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QUALCOSA CI FA PAURA

Publie le sabato 2 luglio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Religioni

Vviana Vivarelli

Siamo gia’ molto perplessi per le beatificazioni a furor di popolo che nemmeno rispettano i tempi canonici, a maggior ragione dissentiamo da chi vorrebbe gia’ incoronare il novello papa Ratzinger come il migliore.

Uno zelo eccessivo puzza sempre di zolfo. Anche in tempi di folli deliri irrazionali come i nostri, in cui sembra che la gente abbia perduto la facolta’ di pensare e vuole solo credere ciecamente, rigettando la fede per il fanatismo.

Fermo restando che questo pontificato e’ agli inizi ed e’ prematuro valutarlo, dobbiamo pero’ dichiarare che ogni suo atto e’ suonato come una campana a morto per le speranze che cattolici e agnostici nutrivano verso i valori di Concilio Vaticano II.

Se c’e’ stato un papa molto amato, su cui nessuno ha alzato critiche e obiezioni e che ha svolto il suo pontificato alla luce dell’amore e del Vangelo, unificando uomini, popoli e religioni, quello e’ stato papa Giovanni.

Non Voitila. E tanto meno Raztinger.

Angelo Giuseppe Roncalli arrivo’ come una voce nuova per aprire la chiesa al mondo e ai tempi e renderla piu’ democratica, tollerante e amica di ogni forma di sofferenza, egli rappresento’ la luce del cambiamento e la voce dell’affetto e fu sostanzialmente quel cuore di cui troppo spesso la Chiesa e’ stata mancante.
Voitila tradi’ da subito il mandato del Concilio, ma seppe farlo con abilita’ e intelligenza, dando nel contempo al mondo un gigantesco personaggio, un sole vorticante che sapeva parlare alle folle e trattare coi potenti, un uomo del mondo e della storia, un gigante nel bene e nel male, che aveva l’abilita’ del grande protagonista e il fisico delle immense scene planetarie, il piu’ grande attore drammatico di tutti i tempi, che seppe recitare su scala mondiale il ruolo della pace.

Dico ‘recitare’ perche’, poi, le sue dichiarazioni non si tradussero mai in direttive precise obbliganti per la gran parte della sua Chiesa, la quale resto’, nei fatti, aliena dal movimento pacifista, e soprattutto perche’ i moniti papali non si tradussero mai in cambiamenti politici di quei governanti che pure lo applaudivano ma che continuarono imperterriti a tramare per la guerra.

Proprio per questo gap tra le enunciazioni di Voitila e la condotta del clero e dei governi, abbiamo avuto il chiaro paradosso di un pontificato che ha unito il massimo di dichiarazioni pacifiste col massimo di guerre in corso. E questo gap e’ cosi’ impressionante da dover significare qualcosa. Quando la parola non si traduce in azione e non fa cambiare le condotte umane, quella parola e’ vuota, anche se sembra grandiosa, ed echeggia come puro suono.

Dopo questi due giganti (il gigante del cuore e quello della scena), viene Raztinger.
A Ratzinger manca il cuore di Roncalli ma manca anche le phisique du role di Voitila.

Egli si presenta da subito nella veste negativa e inquietante dell’Inquisitore, del capo del Sant’Uffizio, del disciplinatore, il promotore della guerra, il sobillatore della politica, il maestro della divisione, un capo che lavora ossessivamente per il potere.

E’ molto difficile non dico amare ma persino stimare un personaggio cosi’.
E, se le cose continueranno male come sono cominciate, ci faranno vedere uno dei peggiori papi della storia della Chiesa.

Esordisce nel suo primo discorso con un Sillabo, un elenco di condanne al progresso e alla cultura moderna, ribadisce l’assolutismo e il totalitarismo papale, prosegue sferrando la piu’ grande battaglia ideologica contro lo stato, calpestando la legge che vieta boicottaggi elettorali e coercizioni politiche da parte di ministri del culto, dichiara senza mezzi termini che e’ lo stato che deve sottostare alla Chiesa e che non rispettera’ la laicita’ della nazione che lo accoglie e in cui esistono pure patti del Concordato che delimitano le rispettive competenze, lancia il suo anatema contro la scienza rivendicando anche in questo campo una supremazia assoluta, riporta la morale sessuale indietro nel tempo, marcando nuovi e vecchi peccati, riafferma il suo disprezzo verso il mondo femminile che intende rimettere nei vecchi recinti fondamentalisti e ribadisce altresi’ il divieto di qualunque preservativo o contraccettivo nella martoriata Africa.

