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ANGELO GARRO e ANNA CREMONA
E-mail:angelogarro@aliceposta.it
http://www.alpinorobertogarro.it
Oggetto: FLUSSI E RIFLUSSI Lunedì 1 luglio 2005
Ennesima presa d’atto e conseguente testimonianza di genitori di un soldato caduto in servizio, in tempo di pace, fra discriminazioni, indifferenza istituzionale e tanta ipocrisia.
Noi che siamo fermamente e sinceramente contro la guerra, contro il terrorismo di qualsiasi matrice, contro l’ipocrisia e caparbiamente contro l’indifferenza, sia popolare che istituzionale, sempre più frequentemente ci tocca essere testimoni impotenti nel constatare come in questo paese l’ipocrisia sia sempre più eclatante e marcata.
Lo abbiamo già constatato e preso atto in precedenti occasioni (sono infatti ondate periodiche), come il 12 novembre 2003 con i martiri di Nassiriya in Iraq, a seguire con i quattro body-guard ostaggi sempre in Iraq e conseguente assassinio di Quattrocchi che pagò con la vita la sua ricerca di lavoro, e tanti altri fatti ancora fino ad arrivare ai funerali odierni di Acitrezza e Casarano; celebrati in pompa magna, quasi come Martiri di Stato.
Non deploriamo certamente gli onori resi a turisti vittime innocenti di terrorismo, ma all’ipocrisia delle istituzioni e degli uomini politici, tutte e tutti presenti in Piazza sotto i riflettori ed a quella stampa cartacea e televisiva sempre in cerca di scoop e di odiens, molto bravi nel creare “eroi” e bravissimi a silenziare ignorando e tacendo laddove vi sono veri Martiri e veri Eroi, se prima non abbiano avuto il placet dell’Autorità Costituita (quella militare), la quale di norma vieta qualsiasi commento o riferimento e tanto meno pubblicazione che riguardi Vittime dello Stato caduti in servizio.
Giornalisti, forse colpevoli solo in parte, dato purtroppo le norme rispolverate di recente in seguito alla guerra in Iraq, norme riguardanti quelle leggi di guerra legate al vecchio Codice Militare di Guerra che tutti credevamo dimenticate fin dal 1945 con la fine della guerra e utopisticamente di tutte le guerre, specialmente quelle di aggressione.
Abbiamo purtroppo presente, nella memoria le innumerevoli lettere-appelli inviate al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio, al Ministro della Difesa, ecc. ecc. lettere-appelli tutte inviate nella vana speranza di fare chiarezza e ottenere giustizia sul perché nostro figlio: alpino Roberto Garro, di 19 anni, in servizio di leva obbligatoria, sia morto in circostanza mai chiarite sia dalla magistratura militare che da quella ordinaria; morto insieme ad altri tre commilitoni, sepolti frettolosamente tutti nudi e sporchi, privati della camera ardente, della veglia di preghiera, con esequie affrettate e segrete all’interno della caserma in cui prestavano servizio; caserma preclusa a tutti noi genitori e familiari, nonché del vile e truffaldino trasporto delle bare su irregolari furgoni da mercato, anziché su regolari carri funebri (come da contratto). Lettere-appelli tutte ignorate e senza risposte.
Esequie senza onori e senza dignità, una vergogna che si protrae ancora oggi, inascoltata nonostante gli appelli, le denunce e le manifestazioni su quasi tutte le piazze d’Italia, comprese quelle di Montecitorio e Colonna Traiana, antistanti i più importanti Palazzi della politica italiana: Parlamento e Presidenza del Consiglio.
Indifferenze e discriminazioni notevoli, che non possiamo non notare e non possiamo non ricordare se non con profonda amarezza. Differenze che marchiano il nostro paese di ipocrisia e vergogna; considerando che ancora una volta (come se non bastasse il già vergognoso passato) assistiamo all’innalzamento agli altari della gloria e della beatificazione dei semplici cittadini che se pur vittime innocenti della bestialità umana, restano comunque dei civili sfortunati, ma quella stampa ipocrita e teatrale che a suon di grancassa ci impone, ed impone alle stesse istituzioni, all’osanna totale, ma che tace su quei caduti in divisa al servizio dello Stato morti fra misteri, negligenze dei vertici militari e istituzionali, nonnismo ed infine di uranio impoverito sia nei poligoni di tiro sparsi lungo tutta la Penisola, sia in cosiddette “missioni di pace” non possiamo perdonare. Giornalisti forse succubi, vilmente succubi di quelle norme del Codice Militare di Guerra appena rispolverate (art. 8-9-72-73) che recitano: la legge punisce con la reclusione militare “l’illecita raccolta, pubblicazione e diffusione di notizie militari”. Considerando notizie militari tutte quelle notizie che troppo spesso e senza una vera “ragion di Stato” vengono catalogate come “Segreto di Stato” anche se riguardano solo vergogne di routine quotidiane.
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Tutto ciò porta questa nostra strana democrazia ad una sorta di vergognosa censura degna della più classica “repubblica delle banane”.
