre 2010, 19:12, di Margherita
Da “militante” CGIL esprimo anch’io contemporaneamente soddisfazione e contrarietà per la scelta di Susanna Camusso quale segretaria generale dell’organizzazione. Di positivo, concordo con Cremaschi, c’è il fatto che sia stata eletta per la prima volta una donna a rivestire tale carica. Sono, invece, contraria al modo in cui è avvenuta la sua elezione e al mandato che le assegna già i presunti obiettivi da realizzare. “Collocare” le donne in posizione di vertice, sperando di acquisire consensi per aver dimostrato di favorire un processo di emancipazione e protagonismo femminile, può ingenerare false illusioni e far venire il sospetto di ambigue coperture. Credo che la forza e l’intelligenza delle donne siano autenticamente al servizio della società quando rappresentano posizioni e convinzioni raggiunte autonomamente da condizionamenti maschili e “paternalistici” e quando esse esprimono percorsi originali nel tentativo di proporre soluzioni alternative ed efficaci a situazioni complesse e problematiche. Se le loro prospettive rimangono ancorate a schemi di riferimento già conosciuti e collaudati, che denotano per lo più formulazioni maschili, com’è ovvio intenderle storicamente, il loro impegno può produrre paradossalmente un danno all’immagine e alla crescita sociale delle donne.
A mio avviso, se la Camusso non metterà al centro del patto sociale “la vita” dei lavoratori e le loro miserrime retribuzioni, anziché la produttività delle imprese, che consente soprattutto di salvare gli strabilianti compensi dei managers di oggi e i loro stili di vita da fiction televisiva, e se eviterà di far emergere una “sana” conflittualità con Confindustria, dimostrerà di non riuscire ad utilizzare, pienamente e a vantaggio della società e di tutte le donne, quel potenziale di sensibilità e creatività che è prerogativa della natura femminile.
Si renderà, inoltre, responsabile di un forte dissenso interno che, sicuramente, vedrà partecipi anche un numero non insignificante di donne.
1. Perché no a Susanna Camusso, 3 novembre 2010, 20:41, di Nando
Condivido con Margherita, ho dei dubbi sulla Camusso voluta a tutti costi dai vertici CGIL... secondo me è tutta una costruzione mediatica per tenere buona la base del sindacato...non penso proprio che starà vicino ai lavoratori, anzi, farà di tutto per sostenere il liberismo, incentrato tutto alla difesa di confindustria, managers... a discapito dei lavoratori, precari, disoccupati e pensionati. Infine non vorrei passare per un maschilista che non ha accetta la Camusso come segretaria generale della CGIL perchè donna, anzi, questo mi inorgoglisce!!
2. Perché no a Susanna Camusso, 3 novembre 2010, 23:11
La Camusso ... stava nell’Mls ( Movimento Lavoratori per il Socialismo) di Salvatore Toscano e William Sisti, gruppo ultrastalinista la cui principale occupazione era quella di picchiare a sprangate i compagni degli altri gruppi di sinistra ed in particolare gli autonomi.
Ad un ex di Lotta Continua, un pittore di murales, quasi lo uccisero .... tuttora gira per Milano in condizioni pietose ....
Poi Toscano morì in un incidente stradale in Jugoslavia ed i suoi adepti trasmigrarono nel Partito Socialista, contrattando per i dirigenti "sistemazioni" nella politica e nel sindacato.
Alla Camusso toccò un posto di funzionaria nella Cgil milanese, rigorosamente nella ultraprotetta quota socialista che garantiva comunque un 33% di posti - chiave.
Il resto è tutta una conseguenza ....
I lavoratori sono decisamente in buone mani ....
K.