Eletto il 20 aprile, in poco piu’ di due mesi il danno sociale, religioso ed etico prodotto da Ratzinger e’ gia’ imponente. I suoi pronunciamenti non hanno toccato una volta l’amore, la sofferenza, la compassione, l’aiuto agli umili, la pace, i valori evangelici. Ogni volta egli si e’ espresso secondo una dichiarazione di guerra, o di condanna, o di supremazia.

Difficile guardare tutto questo con simpatia.

Difficile dire che era di questo che il mondo aveva bisogno.

E ora il Compendio del Nuovo Catechismo. Solo una mente perversa puo’ aver generato alcuni passi di questo testo impositivo e categorico, che compendia in 178 pagine le 700 del suo piu’ Grande Catechismo.

Papa Giovanni aveva dichiarato che non si poteva assolutamente ridurre una grande religione dello spirito come il Cristianesimo a un insieme di formulette fisse, il che ci sembra profondamente giusto, e aveva respinto come un’anticaglia del passato l’uso del latino, che non e’ solo una lingua morta ma un modo per fissare una divisione elitaria nella Chiesa, tra chi esercita il potere del Libro e chi puo’ solo ubbidirlo, chiedendo alla Chiesa di aprirsi ed evolvere per adattarsi ai tempi nuovi.

Ratzinger predispone, al contrario, un ferreo ritorno a situazioni totalitarie e assolutistiche di stampo medievale, che potrebbero compiacere un Lefebvre e, col Compendio del Nuovo Catechismo, riduce una delle piu’ grandi religioni del mondo a 270 frasette secche, da imparare a memoria, come un codice militare rigido, pensando alla reintroduzione del latino come lingua ufficiale della Chiesa, mentre di ribadisce la condanna di ogni relativismo culturale.

Concilio Vaticano II e’ cosi’ morto e sepolto, una disposizione ben piu’ autoritaria e retriva si sta imponendo in modo coercitivo al mondo cattolico e ogni dichiarazione del nuovo Papa e’ un chiodo che sigilla la chiusura delle possibili aperture di Roncalli.

Con una diffusione micidiale di centinaia di migliaia di copie, l’Italia e’ stata invasa dal Nuovo Catechismo che occupa ossessivamente ogni sito. Mangiando un hamburger o bevendo una Coca, dovremmo imparare in modo succube il deciso pensiero di Ratzinger, piu’ spesso simile al Mein Kampf che a una rilettura dei Vangeli, decisamente impegnato in una dichiarazione del potere piu’ che in un rilancio dell’amore.

Dunque: NO al divorzio, NO all’aborto, NO alla procreazione medicalmente assistita, NO alla masturbazione, NO alla contraccezione, NO ai rapporti prematrimoniali, NO alle convivenze, NO all’eutanasia, NO ai rapporti gay e lesbici (sono uno stupro), NO alla droga.

SI’ alla guerra (giusta), SI’ alla pena di morte (quando necessaria), SI’ ai diritti dell’embrione (anche calpestando i diritti della donna), SI’ al latino come lingua della Chiesa.

Il papa ha sulla Chiesa e sui suoi fedeli “potesta’ piena, suprema e universale”.

Si dice, in questo Catechismo, che la guerra e’ legittima ove non ci siano possibilita’ diverse di mantenere la pace e si siano esperite tutte le altre vie.
Ben spicciativo modo per trattare una delle piu’ grosse piaghe dell’umanita’ ! In un tempo in cui si e’ codificato il diritto di praticare l’invasione permanente da parte dei signori del mondo!

