Home > RAZZISMO E NEUROSCIENZE

RAZZISMO E NEUROSCIENZE

Publie le sabato 29 maggio 2010 par Open-Publishing
8 commenti

Tre studiosi di neuroscienze di Bologna hanno fatto uno studio sul razzismo usando vari test (come mostrare su un video una mano che era infilzata da un grosso ago per valutare se le risposte date dei neurotrasmettitori posti sul capo di un soggetto erano diverse cambiandole il colore della pelle).

Un cervello ‘normale’ risponde con empatia a quello che vediamo fare a un altro, per cui una persona normale soffre vedendo torturare un altro soggetto o vedendolo soffrire, perché la natura ci ha dotato di un meccanismo per cui ci immedesimiamo in lui e sentiamo la sua sofferenza come se fosse nostra.

Ma questo non avviene in tutti.

Gli studiosi hanno osservato che nel cervello di soggetti razzisti questa empatia manca. Una forte mole di messaggi subculturali elementari, slogan ripetuti a sfondo razzista, hanno inibito le loro risposte naturali, producendo deviazioni comportamentali e distruggendo una naturale empatia.

I razzisti sono in genere soggetti poco acculturati che hanno subìto una pesante e ripetuta manipolazione mentale che li ha fatti regredire ad un livello rettile in cui l’immedesimazione della pietà manca. Il dato culturale può variare ma restano costanti l’appartenenza a un gruppo di simili (vedi nazisti o Ku Klux Clan) e l’assenza di empatia sostituita da sentimenti disumani, come l’odio, il disprezzo, l’indifferenza, la prevaricazione, la strumentalizzazione.

Ora, la natura ha messo l’empatia nell’uomo come reazione istintiva a tutela della specie per evitare che gli uomini si sbranino tra loro o strazino i soggetti più deboli, così come ha messo delle reazioni protettive automatiche nei confronti dei bambini (ormoni particolari che si attivano in presenza delle caratteristiche di un cucciolo: piccola statura, testa rotonda, occhi grandi, boccuccia, lineamenti piccoli ecc.).
Negli uomini più evoluti empatia, maternità e compassione si trasferiscono dai piccoli a chiunque si trovi in condizioni di debolezza, bisogno o sofferenza. Nascono così il volontariato, il sindacalismo, le lotte per la liberazione umana e la tutela dei diritti ecc.

E’ facile notare come in certe categorie di umanoidi tale empatia sia assente, ma non è certo un pregio. Per fare alcuni esempi in campi diversi: i leghisti, i neoliberisti, i pedofili..

Dire che la pedofilia nei preti è una ‘debolezza’, come ha fatto recentemente la Chiesa non solo è poco, è male, perché ripudia l’empatia umana che sta alla base del comandamento del Cristo: “Non fare all’altro quello che non vorresti fosse fatto a te stesso. Ama il prossimo tuo come te stesso”. Stuprare un bambino non indica una personalità ‘debole’ ma una personalità pericolosamente malata che si deve rendere inoffensiva. Si ha qualcosa che contrassegna una gravissima degenerazione dell’essere umano che deve essere isolato affinché non continui a nuocere ad altri.

Analogamente dire che il neoliberismo è un buon sistema o un sistema necessario o un sistema inevitabile è una grave menzogna e un grave delitto, perché le basi stesse del neoliberismo stanno nel porre come base dell’agire di chi può il potere e l’arricchimento, svalutando l’essere umano come fine precipuo con i suoi diritti e valori, in una mercificazione dell’esistente tale da selezionare una classe ristretta di individui disumani che si arricchiscono sullo sfruttamento, sull’impoverimento e sul dolore di tutti gli altri. Questo non è necessario. E’ delittuoso.

Lo stesso potremmo dire dell’attuale manovra fiscale a senso unico, che si abbatte su classi sociali svantaggiate in modo totalitario e selvaggio, salvaguardando vizi, privilegi e abusi della classe che ha il potere economico e politico e che dimostra la sua totale mancanza di empatia e la sua totale delittuosità proprio in quanto delle sofferenze della maggioranza dei cittadini, in particolare quelli più deboli e svantaggiati, proprio se ne frega.

http://masadaweb.org

Messaggi

  • francamente non ho "grandi opinioni" di questi tipi di test... forse non occorrevano le neuorscienze per giungere alla conclusione che chi si sente superiore ad un altro... difficilmente nutre empatia nei suoi confronti... leghismo e neoliberismo forse sono meglio indagabili ricorrendo alla sociologia ed all’economia politica... Ciao.