Inoltre, tutto ciò consente a quei vertici militari di offendere spesso la memoria di chi cade, ed agli uomini delle nostre istituzioni di far orecchio da mercante sulle necessità e sulle richieste dei cittadini.
Prova ne è che nonostante le tante belle parole sempre predicate sia dal Capo dello Stato che da tutti i nostri uomini politici i quali eletti per volere della “sovranità popolare” dovrebbero rappresentare il popolo in tutte le sue priorità e necessità; ed invece curano solo i propri interessi economici, affaristici e di potere.
Infatti, ed a riprova di quanto affermiamo, una lunga ed estenuante battaglia condotta per anni dai genitori di giovani militari, poliziotti e carabinieri che ha portato alla stesura di una “Proposta di legge Unificata: Ramponi A.N. e Ruzzante D.S. già votata all’unanimità in Commissione Difesa della Camera, proposta che concede un minimo risarcimento per una vita sacrificata alla Patria di € 75.000,00 (pari a £ 150 milioni di vecchio conio) giace ignorata o insabbiata in Commissione Difesa, nonostante approvata all’unanimità e nonostante il placet della Commissione Tecnica nominata dal Ministro del Tesoro. E ciò perché l’indifferenza dei nostri politici e dell’attuale Governo verso i nostri soldati caduti, nessuno si prende la briga di portarla in Aula per un dibattito ed una eventuale approvazione, forse consapevoli e forse anche complici del Ministro delle Finanze che con la solita scusa (falsa e ne abbiamo le prove) della mancanza di copertura finanziaria tacciono e ignorano questa dimostrazione di civiltà, dirottando un oceano di risorse finanziarie in mille altri rivoli tra cui il mantenimento di ingenti truppe italiane dai Balcani al Medio Oriente in pseudo “Missioni di Pace” che altro non sono che fabbriche di morti che poi non verranno risarciti; a meno ché non siano “vittime di terrorismo”; provvedimento approvato in tutta fretta ed in pieno periodo vacanziero: il 3 agosto 2004, legge n° 206, (pubblicata sulla Gazz. Uff. n° 187 del 26 agosto 2004).
Speciale Elargizione, corrisposta nella misura di € 200.000,00 più un assegno vitalizio di € 1033.00 ecc. ecc.
E tutto ciò per lavarsi la coscienza per aver iniziato una guerra che il popolo italiano rifiutava e che ha già provocato 38 morti. Tutto ciò dimenticando i nostri politici che siamo ormai alla scadenza della XIV legislatura, e come potremmo votarne un’altra, se le premesse sotto gli occhi di tutti sono di totale sfiducia in questo Stato? E di totale sfiducia verso questo tipo di giustizia?
Siamo certi che leggendo queste nostre riflessioni pochi ne comprenderanno il vero significato del nostro pensiero, qualcuno sicuramente si scandalizzerà e non approverà, ma avendo noi un nervo scoperto che ancora duole e duolerà per sempre, noi che di ogni ipocrisia ci siamo spogliati, non possiamo non notare certe differenze. Siamo un’Italia ipocrita, menzognera e bigotta e solo considerando che noi genitori di un unico e meraviglioso figlio, morto soldato di leva (obbligatoria) in tempo di pace, vilipeso e oltraggiato dallo Stato, Stato che non ci ha mai reso giustizia ne tanto meno risarcimenti, restiamo ancora in attesa almeno di banalissime scuse alla memoria da parte di questo Stato padrone ed arrogante, semplici scuse per le offese arrecate a nostro figlio, prima, durante e dopo la Sua morte, scuse che rendano a nostro figlio ed ai suoi tre sfortunati commilitoni quella dignità che l’indifferenza dello Stato, e l’arroganza di alti ufficiali delle FF. AA. Italiane con la complicità di quelle istituzioni preposte, Gli hanno tolto.
A noi a cui lo Stato ha tolto tutto, avendoci scippato il nostro meraviglioso figlio, abbiamo anche dovuto subire una serie di aggressioni vergognose quali: il mancato riconoscimento della salma di nostro figlio, l’impedimento di porgerGli un ultimo saluto d’addio, la mancata ricomposizione cristiana come la semplice e doverosa vestizione della Sua salma, il mancato allestimento di una camera ardente e conseguente veglia funebre di preghiera, un dignitoso (e onesto) trasporto della Sua salma alla Sua città d’origine, ma ciò che è peggio l’ostinato silenzio del Capo dello Stato ai nostri innumerevoli appelli (19), ma oggi egli invia ipocritamente corone di fiori e messaggi di cordoglio alle vittime di Acitrezza CT e Casarano LE.
Ovviamente siamo vicini alle famiglie Conti, Maiorana e Privitera e partecipiamo al loro dolore, ma non possiamo accettare tanta discriminazione da parte di Organi dello Stato nei confronti di nostri figli che hanno sacrificato la vita al servizio della Patria, e quindi, silenziosamente ma fermamente protestiamo!
In Internet tutta la documentazione: www.alpinorobertogarro.it
“Storia di un soldato tradito”
angelo garro e anna cremona