E chi giudica questa legittimita’ della guerra? Il governo neocon americano? I reggenti della Corea del Nord? I politici del Pakistan? O forse il pessimo Sharon? O le ciniche multinazionali, che ormai surrogano i governi del mondo? Forse le multinazionali delle armi che ormai stanno condizionando la vita del pianeta?! Le guerre fatte dopo l’11 settembre sarebbero dunque per la Chiesa tutti attacchi legittimi?! Forse che le invasioni all’Afganistan e all’Irak non sono state presentate come legittime spedizioni di pace e di democrazia? O non si sono piuttosto calpestate come superflue le norme del diritto internazionale e degli organismi di tutela del mondo, come l’ONU? Persino Hitler invase la Polonia dopo aver simulato di essere stato vilmente attaccato? Nessun invasore si presenta come tale. Non cessa mai l’orgia delle guerre giuste e sante, della santa lotta del Bene contro il Male. Tutti gli invasori avvallano presunte ragioni etiche, difese di spazi vitali, esportazioni della democrazia, liberazione di popoli oppressi, amore per la vita, atti a favore della pace...

Implacabile, il catechismo di Ratzinger sorvola su queste minuzie internazionali e, non pago delle conseguenze letali delle invasioni esterne, legittima anche l’ uso della pena di morte all’interno, purche’ comminata dalle autorita’ precostituite.

A ben vedere nello Stato Pontificio, dal 1796 al 1864, il boia pratico’ 516 esecuzioni e la pena di morte resto’ in vigore fino al 1968 e fu considerata legittima dalla Chiesa fino al 1992 ! La Chiesa e’ cosi’ inflessibile sugli embrioni che non sono ancora persona, ma non vede alcuna contraddizione nell’appoggiare quegli stati come l’America o la Cina che ancora uccidono i condannati o nel mantenere nel proprio codice la pena di morte!

Un articolo vieta la tortura, che e’ pena minore, ma il divieto non e’ cosi’ tanto sottolineato quanto quello della contraccezione o dell’aborto, e ci si chiede quali siano i pesi e le misure di fronte ad Abu Graib, Guantanamo, o leggi come quella italiana che legittima la tortura purche’ eseguita una sola volta (e non si capisce se ciò vuol dire da un solo poliziotto o fatta in un modo per volta sul corpo del prigioniero, magari uno stupro solo, un pestaggio mortale solo, una sola applicazione di elettrodi ai genitali).

Ora, ove viene legittimata la pena di morte, si indebolisce anche il divieto della tortura, sempre che sia applicata dalle autorita’ istituzionali, e forse allora anche in Pakistan le autorita’ di villaggio avranno ragione, quando ordinano lo stupro di gruppo su una giovane indifesa violentandola ripetutamente e trascinandola nuda per il paese, e anche la lapidazione islamica dell’adultera sara’ legittima se applicata da autorita’ costituita.., tutto quello che un governo istituzionale compie contro la persona umana e’ garantito dal potere che si autolegittima. Anche il sequestro dell’imam Omar trascinato dalla CIA, fuori dall’Italia per torturarlo in pace altrove con la connivenza del governo Berlusconi, sarebbe forse legittimo.

Ma che Vangelo e’ mai questo? Che strano mondo e’ mai questo? Dove il potere, qualunque cosa faccia, riceve la sua legittimazione anche dall’autorita’ religiosa?

E’ veramente un capolavoro questo fine Catechismo! Cosi’ leggeremo, al Tabacchi o al Grill dell’autostrada, in questo mirabile Compendio, al n° 492, l’elenco dei principali peccati contro la castità: adulterio, masturbazione, fornicazione, pornografia, prostituzione, stupro, atti omosessuali. E la pedofilia?
Qui saltano agli occhi due cose, grosse come travi.

La pedofilia non c’e’ !!! Ma non aveva detto Gesu” «È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli»? Il fine teologo Ratzinger la pedofilia se l’e’ dimenticata ?!!!

Il recente rapido perdono ai preti americani rei di aver violentato centinaia di minori con risarcimenti miliardari, questo perdono cosi’ veloce concesso sarebbe forse dovuto al fatto che la Chiesa considera la pedofilia un peccato minore?!

Come l’usura, del resto, a cui il catechismo, guarda caso, non fa cenno. Il vescovo di Napoli puo’ dormire tranquillo. E mancano anche le pesanti e criminali speculazioni bancarie che possono anche rovesciare qualche governo e mandare in fallimento qualche stato. E anche l’arcivescovo Marcinkus puo’ dormire tranquillo.

