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Ricordo di una lite tra Garroni e G.Berlinguer (sull’ambiente) con finale a sorpresa

Publie le lunedì 15 agosto 2005 par Open-Publishing

Era il 1970 e Giovanni non credeva troppo all’ecologia. Poi...

di Fabrizio Giovenale

In aggiunta alle molte nobili cose scritte nei giorni scorsi in memoria di Emilio Garroni (anche per me «il miglior uomo tra quanti abbiamo conosciuto», come lo ha definito Tullio De Mauro su "La Repubblica") vorrei ricordare una vicenda di molti anni fa.

Era il 1970. D’ambiente si cominciava appena a parlare. Era appena uscito "L’imbroglio ecologico" di Dario Paccino che del problema "visto-da-sinistra" dava un’immagine quasi-caricaturale: come di fisime snob-schizzinose delle contesse di Italia Nostra. «L’ecologia di lorsignori», diceva... E un orientamento analogo per certi aspetti espresse su "L’Unità" Giovanni Berlinguer: in termini (se ben ricordo) di contrapposizione tra la concretezza politica della questione sociale e del conflitto capitale-lavoro e una presunta indeterminatezza e pretestuosità extra-politica della questione ambientale.

Fino ad allora, che io sappia, Emilio Garroni non s’era occupato di ambiente. Un naturalista romantico patito di fiori-e-uccellini certamente non era. Ma il suo rigore logico e la sua onestà intellettuale furono colpiti dal rifiuto a-priori - da parte di quelle posizioni - della realtà oggettiva incontestabile del degrado della biosfera per mano umana. E reagì "in nome della ragione".

Eravamo in vacanza insieme ad agosto in un posto di mare con le famiglie e altri amici. Lui arrivò lì da Roma con una borsa piena di carte, e passò buona parte del mese a documentarsi e a scrivere per lo stesso giornale una replica a Giovanni Berlinguer, contrapponendo appunto la realtà dei rapporti uomo-Terra e la validità della preoccupazioni ambientaliste a quel preconcetto rifiuto. A fine-mese spedì l’articolo, che "L’Unità" pubblicò. E avvenne questo di eccezionale: che fu G. Berlinguer stesso - rispondendo a sua volta - a dargli ragione: ad ammettere di essere incorso in errore e a rivedere da cima a fondo le sue posizioni. Un esempio di straordinaria onestà mentale da parte sua. E una vicenda, in complesso, che fa onore ad entrambi i protagonisti.

Chissà se "L’Unità" nei suoi archivi ne conserva memoria. Ripubblicarla oggi, mentre a sinistra e dintorni c’è ancora dopo 35 anni (come s’è visto purtroppo nel dibattito in corso su "Liberazione") chi resta ostinato su posizioni di pregiudiziale rifiuto nei confronti della questione ambientale, chi non ha avuto ancora la capacità logica di guardare la realtà in faccia come Garroni, né trovato il coraggio morale di fare il passo-indietro che fece allora Giovanni Berlinguer...

... Ripubblicarla, dicevo, potrebbe servire. Oltre a rappresentare un omaggio ulteriore - doveroso anche questo quanto ogni altro, direi - alla statura intellettuale e morale di Emilio Garroni.

http://www.liberazione.it/giornale/050812/LB12D6C2.asp