    • Anche per me sarebbe stato abbastanza ovvio, ma qualcuno poteva pensare che il comportamento fosse naturale anch’esso, anzi qualcuno avrebbe potuto affermare che era più naturale respingere l’estraneo che partecipare alle sue sofferenze. Il responso di questo studio ci assicura, invece, che è proprio anormale, innaturale, contro i meccanismi istintivi che la natura ha messo nell’uomo. E a me, scusa, fa piacere

      viviana

    • Quei test mi sembrano quasi ridicoli. Cercare "supporto scientifico" da queto tipo di prove lascia davvero più di una perpelssità.

      viviana, il tuo intento è sicuramente nobilissimo ma, più volte, nel leggerti, ho avuto la sensazione che dimentichi i lettori a cui ti rivolgi. Se scrivi di tale argomento su un sito come questo, forse non dovresti riferirti a chi lo frequenta come se fossi di fronte al lettore de "la nazione" o "il resto del carlino". Insomma, voglio sperare che qua sopra non vi sia bisogno di spiegare certe cose... Dacci un po’ più fi fiducia :-)
      Mi dirai che su internet non sai mai il "tipo di lettore", che lo avrai postato in duecento siti diversi e via dicendo... vabbé, okkei...

  • Non occorreva certo questo test. E’ da sempre che per giustificare guerre e torture che si spiega che il "nemico" è altro, qualcosa di un pò meno umano. Che sia il barbaro per il romano, che sia il pagano per i cristiani, che sia il musulmano, l’ebreo, il nero, il palestinese od il rom( per limitare la lista) si è sempre inculcato il pensiero della poca umanità "dell’altro" e quindi che la sua tortura, le sue sofferenze, il suo omicidio è meno grave od addirittura un bene.Basta vedere il successo della Lega che fa appunto leva su questa atavica diffidenza dell’altro, lo straniero.michele

    • E’ solo una notizia che è stata data sul tg3 dell’Emilia-Romagna

      Lo so che i test dell’attività elettromagnetica del cervello non verificano nulla e che la scienza può essere usata pro o contro qualsiasi cosa. Ma a me ha fatto piacere sapere che il razzismo provoca obnubliamento anche a livello delle riposte cerebrali innate e che le risposte dei neurotasmettitori encefalicim nel caso di soggetti razzisti, sono come morte.

      Sarà che i miei studi di psicologia mi portano a fare attenzione a notizie come questa. Ma stiamo passando da valutazioni di tipo ideologico a valutazioni di tipo organico. E francamente non capisco tanto risentimento per averne parlato. Avreste preferito che il responso fosse stato che la reazione negativa a un soggetto di pelle diversa era innata e naturale mentre l’empatia no? So che i leghisti o i razzisti sono convinti, al contrario, che sia naturale avercela col diverso.

      Francamente a volte resto perplessa su quello che dà noia ai lettori di questo blog.
      Siete razzisti, per caso?

      copio da http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=4327

      Mesi di lavoro per arrivare a una conclusione: i razzisti hanno un cervello diverso. Nel senso che le loro rotelle girano in modo diverso. Un dato che pare scontato, la novità è che grazie a una ricerca coordinata dall’Università di Bologna ora se ne hanno le prove. Uno studio di tre ricercatori ha infatti dimostrato che le persone influenzate da stereotipi razzisti sono insensibili alla sofferenza provata da persone di etnia diversa.

      La prova è arrivata sottoponendo a soggetti sia bianchi italiani che neri africani residenti in Italia immagini di aghi che venivano conficcati sul dorso di mani dalla pelle di diverso colore. Ciò che hanno osservato i ricercatori, grazie anche all’ausilio di caschi per la stimolazione magnetica transcranica, è che la capacità di condividere e comprendere i sentimenti e le emozioni altrui nei confronti di persone di diverso gruppo etnico è strettamente legata al pregiudizio razziale inconscio dell’osservatore.

      In un’altra fase dell’esperimento gli stessi soggetti sono stati sottoposti a un indagine sui pregiudizi razziali inconsci. A partire da questi risultati è stato possibile stabilire che solo chi aveva sentimenti razzistici non mostrava reazioni di empatia e restava insensibile alle immagini di sofferenza di gruppi etnici diversi.

      A confermare la correlazione è stato un test in cui si vedevano aghi conficcati su mani di colore viola non riconducibili ad alcuna razza. In questo caso tutti i soggetti reagivano come se stessero provando lo stesso dolore. "Questo dimostra che il cervello degli esseri umani è naturalmente disposto e aperto a provare empatia per chi è diverso da sé - ha spiegato Alessio Avenanti del Centro studi e ricerche in neuroscienze cognitive della sede di Cesena dell’Alma Mater. "Sono semmai gli stereotipi culturali negativi ereditati dalla nostra cultura a sopprimere la reattività empatica del nostro cervello".

