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riccardo orioles riccardoorioles@sanlibero.it
La Catena di San Libero
8 agosto 2005 n. 296
Cronaca. Roma. "No, non ci sono novità, non vuole uscire. Comunque non
appare violento. Coglierlo di sorpresa non si può e un’irruzione
sarebbe troppo pericolosa". Ecco, avete sentito: le forze dell’ordine
escludono un intervento violento, ma siamo ormai al decimo giorno di
questa patetica - ma che potrebbe diventare anche drammatica - vicenda
esplosa in un istituto bancario della Capitale.
L’anziano funzionario che s’è barricato nella sua ex banca non vuole
infatti sentire ragioni, ha scorte di viveri e acqua evidentemente
predisposte per una lunga permanenza, controlla i sistemi di sicurezza
della filiale e rifiuta qualsiasi contatto con gli investigatori. Solo
la moglie e il parroco del suo paese hanno potuto finora scambiare
qualche parola con lui ed entrambi hanno riferito sostanzialmente lo
stesso messaggio: "Sono il governatore, io! E’ mia la banca, non me la
porterete via! Me l’ha detto Dio!". Qui Roma, da via Nazionale è
tutto, a voi studio.
Cossiga, sempre più simpatico con gli anni, è quel che una volta in
Francia si definiva un "president binoclard": uno di quei politici
della Terza repubblica (francese: noi ci dobbiamo ancora arrivare)
molto vivi nei salotti e alle inaugurazioni, mediocri, provinciali,
goffi, spiritosi, noti soprattutto per l’elegante presenza -
immancabili sciarpa bianca e binocolo al collo - alle corse dei
cavalli. Purtroppo gli è toccato di vivere in tempi movimentati, coi
russi che minacciavano di sbarcare a Sassari e tutti i buoni patrioti
che si organizzavano, con cupe riunioni segrete e abbondanza di
giuramenti, per salvare la Patria nonché Dio, l’Ordine, lo Stato e il
Re.
Per lui, che da ragazzo leggeva molto Dumas e da adulto collezionava
soldatini di piombo, tutto ciò era molto eccitante, un misto fra i
Compagnons de Jeu e Zero-zero-sette. Purtroppo per lui, fra i suoi
colleghi d’avventura ce n’erano di molto più capaci - Andreotti ad
esempio - ed erano loro che alla fine riuscivano ad acchiappare i
diamanti della regina o l’oro di Goldfinger o, più prosaicamente, le
simpatie dell’ambasciata americana. Invidia, invidia! IO ero il vero
genio dell’intrigo! IO ero il vero manovratore occulto!
Così, ogni tanto si rifà accusando i radicali di avere ammazzato
Giorgiana Masi, gli arabi di aver messo la bomba a Bologna, Zapatero
di aver fatto morire il papa (questa ancora no: ma è un nostro
suggerimento per quando non gli venissero esternazioni migliori) e
così via. Ogni volta ci guadagna un titolo sul Corriere, un po’ di
polemica da chi ha voglia di farne, a volte un po’ di Vespa. Meglio di
niente.
Pisanu: "Al Qaeda: con questo nome si deve ora intendere,
essenzialmente, una ideologia che strumentalizza l’Islam".
Luttwak: "Al Qaeda è morta, e dobbiamo smettere di resuscitarla.
Esisteva quando aveva una struttura di comando guidata da Osama bin
Laden, basi e depositi in Afghanistan, reti di comunicazioni
internazionale efficaci, e soldi che arrivavano soprattutto dai suoi
ammiratori negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita. Oggi tutto
questo non c’è più".
Oriana Fallaci: "Sono quattr’anni che parlo di nazismo islamico, di
guerra all’Occidente, di culto della morte. Non esiste un islamico
moderato".
Blair: "La presenza britannica in Iraq è solo un pretesto usato dai
terroristi".
Va bene, ma se Bin Laden è saudita, Al Zawahiri egiziano, Al Zarqawi
giordano e se i talebani sono in Afghanistan, che cavolo ci facciamo
in Iraq? [antonella serafini]
Blair, Bush, Bin Laden, Fallaci. Fanatici di allà, fanatici di
aqquà... Ma che s’ha da fa’ ppe’ campà?
