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Quanti coccodrilli per il mafioso Cuffaro…

Publie le domenica 23 gennaio 2011 par Open-Publishing
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Totò Cuffaro è, in via definitiva, un mafioso. In galera starà a dir tanto fino a Pasqua ma è stato condannato in tre gradi di giudizio come tale. Totò Cuffaro (nella foto in preghiera) non era un portaborse, un assessore o un consigliere. Era il governatore della Sicilia, una regione di più di cinque milioni di abitanti e il vicerè di Silvio Berlusconi in uno dei più importanti bacini di voti del centro destra.

In un paese normale dovremmo rallegrarci del nostro Stato, del nostro sistema giudiziario e della capacità di far pulizia all’interno delle nostre classi dirigenti. In uno paese normale vi sarebbero dichiarazioni sul fatto che finalmente giustizia è stata fatta, Cuffaro sarebbe trattato come un appestato e tutti farebbero finta di non averlo mai conosciuto.

In un paese normale… in Italia invece sono tutti costernati e vicini alla “vittima” che sembra star vivendo un lutto, che debba vivere una prova ingiusta da sopportare con cristiana rassegnazione. Date un’occhiata ai primi comunicati. Sono comunicati ufficiali, ponderati e forse preparati da giorni.

Pier Ferdinando Casini e Marco Follini, che stanno in partiti e poli diversi ma chissà perché fanno un comunicato congiunto si dicono “umanamente dispiaciuti per la condanna di Totò Cuffaro” ed esprimono “rispetto per la sentenza, come è doveroso in uno Stato di diritto e tanto più da parte di dirigenti politici. Ma, non rinneghiamo tanti anni di amicizia e resta in noi la convinzione che Cuffaro non sia mafioso”. Casini e Follini non rinnegano di essere amici di un mafioso. Bene!

Quella di Follini è al momento anche l’unica dichiarazione di un esponente del PD e, in mancanza di meglio, dovremmo pensare che anche questo partito, che appoggia il governo di Raffaele Lombardo in Sicilia, non meno chiacchierato del suo predecessore, non rinnega di essere amico di mafiosi.

Tornando all’UDC, chissà perché manda una corona di fiori per conto suo il segretario nazionale Lorenzo Cesa. Appena appresa la notizia della condanna definitiva di Salvatore Cuffaro a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra fa sapere che “sono sempre stato convinto dell’innocenza di Cuffaro e dell’assenza di qualsiasi legame tra lui e la mafia. Oggi, nel pieno rispetto della sentenza, mi sento umanamente vicino a Totò e alla sua famiglia in questo momento di profondo sconforto”. Pieno rispetto della sentenza?

L’Agente Betulla, già condannato per concorso in sequestro di persona e radiato dall’ordine dei giornalisti, Renato Farina, parlamentare berlusconiano, manda direttamente un biglietto di condoglianze: “In quest’ora di infinita amarezza voglio attestare solidarietà pubblica all’amico Totò Cuffaro, che ritengo vittima di un clamoroso errore giudiziario”.

Anche due ministri si sono precipitati per non far mancare i conforti religiosi a Cuffaro. Gianfranco Rotondi esprime: “Dolore e vicinanza al senatore Cuffaro. Cristianamente gli saremo vicini nei giorni difficili che verranno, ma passeranno”. Quanto presto passeranno per Cuffaro i sette anni di condanna lo scopriremo nostro malgrado.

Lo sfiduciando Ministro della Cultura Sandro Bondi è “umanamente e politicamente colpito dalla sentenza della Cassazione nei confronti del senatore Cuffaro. Rispetto la sentenza, anche se non riesco a credere alla verità delle accuse nei confronti di Cuffaro. In ogni caso, cercherò di aiutare cristianamente e umanamente Cuffaro in questa prova che egli ha affrontato con tanta dignità”.

Infine, in un altro comunicato congiunto, due dei maggiori gerarchi del PdL, preoccupati anche dal fatto che mancherà loro un voto sicuro, Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello esprimono la loro “solidarietà all’amico (anche loro!) Totò Cuffaro per la scelta che ha compiuto. Quanto al merito della vicenda, ci ha convito più la Procura della Cassazione che il collegio giudicante”. Come dire che le sentenze su Berlusconi dovrebbero farle scrivere da Ghedini!

Basta così. Se assicurare un criminale alla giustizia contrisce così tanti cuori ci pensiamo noi: esprimiamo tutta la nostra fiducia e solidarietà ad Antonio Esposito e agli altri giudici della Corte di Cassazione di Palermo. Grazie!

Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it

P.S. SE QUESTA E’ LA FIDUCIA CHE PRESSOCHE’ L’INTERA CLASSE POLITICA PROVA PER LE SENTENZE ( ANCHE DEFINITIVE) DELLA MAGISTRATURA POI PERCHE’ CI SI MERAVIGLIA TANTO DEL FATTO CHE IL BRASILE HA RIFIUTATO DI ESTRADARE IN ITALIA CESARE BATTISTI ?

Messaggi

  • http://www.cadoinpiedi.it/2011/01/22/cuffaro.html#anchor

    La condanna a 7 anni del senatore e quella strana intercettazione fra lui e Berlusconi
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    Salvatore Cuffaro, in arte Totò "vasa vasa", ex governatore della Regione Sicilia oggi Senatore della Repubblica, è stato condannato alla pena di anni 7 dalla Corte di Cassazione per favoreggiamento aggravato a "Cosa nostra" e per aver rivelato i segreti delle indagini antimafia a boss e politici. Una sentenza che conferma la condanna inflittagli dai giudici della Corte d’Appello.
    Adesso che Cuffaro è stato condannato per favoreggiamento alla Mafia, assume un contorno ancora più sinistro una conversazione intercorsa tra l’ex-governatore e Silvio Berlusconi. La riportiamo alla memoria.

    Sono le 19.51 del 10 gennaio del 2004. Berlusconi si trova a Palazzo Chigi, Cuffaro nella sua casa di Palermo. Ad ascoltarli c’è un carabiniere.

    B.: Si, sono io presidente come stai?

    C.: Benissimo.

    B.: Le cose come vanno?

    C.: Benissimo... benissimo... Mah, io credo bene al di là delle cose che scrivono i giornali.

    B: Io ho saputo qui,.... La ragione per cui ti telefono... il ministro dell’Interno...
    C: si?

    B. :...mi ha parlato e mi ha detto che tutta la .... È tutto sotto controllo... sotto controllo.

    C.: Va bene.

    B.: sì.

    C.: ma io sono tranquillo, avendo la coscienza a posto. E’ solo... bisogna solo aspettare.

    B.: Lo so, ma non basta, non basta.

    C.: Ci sono i giornali che fanno un poco schifo, e qualche magistrato che fa un poco di bizze.

    B.: Io ho appena finito di leggere "L’Unità" in cui uno psichiatra dice che io sono il diavolo. Capisci? Bisogna dimostrare che io sono il diavolo! [...]

    Quando intercorre questa telefonata Cuffaro è sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento alla mafia e rivelazione di notizie segrete a uomini di Cosa Nostra. Berlusconi aveva una fonte al Tribunale di Palermo che lo metteva a conoscenza delle indagini sul governatore. Lo si evince da un’altra telefonata del 12 novembre del 2003, quando chiamò Cuffaro per informarlo sugli orientamenti "all’interno dell’ufficio che si sta occupando di queste cose".

    Secondo la sentenza di Cassazione emessa oggi Cuffaro aveva una fonte di natura istituzionale che si trovava a Roma e che lo informava sulle indagini in corso. Ma se Cuffaro è stato condannato perché otteneva e rivelava i segreti delle inchieste della Procura di Palermo, logica vorrebbe che anche il Presidente del Consiglio venga almeno chiamato a dire chi lo informava da Palermo sulle indagini sull’ex-governatore. Insomma, chi c’è tra Cuffaro e Cosa Nostra?

  • HO LA NAUSEA, ORAMAI HO PERSO QUALSIASI SPERANZA, CI SONO RIMASTE POCHE STRADE, UNA E’ ANDARE VIA DALL’ITALIA MA NON E’ COSA SEMPLICE, UN’ALTRA E’ SPERARE CHE UNA BELLA MATTINA SVEGLIANDOCI CI ACCORGIAMO DI ESSERE INVASI DA QUALCHE ALTRO PAESE, UN’ALTRA SOLUZIONE MA MOLTO REMOTA PERCHE’ IL POPOLO ITALIANO E’ IN COMA TELEVISIVO MEDIATICO, E’ UNA BELLA RIVOLUZIONE, UN’ALTRA SOLUZIONE DRAMMATICA E’ SPERARE DI ESSERE COLPITI DA UNA BELLA METEORITE IN QUESTO MODO SI AZZERERA’ TUTTO....NON SIAMO DEGNI DI VIVERE SU QUESTO PIANETA..................