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QUANDO DIO S’INCAZZA: UN OMAGGIO A GIORGIO GABER
Publie le venerdì 4 febbraio 2011 par Open-PublishingBERLUSSONINI, LA CORTE DEI MIRACOLI E LA FINE DEL MONDO
Forse stiamo riuscendo a capirci qualcosa dell’affaire "puttanaio ad Arcore". Ce lo stanno spiegando da tempo tutti i gerarchi del regime berlussoniniano. Solo che siccome l’Italia è quasi totalmente abitata da bolscevichi, PM rossi, Procure politicizzate e partigianissime, come come la Brigata Sandro Pertini di Milano, comunistacci che si moltiplicano al ritmo di milioni al giorno… il Paese non ha creduto, fino ad oggi, alle tesi difensive di specchiati e morigeratissimi portavoce ufficiali.
Badessa Bondi è da anni che glorifica la santità e le qualità missionarie del suo padrone. Ogni volta che lo fa ottiene un collare nuovo e sempre diverso. Ne ha di leopardati, in raso rosso, con Swarovsky originali prodotti apposta per la premiata ditta Bunga Bunga Srl, elasticizzati, fino agli ultimi in cuoio nero russo e borchie puntute in acciaio temprato.
Benita Petaccia Santadeché ha urlato fino all’altro ieri le verità bibliche nere sulle identità femminili nazionali, lei che di femminismo ne capisce di certo molto. Tutti gli italiani sono scemi per lei, i PM che indagano il suo "donatore" di lavoro poi vivono in cattiva fede ed illegalmente nella sostanza e forma, perseguitano quel povero uomo piccolo così persino nella sua casetta in Canadà e vanno a spiarlo personalmente pure nella dacia di Putin. Vedrai che prima o poi il maestro di sci dei figli di Berlussonini, LaFrattina, avrà tra le mani qualche dossier che con doverose e puntuali foto mostrerà Ilda Boccassini travestita da Evilenko, guardoneggiante verso le finestre della privatissima residenza russa dell’amico di Papi.
E lì cascherà l’asino, cioè i somari tutti, che poi saremmo sempre noi. Perché loro, quelli che portano le voci e rappresentano il duce nano, hanno la Luce, la Verità e la Via; sono benedetti dal pontefice, dal cardinal Sepe, Bertone prega giorno e notte invocando protezioni ultra Opus Dei per i suoi amici così devoti al Concordato e alla borsa dei contributi statali sempre aperta. Siamo solo noi gli imbecilli.
Noi cattivi, malpensanti, pure solidali con la FIOM.
Alessandra Feldmarescialla Musolayna è pure lei, o lui, certa delle stesse tesi portate avanti dalla Benita Petaccia Santadeché: le escort non sono troie, se lo dite mancate di rispetto a tutte le donne italiane, badate bene a quello che affermate, la prostituzione non è quello che affermate dai vostri giornali rossi/trasmissioni faziose e criminose… Le due "intelligenti come Barbie" ci insegnano il vero italiano: prostituta non è chi offre il proprio corpo sessualmente per danaro e poi quelle ragazze che andavano ai festini Bunga Bunga non sanno neppure cos’è un atto erotico. Se si vestono come le battone sul raccordo anulare alle tre di mattina, non vuol dire che la danno, ma semplicemente che sono alla moda. E poi, poverette, pensate alla vita che si portano dietro e dentro. Hanno drammi personali e tragedie enormi, e voi, comunisti di merda, vi permettere di sporcare il dolore e la donna.
Mi sa che ste due hanno ragione sai?
Ruby Ruba Mubarak per esempio fin dalla tenera età di otto anni è stata mandata a fare la mondina in Molinella. Da Alfonsina la Signorina, a Kuloasfera, ha mostrato le cicatrici che porta ancora sul corpo, dovute agli sciami di zanzare anofele che la attaccavano mentre stava immersa nella melma delle risaie. Il caporale che la comandava l’ha pure bastonata in testa e torturata con il vapore che usciva da una pentola a pressione Lagostina. Povera bambina. Abbandonata dalla famiglia è poi andata a fare la netturbina in corso Buenos Aires a Milano, solo turni di notte, perché era pure mobbizzata.