Normalità. Cento, o duecento, o cinquanta emigranti annegati davanti
alla Sicilia. "Continuano le ricerche del battello...".
Marchette a reti unificate. Il Tg5 del 28 agosto, edizione delle 20,
ha riservato grandi sorprese ai suoi telespettatori: una bella
"marchetta" estiva, infilata nella scaletta approfittando del caldo
("marchetta" in giornalistese è un pezzo commissionato da aziende,
politici o amici vari). Pubblicità occulta, insomma. Sarebbe illegale,
ma viene bonariamente tollerata dall’Ordine dei Giornalisti.
Accade così che quella sera chi ha scelto l’ammiraglia dei Tg
Mediaset, illudendosi di ricevere informazione, si trova davanti a una
pubblica acclamazione della nuova Punto, osannata ancora prima di
essere messa in vendita. Le immagini della nuova creatura di casa
Fiat, commentate dalla suadente voce di Lamberto Sposini, diventano
così un eccezionale spot pubblicitario gratuito travestito da
giornalismo. E sul servizio pubblico? Il Tg2 delle 20.30, esattamente
nello stesso giorno, passa le stesse immagini, con lo stesso
montaggio, commentate da una brillante Maria Concetta Mattei che
descrive in dettaglio, quasi con le stesse parole di Sposini, un’auto
"lunga oltre quattro metri, con una straordinaria abitabilità, design
firmato Giugiaro, un rilancio in grande stile per la casa
torinese...".
Chi ha il dovere d’intervenire in casi simili? L’Ordine dei
giornalisti? La Commissione di vigilanza Rai? Topo Gigio precario,
cacciato dallo Zecchino d’Oro per fare pubblicità ai libri del topo
Geronimo Stilton? La verità è che nessuno è tenuto a intervenire, e la
pubblicità occulta viene perseguita solo su segnalazione degli utenti.
Per questo motivo, ritenuto che la misura ormai è colma e che non
voglio essere trattato come un deficiente dai vari Lamberti e Marie
Concette, ho scritto un esposto al Garante per la Concorrenza e il
Mercato. Gli sviluppi della vicenda prossimamente su questi schermi.
[carlo gubitosa]
Banchieri. "Zitto, è meglio non parlare al telefono" (Gnutti, da
un’intercettazione).
De Benedetti, Unipol, Montepaschi... Anche nella sinistra ormai
comandano gli imprenditori. Quelli buoni, naturalmente. Arriva Di
Vittorio: "E lei che ci fa qua? - gli chiedono - Di chi è azionista?".
Murdoch è un Berlusconi molto più antico e molto più spietato e
pericoloso. Più politico, anche, molto più imperialmente lucido e meno
duce. Perciò, quando Blair - col pretesto di Bin Laden - comincia
sistematicamente a sopprimere le antiche libertà inglesi, sui giornali
di Murdoch non escono arzigogolati commenti ma una rivendicazione
esplicita: "La guerra di Blair è una vittoria nostra".
Questione morale. La sinistra ci tradirà su tre cose precise, su cui
ha già cominciato a tradire. Sulla Rai, si rimetterà d’accordo con
Berlusconi (Petruccioli). Sull’assetto economico, farà gli interessi
delle banche e non dei sindacati (Unipol). Sulle alleanze, seguirà De
Benedetti (che ora dialoga con l’altro Grande Padrone) e non le
ragazze-madri,i precari, i giovani siciliani e i boy-scout.
Questo "tradimento", in realtà, non è un tradimento ma una semplice
conseguenza sociologica del fatto che la sinistra, oggi, è in mano ai
redditi superiori. Perciò è improprio parlare (come fa Parisi) di
"questione morale": meglio prendere atto di questo dato, e vedere se è
stato sempre così, e se per caso oggi è possibile cambiarlo. (La
stessa "questione morale" degli anni ’90, in realtà, era la reazione
dei ceti medi classici alla formazione di una casta mandarina. E
persino la mafia non è "immorale" ma semplicemente uno strumento di
casta).