      La stimolazione magnetica transcranica è una tecnica di studio del cervello che consente di monitorare l’attivazione dei circuiti neuronali associati a diverse sensazioni tattili, come ad esempio quelle di tipo doloroso. Nell’esperimento in questione è stata registrata la reazione provocata dall’osservazione di una sensazione dolorosa provata da altri.

      Ora l’idea dei ricercatori è di proseguire l’analisi estendo il modello ad altri gruppi sociali, diversi da quelli etnici. "Potremmo concentrarci ad esempio sul cervello dei tifosi di calcio oppure su quello di persone che appartengono a gruppi politici differenti", ha accennato Alessio Avenanti.

      viviana

    • ti inviterei a leggerti bene quanto ti è stato scritto nei post qui sopra. Se da ciò concludi che "il fastidio" potrebbe forse essere dovuto al fatto che chi è interventuo è forse razzista... be’ allora non c’è altro da aggiungere. Io trovo il discorso sopra riportato addirittura pericoloso... "le categorie" elencate come monoliti mi fanno rabbrividire... stiamo attenti su questa strada, stiamo attenti....

  • mi stupisce che molti non abbiano compreso la portata di questo test.

    trovo che invece sia molto rappresentativo del problema morale che stiamo attraversando, e vorrei proporne una variante: anzichè prendere persone dal colore della pelle diverso, prenderei pigmentazioni uguali, e farei scorrere a video sottotitoli che indichino se il soggetto trafitto con aghi è un dipendente privato oppure un dipendente pubblico; quindi registrerei le reazioni emotive dei soggetti campione.

    per restare in sintonia con le attuali tendenze, il tempo impiegato per il test verrebbe riconosciuto quale straordinario retribuito (e detassato!) ai dipendenti privati; al contrario i dipendenti pubblici dovranno recuperare il tempo sprecato in coda alla data di pensionamento: se poi sono femmine, il tempo da recuperare viene calcolato doppio.

    penso che questa soluzione sarà condivisa da praticamente tutti gli schieramenti, politici e sindacali, così come lo sono state altre, purtroppo vere, di quest’ultimo periodo.

    p.s.: ma le trafitture con aghi di questo test sono vere o sono (si spera!) trucchi televisivi?
    (a scelta):

    A: sempre vere;

    B: sempre finte;

    C: finte per i dipendenti privati, VERE per i dipendenti pubblici.

    il voto è aperto!

    • Sono sempre più perplessa.
      I neurologhi studiano il cervello umano in base alle sue risposte elettromagantiche.
      Dato un certo stimolo, si ha comunemente una certa risposta in una zona del cervello deputata a determinate funzioni e raffigurabile come una serie di scariche eletttriche.
      In questo non c’è nulla di intenzionale o culturale, è istintivo.

      Le risposte istintive e automatiche sono in genere dipendenti dal DNA, la natura ha messo in noi certe reazioni in difesa della specie. Queste reazioni sono di diverso tipo, anche non cerebrali.

      Per esempio se si mostra a una persona qualcosa che suscita il suo interesse sessuale si dilatano le pupille, è una reazione istintiva che si ha per un eterosessuale quando vede un bel soggetto di genere diverso, e in un omosessuale se vede un bel soggetto di genere simile. E questo è uno dei test per scoprire le tendenze sessuali di un soggetto.
      Io non vedo nessuna discriminazione in questa analisi.

      Allo stesso modo se si mostra un bambino piccolo a una donna con tendenze materne, si hanno delle risposte istintive (anche a livello ormonale, viene secreta prolattina che non serve a produrre più latte, tant’è che la troviamo anche nelle donne sterili o non gravide e negli uomini, e può essere considerata un ormone della protezione del piccolo), ma se mostro lo spesso bambino a un pedofilo non ho risposte automatiche di tipo protettivo bensì ho risposte di eccitazione sessuale.

      Chiunque studi psicologia o psichiatria sa che questi test fanno parte delle ricerche sull’essere umano. Non sono test da cui discendono valutazioni etiche (quelle le posso fare io), sono solo costatazioni di meccanismi naturali diffusi nella maggioranza degli esseri umani.

      Non capisco perché desti tanta irritazione e addirittura sia considerato razzista
      che si siano trovate zone del cervello che si accendono per reazioni empatiche e che una pessima subcultura come quella leghista possa spegnerle.

      Finora erano solo i leghisti che dicevano che si faceva del razzismo contro di loro.
      devo trovare ripetute le loro bislacche tesi anche qui?

      Ma se è razzista criticare le posizioni leghiste e dire che sono anche anomale a livello di risposta elettrica automatica del cervello, allora è razzista chiunque critichi qualunque comportamento deviante? E’ razzista chi critica i pedofili? E’ razzista chi critica il nazismo?
      Ma andiamo....

      viviana