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Resoconto sulla Conferenza di Parigi dei collettivi del no alla costituzione europea
Publie le sabato 20 agosto 2005 par Open-Publishingdi Franco Russo
Resoconto
Convocata da un gruppo di lavoro francese, espressione dei collettivi del no, si è tenuta a Parigi una Conferenza europea (24-25 giugno): 200 persone, in rappresentanza di movimenti, sindacati, partiti, associazioni, gruppi parlamentari di tutta Europa. A essa hannno preso parte anche forze che hanno espresso un ’sì critico’ verso il Trattato: una Conferenza dunque già capace di porre su basi nuove il dialogo tra quanti/e ritengono che in ogni caso il processo costituente deve essere democratico, deve cioè garantire la partecipazione dei/delle cittadini/e.
Decine gli interventi che hanno avuto tutti la preoccupazione di unire la prospettiva costituente con la mobilitazione e con le lotte già in corso (contro la Bolkenstein, la precarietà, la guerra ecc.); naturalmente diverse le accentuazioni e le tematiche: tutti però hanno manifestato una chiara e netta opzione europeista, senza alcun arretarmento ’sovranista’ o nazionale. Gli interventi francesi hanno in dettaglio esposto la composizione sociale, culturale e politica del voto: operaio, giovanile, di sinistra, europeista. Gli interventi olandesi - ha partecipato ai lavori anche un deputato socialista per il no - hanno evidenziato, aloro volta, le caratteristiche antiliberiste del no in Olanda, nonostante più pressante sia stata la mobilitazione della destra xenofoba.
Il giudizio generale e complessivo è che in Europa non è egemone, nello schieramento del no, un partito erede del ’gollismo’ (quello della sovranità delle nazioni), bensì un movimento antiliberista che chiede la creazione della democrazia europea.
Il dibattito ha arricchito sia l’iniziale piattaforma di convocazione sia la bozza di appello finale la cui discussione è costata una lunga riunione serale, ripresa in plenaria il 25 mattina. L’arricchimento e i miglioramenti del testo si vedono soprattutto in relazione a: guerra, sovranità alimentare, ecologia, cultura della differenza, assetto democratico delle competenze istituzionali. Una discussione approfondita che ha prodotto un documento la cui novità vera sta nell’assunzione, da tutti condivisa (NB), dell’ elaborazione di un Manifesto o una Carta dei diritti sociali e democratici dell’altra Europa.
Sono state anche definite le tappe per scrivere questo documento:
23 settembre a Istanbul una riunione che continui il confronto di Parigi;
12-13 novembre assemblea internazionale a Roma ( o a Firenze) per redigere i principi-base della Carta europea, da porre definitivamente in discussione per la ’ratifica, in un’Assemblea ad Atene nell’aprile 2006.
L’assemblea di Roma è esplicitamente citata nel documento finale (che potrete leggere nelle prossime ore in rete, dopo la stesura finale per raccogliere gli emendamenti): tutti fanno su di essa un grande affidamento. Altrettanto grande è la nostra responsabilità. Penso che per noi tutti/e è una grande soddisfazione vedere accolto un obiettivo che perseguiamo dal Social Forum di Firenze, e spero che ci impegneremo per organizzare una proficua assemblea, base necessaria per il ’varo’ della Carta ad Atene.
Nell’appello finale si richiama l’agenda politica e gli appuntamenti di mobilitazione (Ginevra, giornata europea contro la Bolkenstein ecc.).
La presenza del GUE, dei Verdi, dei socialisti, di Rifondazione comunista, di Krivine e di altri esponenti politici, ha rappresentato un passo inavanti nella costruzione di alleanze particolarmante importanti sulle questioni istituzionali e costituzionali.
Nessuno ha messo in discussione il metodo di lavoro sperimentato nei movimenti negli ultimi anni: cooperazione orizzontale, libertà di iniziativa, mancanza di gerarchia e di vertici, coordinamenti orizzontali, principi riaffermati in un chiaro intervento di Aguitton.
Ritengo necessario vederci come collettivo di lavoro per l’Assemblea di novembre, la cui costituzione è di fatto avvenuta il 31 maggio. Agostinelli mi ha chiesto di fissare un appuntamento intorno al 20 luglio: ritengo che sia un po’ tardi.
Vi proporrei di incontrarci giovedì 7 luglio alle 15, chiedendo ospitalità sempre alla CGIL. Eventualmente, per chi non fosse partito/a, ci si potrebbe rivedere intorno al 20 luglio.
Fatemi sapere le vostre disponibilità e preferenze nel più breve tempo possibile per organizzare l’incontro
Questo resoconto potrà essere integrato ed emendato dai presenti a Parigi (Migliore, Bernocchi, Tamburino).
saluti
Franco Russo
Nota personale
Non credo di scadere nel pettegolezzo politico, perché sono guidato solo dall’intento di fare chiarezza e di coinvolgere tutte le forze in questo processo, se do conto dell’atteggiamento di Attac Europa - non di quella italiana, di cui non posso invece che sottolineare l’impegno unitario per costruire un’alternativa al Trattato costituzionale, su cui in particolare Attac Roma ha organizzato un riuscitissimo ciclo di seminari.
Come sapete Attac Europa ha prodotto un ’piano ABC’ (diffuso in rete), e organizzato un incontro pubblico a Bruxelles in occasione del Consiglio europeo. Su ciò nulla quaestio.
E’ che l’attteggiamento politico di Attac Europa ( e Attac Francia in particolare) è quello di chi vuol riassumere in sé tutto l’europeismo, proponendo al contempo un ’piano’ in cui prospetta la stesura di un nuovo Trattato, di cui però alla fine sempre i governi sarebbero i ’signori’, come si usa dire. Se si accettasse questa prospettiva, si minerebbe alla radice quella di un processo costituente dal basso, sia pure multilivello ( capace cioè di attivare anche le rappresentanze elette democraticamente). Naturalmente di tutto si può discutere, solo che a Parigi Attac ha mandato una sorta di plenipotenziario - peraltro come dirò non rappresentativo di tutte le posizioni, neppure di quelle francesi. Faccio queste notazioni personali, e lo sottolineo personali, per evidenziare che le spinte egemoniche possono provenire anche da forze ’non partitiche’, anzi nate addirittura nel e con il movimento no global.
Tanto è avvertito questo pericolo che sabato 25 si è tenuta a porte chiuse una riunione di Attac Francia, pur essendo in corso a Nanterre l’assemblea nazionale di collettivi del no. Da questa posizione sia per il contenuto sia per il disegno politico si è differenziato Pierre Kalfa, che ha condiviso invece la prospettiva del processo costituente dal basso.
Penso che in questo lavoro di costruzione dell’europeismo di sinistra ed elaborazione della Carta tutti/e debbono partecipare facendoci guidare dai principi dell’inclusione, del confronto,del consenso per mettere a frutto i ’talenti’ di ciascuno/a (individuo e organizzazione).