Griffe. Ma di chi è Blair? Il Blair italiano doveva essere D’Alema.
Però, quando arrivò in Italia, il feeling più spontaneo lo ebbe con
Berlusconi. Rimase però negli editoriali di Repubblica ("ah, se la
sinistra avesse un Blair") e nelle esternazioni di Bondi ("la sinistra
non ha un Blair!"). Insomma, senza un Blair non si è alla moda, come
una volta senza un trench o un blazer: però il Blair griffato lo
fanno solo là in Inghilterra, qui arrivano solo copie clonate che si
rinfacciano a vicenda il tarocco. La verità è che Blair è sotto
copyright di mr Dickens (sotto il nome di Uriah Heep) e non si può
riprodurre senza il suo consenso.
Nomi. Da un Messaggero sotto la panchina: "Adesso anche X ha la sua
Scampia. Sequestrati X chili di eroina. Tre arresti...". Scampia
dieci-quindici anni fa era un agglomerato di palazzoni stile Ddr,
senza servizi, in cui spiccavano sette edifici a forma di vela. Chi ci
abitava la chiamava ’A 167: dalla legge di edilizia residenziale
pubblica che l’aveva istituita.
Anche chi non ci abitava la chiamava così. La differenza stava nelle
sfumature di disprezzo che gli uni e gli altri mettevano nella
pronuncia. In quegli anni uno sparuto gruppo di urbanisti
"partecipativi" faceva su giornali e riviste una campagna per chiamare
il quartiere con il suo nome ufficiale: Scampia, appunto. Un passo
minuscolo ma indispensabile - sostenevano - per riconoscere dignità a
quel posto infelice. Lo raccomandavano soprattutto a chi ci abitava:
per l’autostima. E ne spiegavano il significato: "Scampia: campo di
arbusti, campagna brulla, ecc.".
Passarono gli anni. L’esortazione degli urbanisti fece breccia nel
lessico cittadino, ma, da sola, non bastò a risolvere gli altri
problemi. Le condizioni di vita nei palazzoni peggiorarono
inesorabilmente. Ora, dopo l’ultima faida di camorra, il logo Scampia
ha varcato i confini della città. E’ un marchio nazionale. Droga,
illegalità, violenza: Scampia. Eppure, fu un altro l’indizio che diede
agli urbanisti la certezza della loro triste vittoria: il gruppo rap
più battagliero della zona, simbolo della voglia di riscatto dei suoi
giovani, da qualche tempo era salito alla ribalta delle cronache. E
ostentava con fierezza il suo nome: ’A 167. [luca rossomando]
Agosto napoletano. Lunedì 1: Antonio Cardillo, 22 anni, assassinato in
pieno centro. Martedì 2: Fabio Atteo, 21 anni, e Giuseppe Cappello, 29
anni, feriti a colpi di pistola nei pressi della stazione. Mercoledì
3: Fabio Silvestri, 26 anni, e la madre Anna Deviato, 45 anni,
assassinati nel centro storico. Giovedì 4: tregua. Venerdì 5: Antonio
Zoccola, 30 anni, ferito ad una gamba nel corso di una sparatoria.
Sabato 6: Esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio a
Ottaviano. Un morto e tre feriti. [francesco feola]
Venezia. Vaporetto della linea 61 che porta al Lido, un cingalese posa
lo zainetto e s’inginocchia per pregare. Panico tra i passeggeri:
alcuni scendono, altri convincono il pilota a fermare vicino a piazza
San Marco e aspettare la polizia. Il cingalese si è scusato ma ha
detto di essere "stupito" dalla paura provocata.
Enzo. "Piombo e tenerezza", col Diario.