E poi perche’ equiparare la masturbazione a uno stupro? Ma come si fa a dire che questi precetti escono da un fine teologo? Nessuno che sia di questo pianeta riuscirebbe a equiparare uno stupro a una pratica masturbatoria.

Davvero Ratzinger pensa che la violenza brutale con cui si vìola una corpo femminile di qualsiasi eta’, magari di una bambina, sia la stessa cosa dei giochetti che si fanno al proprio pene, anche se quella creatura puo’ anche restare psichicamente segnata a vita, mentre nessuna masturbazione ha prodotto piu’ che un lieve mal di testa.

E leggeremo anche che allo stupro sono equiparati atti omosessuali tra adulti consenzienti, che in verita’ possono trovarvi piacere senza danneggiare nessuno, mentre lo stupro....

Anche don Milani, che pure era un illuminato, diceva: “Lo stupro? E che sara’ mai? E’ solo un pezzetto di pelle di nessun conto!” E’ stata l’unica cosa che non gli abbiamo perdonato, e che Dio punisca la sua bestemmia! Quando i preti parlano delle donne e’ come se parlassero dei polli. Si puo’ tirargli il collo senza un’ombra di misericordia. Forse perche’ esse sono ancora bestie senz’anima?

In quanto alla masturbazione, che proprio essa sia stata considerata dalla Chiesa per duemila anni uno dei peccati piu’ gravi non puo’ che riempirci di sgomento. Perche’ questo silenzio sulla pedofilia e questa virulenta condanna della masturbazione?

“Atto contro natura”, “la piu’ comune causa di pazzia", "ne’ la peste, ne’ le guerre, ne’ il vaiolo, ne’ un gran numero di flagelli analoghi si sono mai rivelati disastrosi per l’umanita’ dell’abitudine a masturbarsi”...le deprecazioni non si contano.

Ora, se c’e’ un peccato su cui Gesu’ e’ molto chiaro, quello e’ la mancanza di ospitalita’ (lo sappiano i leghisti che sbraitano con i crocifissi contro i migranti islamici), Sodoma fu distrutta perche’ aggredi’ i tre angeli viaggiatori invece di ospitarli, Gesu’ condanno’ la durezza del cuore.

Gesu’ condanna la pedofilia, condanna l’insopitalita’, ma non condanna mai l’omosessualita’ o la masturbazione.

Ora, se proprio vogliamo trovare un atto conforme a natura, anzi naturalissimo, quello e’ il piacere che persino un neonato trova nel manipolare il proprio corpo, lo vediamo a pochi mesi che passa dalla manipolazione del piede a quella del piccolissimo membro, provandoci gusto. Freud, che era ossessionato da turbe sessuali, e vi associava un senso fortissimo del peccato molto poco ebraico e piuttosto cristiano, chiamava per questo il neonato un “perverso polimorfo”, osservando tuttavia come la pulsione del piacere fosse la prima che la natura esprimeva nell’uomo. Nel tempo la Chiesa ha tentato in ogni modo di demonizzare questa pulsione naturalissima propriocettiva minacciando il masturbante di ogni calamita’, la cecita’, la follia e soprattutto l’inferno.

Dopo questi panorami da tregenda, ecco Ratzinger equiparare la masturbazione allo stupro!!! C’e’ in questo qualcosa di paranoico e delirante, che echeggia la cupezza di Jorge de la Burges, il cieco bibliotecario de ‘Il nome della rosa’, l’uomo incapace di ridere che voleva punire con la morte chiunque ridesse, cercando di estirpare il piacere dal suo convento.

Quando la natura ci dona, in mezzo a tante difficolta’, qualche labile piacere naturale che non fa danno a nessuno, l’ossessione di una cupa Chiesa sessuofobica e delirante e’ pronta a demonizzarlo per ricordare all’uomo che “e’ nato solo per soffrire”.

Ricordarglielo o imporglielo?

Per divagarci da tante innaturalita’ e mostruosita’, giriamo pagina e leggiamo, altrove, che il 26% dei giovani si stordisce con gli spinelli. Di fronte a questa “fine teologia”, e all’etica da Nuovo Mondo di questo Compendio Catechistico, questi giovani che evadono dalla realta’ col fumo riusciamo perfettamente a comprenderli.