Quel gran filantropo di Umilio Fede Retriever ha scoperto anche altro. Racconta, con articoli giurati sulla testa dei propri figli che non ha, che la Beata Vergine Minetti era stata cacciata dalla villa di Arcore nel cuore di una notte buia e tempestosa, mesi fa, era pure nuda. Il premier, che aveva con lei una relazione affettiva, si era stufato perché, geloso come una scolopendra, aveva saputo da certa Donna Prassede che la futura santa aveva un fidanzato e si voleva sposare.
Così la derelitta Nicole era in mezzo ad una strada, telefonava a Papi, ma lui ferreo e virilmente macho littorio, non rispondeva… ed è solo per quello, per rabbia d’amore, che la Consigliera Regionale da dieci mila euro al mese, al secco perché aveva prestato 35.000 euro alla sorella, si mise ad urlare alla Luna, trasformandosi in bestiosa licantropa. Gridava la qualsiasi cosa: stronzo, culo flaccido, vecchio porco, te la faccio pagare, preferisci le altre a me, mi hai rovinato la vita, voglio dei figli, mi voglio sposare, basta questa storia è più grande di me… e piangeva disperata. Ogni tanto accendeva un fiammifero per scaldarsi. E via uno, via l’altro, finirono, e fu il gelo.
Fu così che in un impeto di miracolismo, non raro, il Mahatma Sallusti apparve al ministro Lele Moric e gli indicò la via, e questi la prese, tutta la percorse, ritrovando non per caso, ma per grazia del divino massonico architetto, la quasi assiderata Fiammiferaia Minetti, la caricò sulla sua umile Ferrari 599 China Personal Edition e lì avvenne lo strabilio: arrivò la scorta del presidente. E fu la Luce.
Il mesto ed umile corteo imboccò così corso Buenos Aires. Saranno state le quasi 2.693 e mezzo di mattina. Per strada non c’era anima viva se non sparuti senzatetto, elemosinanti e una spazzina.
Era la Ruby Ruba Mubarak!
Miracolo!
Dio esiste!
Allah pure!
Il ministro Lele Moric che tanto è generoso, come lo è stato per il suo amore platonico Fabrizio Mailettounlibro Corona, si mosse a pianto a dirotto e decise di salvare quella sventurata che risultò poi essere la figlia diretta della cognata della sorella del suocero del settimo fratellastro di Nefertari, nipote assoluta del Faraone d’Egitto Silvio Mubarak.
E furono abbracci, e furono sorrisi. L’Esercito della Salvezza suonava solo con la grancassa il Tema di Lara del dottor Zivago.
Ed arrivò l’alba, si squarciarono le nubi. Sai Baba Silvio levitava nell’etere, luminoso come la stella del salamino Negroni, lì in alto, molto più sopra della Ferrari 599 China, da lui piovevano bonifici e banconote da 500 euro per tutti. Anzi: per tutte.
Poi Dio si incazzò.
E quando Dio si incazza non si scherza. Non c’è Sai Baba che tenga o bernarda che calmi.
Perché Dio queste fiabe le odia. Perché Dio è terribile e se ne fotte anche del papa.
Se ne fotte anche di tutti noi pecore che nulla c’entriamo con le smarrite, ma siamo conniventi e partecipi del crimine totale, dell’insulto globale, noi siamo come quei porci lì, perché li tolleriamo, perdoniamo e non vogliamo mandarli via.
Peccatori massimi proprio a causa dell’assenza di volontà e non perché non possiamo.
Si incazzò forte Dio e come una sequenza di bombe al Neutrino ci vaporizzo finalmente tutti.
Da lontano, un televisore ancora acceso, a basso volume, diffondeva una puntata di Porca a Porca con un certo Altero Butterato Matteoli, una specie di aringa con gli occhiali chiamata Mariastar Enterogerminal e un insetto che faceva domande strane… e quei due che rispondevano, ma non si capiva niente, parlavano un’altra lingua, forse non parlavano, forse erano morti.
Una registrazione in memoria.
Lucio Galluzzi
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