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Primarie a Napoli. La montagna ha partorito il topolino!

Publie le mercoledì 26 gennaio 2011 par Open-Publishing
2 commenti

Quando, nelle settimane scorse, abbiamo definito lo svolgimento delle Primarie un esercizio inutile e depistante ai fini di una ripresa del protagonismo popolare e di una vera e seria discussione programmatica sul destino della città e della sua area metropolitana non potevamo immaginare che la cruda realtà dei fatti avrebbe superato ogni nostra più negativa previsione e valutazione.

Ciò che si sta consumando pubblicamente, all’indomani del voto, è uno spettacolo indegno, in cui i soggetti protagonisti di queste cosiddette Primarie (Ranieri, Cozzolino, Oddati e Mancuso) e i loro circoli politici di riferimento si stanno scambiando pesanti accuse di brogli, di pacchetti di voti comprati e di minacce consumatesi all’esterno dei seggi.

Addirittura, all’interno del Partito Democratico, c’è chi accusa il candidato vincente Andrea Cozzolino di essere stato votato da elettori della destra dirottati sul suo nome, in virtù di non meglio precisati accordi per il prossimo futuro con esponenti del polo berlusconiano.

Emerge – quindi – uno spaccato politico in cui da parte di questi personaggi tutto si è affrontato tranne l’esigenza di definire un rigoroso bilancio autocritico di un lungo ciclo di governo della città.

E’ un bilancio che si è dimostrato pesantemente negativo per le condizioni di vita e di lavoro dei ceti popolari.

Una situazione disastrosa che ha caratterizzato l’esperienza di governo del centro sinistra napoletano e campano e che rischia di consegnare l’amministrazione comunale di Napoli alle forze della destra e del berlusconismo.

Del resto, non solo la biografia politica del vincitore delle Primarie, Andrea Cozzolino, ma il suo stesso programma, illustrato in queste ultime settimane, non indica nessuna discontinuità vera con il bassolinismo, anzi abbiamo avuto modo di ascoltare la classica riproposizione di una modalità della politica e delle azioni che ne conseguono tutta fondata sul possibile accordo con i poteri forti dell’economia e con le lobby afferenti al partito del cemento e della speculazione urbanistico/territoriale.

Si è affermato, anche grazie ad un investimento economico di notevoli proporzioni, ma ciò vale per tutti gli altri candidati e per tutte le altre esperienze di Primarie, un candidato che ripresenterà ( a nome dell’intero centro/sinistra, il quale è vincolato all’appoggio al candidato eletto, in virtù del regolamento di queste Primarie) , un programma che, in nessun punto, è compatibile con gli interessi dei ceti popolari di questa città, da quelli attinenti le politiche per il lavoro alle scelte in materia di privatizzazioni, servizi sociali e beni comuni.

La necessità di un’altra politica e di una alternativa.

Da oltre un mese abbiamo avviato in città una discussione pubblica finalizzata alla possibilità di costruire, anche nella prossima competizione elettorale, un punto di vista che raccolga le esperienze, i suggerimenti e le istanze sociali e culturali dei movimenti di lotta, delle associazioni e dei tanti cittadini delusi e disorientati dalle esperienze governative del centro/sinistra napoletano e campano.

Un punto di vista che si potrebbe concretizzare, non solo nelle variegate espressioni del conflitto sociale, ma anche in una aggregazione elettorale contro il centro/destra ed alternativa al centro/sinistra.

Una aggregazione, ed un conseguente programma condiviso, incardinato ad una rigorosa autonomia ed indipendenza non solo dagli apparati clientelari e dall’affarismo ma, soprattutto, dai diktat e dalle compatibilità del mercato.

Questa nostra proposta, questa vera e propria esigenza politica esce rafforzata nel confronto con la situazione determinatasi dall’esito delle Primarie napoletane e chiama ad un assunzione di responsabilità quanti hanno creduto fosse possibile, tra i compagni, gli attivisti sociali e le forze politiche e culturali, anche dentro l’esperienza delle Primarie, fare emergere una alternativa netta con gli epigoni del tardo bassolinismo.

L’urgenza di opporre un’altra politica al pericolo delle destre e del berlusconismo potrà consolidarsi ed affermarsi solo dislocando ben oltre il centro/sinistra la rappresentanza dei ceti popolari.

Su questa sfida, ancora tutta da consolidare compiutamente, ci sentiamo impegnati e sollecitiamo il confronto e l’unità; invitiamo le persone di sinistra ed i sinceri democratici ad essere con noi, rompendo vetuste appartenenze che a volte rappresentano veri e propri schermi, quando non gabbie mentali, che impediscono a tante compagne ed a tanti compagni di contribuire con disinteresse e passione al bene comune alla costruzione di vere politiche attive per il lavoro a Napoli. Una scelta questa che è il vero antidoto al clientelismo tanto presente anche in queste primarie come all’inveramento di un ciclo dei rifiuti finalmente liberato da discariche mefitiche ed inceneritori cancerogeni.

Unità nella lotta per una città che risorga.

Comitato I NOSTRI DIRITTI CONTRO I LORO PROFITTI,

assemblea per la Città Reale.

Messaggi

  • Personalmente ho sempre pensato e detto che le primarie sono una sciocchezza copiata dall’America di una sinistra povera di idee. Inoltre non è certo difficile modificare il risultato di una votazione così estemporanea in cui basta dare pochi euro ai dei barboni per risultare vincitori o comunque ottimi perdenti e "contrattare" futuri posti in consigli comunali per sè ed amici. Alla fine il meccanismo delle primarie è identico a quello delle tessere in cui vecchi satrapi super corrotti compravano migliaia di tessere intestate ad ignari od addirittura morti e risultavano vincitori nei congressi di partito.Vince non chi ha un programma più credibile( chi li ha mai visti?) ma chi ha l’apparato elettorale più mastodontico e privo di scrupoli.Alla fine, come ampiamente previsto, il meccanismo si è ritorto contro i loro " inventori" con perdita di credibilità dei candidati (penso irreparabile) grazie alle accuse di brogli reciproche. Poi ci si chiede come fa la destra a vincere!!!!michele
    Post Scriptum
    Una questione etimologica: considerato quanto sta avvenendo si possono ancora chiamare candidati?

    • Sono contrario alle primarie come metodo, anzitutto perchè accentuano il lederismo e poi perchè chissenefrega di chi sarà il sindaco o il premier, l’importante e cosa farà la coalizione.

      Per quanto riguarda la situazione di Napoli, siamo all’assurdo.

      Il miglior candidato era, per me, Mancuso. Un politico comunque estraneo da tempo alle vicende napoletane e lontano anni luce dalla città.

      Ranieri aveva imbarcato tutta gente filo bassoliniana, che con Bassolino aveva fatto tante fortune (anche in termini economici) ma che ora lo rinnegano come peste.

      Oddati è un’assessore uscente. Uno dei suoi sostenitori, COrrado Gabriele, ha accusato il vincitore di brogli. Proprio lui, il pupillo di Bertinotti (a cui lasciò il seggio in Europa) e l’"infiltrato di Bassolino" nel Prc, accusato di voto di scambio alle ultime regionali.

      Cozzolino è la continuità. E’ un pessimo condidato (con una pessima coalizione alle spalle), anche se almeno non rinnega il suo passato (che ha fatto tornare i napoletani in un senso di disfatta e di rassegnazione rapportabili alla conquista Savoia).