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Rivoltare il debito.
par ripreso da E.B.
Publie le sabato 3 dicembre 2011 par ripreso da E.B. - Open-PublishingSiamo il 99%, rivolteremo questo debito!
Comincia la campagna #siamoincredito
“Cambiare tutto per non cambiare niente” questa frase del Gattopardo ci sembra quella che più sintetizza la fase politica che stiamo attraversando.
Da mesi a questa parte ormai siamo sottoposti ad un bombardamento mediatico senza precedenti, volto ad un solo ed unico obiettivo: far percepire la macelleria sociale già in atto, che aumenterà nei prossimi mesi, come unica via di uscita dalla crisi e come unico modo per rimanere aggrappati all’Europa dei “grandi”.
L’uscita di scena (o presunta tale) di Berlusconi si sta rivelando per quello che è veramente: la necessità dei potentati economici e finanziari di accelerare l’applicazione dei dettami della BCE e delle banche. Operazione conclusasi con l’ insediamento del governo Monti, diretta emanazione dei poteri forti e dell’1% della popolazione, che detiene potere e ricchezza, come dimostra la composizione di questo esecutivo: personaggi di spicco della finanza, rettori di università private, grandi affaristi.
Attraverso la retorica della responsabilità nazionale le forze politiche di centro-destra e centro-sinistra (seppur con calcoli e tatticismi diversi) perseguono insieme un obiettivo comune, che da sole non riuscirebbero a perseguire: far pagare i costi della crisi al 99% della popolazione, per garantire all’ 1% di conservare gli enormi profitti accumulati a nostre spese; ma soprattutto conservare un sistema socio-economico fondato sulla logica del profitto e dello sfruttamento, un sistema che è l’unico vero responsabile di questa crisi.
L’applicazione concreta di questo progetto risulta evidente dai provvedimenti che questo governo vuole attuare: si parla da subito di 25 miliardi di euro (ed è solo l’ inizio) recuperati quasi esclusivamente con tagli alla spesa sociale (trasporti, sanità, istruzione) e con l’innalzamento dell’età pensionabile.
Questo si traduce immediatamente in meno servizi e meno diritti per tutte e tutti; innalzare l’età pensionabile non vuol dire solo costringere molti lavoratori e lavoratrici a posticipare la pensione dopo 40 anni di lavoro, ma anche bloccare le assunzioni per le giovani generazioni già colpite da un tasso di disoccupazione che sfiora il 30%.
In questo contesto è chiaro come la patrimoniale paventata dal governo sia uno slogan strumentale. In primo luogo perché, stando alle dichiarazioni, colpirà solo i beni immobili lasciando inalterate le enormi ricchezze “mobili” delle rendite finanziarie e degli stipendi milionari. Ma soprattutto perché le entrate andranno a contribuire a sanare un debito pubblico illegittimo (che di pubblico ha ben poco) invece di essere utilizzate per aumentare i salari, finanziare scuole e università pubbliche, migliorare servizi e trasporti; in poche parole, redistribuire una parte di quella ricchezza che ci è stata tolta.
In questi giorni l’odiosa retorica del risanamento del debito accompagna tutti i dibattiti pubblici e le scelte politiche. Su questo vogliamo essere chiari: Questo debito non l’abbiamo causato noi e non lo paghiamo!
Vogliamo smascherare questa grande e vergognosa falsità. Il debito non è frutto di una spesa sociale aumentata (che diminuisce invece da 30 anni), ma di una bassa tassazione delle rendite finanziarie e dei redditi alti, e del salvataggio di banche e imprese.
Quindi lo paghi l’1%, lo paghino gli speculatori, gli affaristi e i profitti di banchieri e capitalisti.
Il 99% della popolazione è già stato colpito negli ultimi decenni da tagli ai servizi, all’istruzione, ai diritti: studenti/esse, precari/ie, lavoratori/trici, migranti, donne hanno accumulato un credito nei confronti dell’1%, nei confronti di questo sistema. Oggi che l’1% si compatta attorno al governo Monti, oggi che le nostre voci scompaiono di fronte a una stampa mainstream completamente schierata, oggi che perfino il voto referendario viene messo in pericolo, ci smarchiamo da questo clima di pacificazione e diciamo con forza che NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO, SIAMO IN CREDITO!
#SIAMOINCREDITO di DIRITTO ALLO STUDIO, perché distruggono scuola e università. Da anni si tendono a scaricare i costi dell’istruzione sempre più sulle tasche degli studenti.
Non c’è più mediazione possibile: vogliamo riappropriarci dei nostri soldi e rivendicare un’istruzione pubblica e gratuita. Per questo proponiamo una grande campagna di autoriduzione delle tasse universitarie e riappropriazione di reddito, diritto allo studio e case per studenti e precari. Inoltre continueremo a promuovere e sostenere l’applicazione della “cedolare secca”, che permette di liberarsi dagli affitti in nero e di registrare autonomamente (senza la collaborazione del padrone) un contratto a costi che non superino il 10% del canone attuale.
#SIAMOINCREDITO di TRASPORTI, BENI COMUNI e SERVIZI PUBBLICI, perché li privatizzano e ne traggono profitto, espropriandoci di un bene comune e scaricando così i costi del debito sui cittadini.
Ci mobiliteremo contro ogni aumento dei costi di trasporti e servizi, a partire da Roma dove l’ATAC ha già annunciato un aumento del biglietto a 1,50€.
Sosterremo e praticheremo la campagna di “Obbedienza Civile” promossa dal Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua, per difendere ed applicare l’esito della vittoria referendaria, tramite l’autoriduzione delle bollette del servizio idrico di quel 7% (a Roma è addirittura il 18%) che attualmente finisce come profitto nelle tasche dei privati.
#SIAMOINCREDITO di SALARI e DIRITTI, perché tagliano lo stato sociale, riducono gli stipendi, estendono la condizione di precarietà e licenziano per salvare i loro profitti.
Vogliamo liberarci da una condizione di eterna precarietà lavorativa ed esistenziale cui vorrebbero condannarci. Rivendichiamo il diritto ad un salario minimo garantito per tutti i lavoratori e le lavoratrici e ad un reddito garantito per studenti/tesse, precari/ie e disoccupati/e.
#SIAMOINCREDITO di DEMOCRAZIA, perché decidono al nostro posto. La vittoria al referendum su acqua e nucleare in Italia, le piazze degli Indignados in Spagna e di Occupy negli Stati Uniti ci dimostrano che nuove forme di partecipazione e di democrazia radicale dal basso sono possibili.
Vogliamo riprendere la parola e tornare a decidere sulle nostre vite, specialmente in un momento in cui vorrebbero scaricare i costi di un debito odioso sul 99% della popolazione, che non è affatto responsabile di questo debito. Per questo sosteniamo l’appello e proponiamo un audit pubblico dei cittadini sul debito, per poter decidere comunemente se e quanto andrebbe pagato di questo debito e quindi poter decidere insieme del nostro avvenire comune.
NOI SIAMO IL 99% E SIAMO IN CREDITO!
AteneinRivolta Roma – Coordinamento dei Collettivi