Bookmark: www.diario.it/index.php?page=wl05080401
Spot. Dal 2 al 4 settembre, al monastero di Camaldoli, seminario della
Rosa Bianca su ambiente, Bibbia, Costituzione, poveri, città, persone,
comunità, "economia felice". Rosanna Virgili, Emanuele Rossi, Luigino
Bruni, Antonio Ballarin, Paolo Giuntella, Oliviero Motta, Paolo
Sabbioni, Giovanni Colombo.
Info: fabio.caneri@tiscali.it, 348.4526033)
Sicilia 1. Guai in arrivo per il turismo. L’Unesco, che poco tempo fa
aveva messo fra i siti internazionalmente tutelati per eccezionale
valore artistico e culturale la Val di Noto, ha fatto una gran
cazziata alla Regione siciliana che ha invece deciso di metterci
trivelle per il petrolio. Il petrolio non si sa se c’è, il turismo -
se l’Unesco la piglia brutta - scapperà a gambe levate. Fra i
megamanager del petrolio e l’Unesco, i furbi politici della regione
scelgono senza esitare un istante. Ed ecco perché la Sicilia va
indietro e Spagna, Croazia, Tunisia e persino Egitto ci fregano il
turismo e vanno avanti.
Sicilia 2. Un altro aumento di paga per i "parlamentari"
dell’Assemblea regionale: adesso vanno sui ventimila euri al mese.
Paperopoli. Vietate le intercettazioni telefoniche. Fra poco anche le
perquisizioni e i sequestri di grimaldelli e piedi-di-porco. Proteste
del commissario Basettoni. Festeggiamenti della banda Bassotti. I più
entusiasti: e adesso aboliamo i giudici e sciogliamo il Csm.
(Salta). Gli uffici stampa dei politici lavorano anche d’estate e
segnalano continuamente importanti eventi politici, di cui ecco i più
importanti (solo Sicilia, per esemplificare):
– L’onorevole Bianco - annuncia la portavoce Rosa Maria Di Natale -
"prende atto con soddisfazione della proposta dei vertici nazionali
della Margherita al Prof. Ferdinando Latteri di candidarsi alle
prossime elezioni politiche in un collegio e/o circoscrizione
proporzionale".
– ATTIVITÀ DEGLI UFFICI STAMPA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: IL VICE
PRESIDENTE DELL’ARS ON. SALVO FLERES ILLUSTRERÀ LE NUOVE NORME DI
LEGGE GIÀ APPROVATE DALLE COMMISSIONI LEGISLATIVE, CHE SONO
ATTUALMENTE AL VAGLIO DEL PARLAMENTO REGIONALE. Lo comunica
baldanzosamente, per conto del suo feudatario, tale Gregorio Arena, a
cui nessuno ha mai insegnato che in mail scrivere tutto maiuscolo
significa GRIDARE.
– Nasce il gruppo "DL-La Margherita con Bianco" (ancora l’infaticabile
signora Di Natale), è il più numeroso al comune di Catania (cosa che
riempirà di gioia i lettori della Val Gardena) e vi partecipano "i
consiglieri delle liste che, nell’ultima competizione elettorale,
hanno fatto riferimento ad Enzo Bianco". Che ne ha benignamente
accettato la presidenza, "pur nella consapevolezza di aggiungere
questo suo nuovo impegno a quelli romani". Segue elenco di
vicepresidenti, sottopresidenti, supplenti, componenti e aggiunti
vari, che non possiamo pubblicare per ragioni di spazio ma (per non
deludere la signora Di Natale) invieremo per corriere a chi ce ne farà
richiesta.
– Ancora sugli uffici stampa, secondo Luigi Ronsisvalle Segretario
Generale Aggiunto della Fnsi, bisogna "configurare un importante
precedente anche nell’ambito della trattativa non ancora avviata con
l’Aran nazionale per l’applicazione del CNLG negli uffici stampa della
pubblica amministrazione", obiettivo che "non può oggi non trovare la
condivisione e l’adesione a tutti i livelli ecc.". Io veramente un
redattore che scrivesse un italiano così lo manderei per un paio
d’anni a fare inchieste nelle miniere di sale, dando contestualmente
una mano all’estrazione del minerale. Ma si vede che alla Fnsi il
linguaggio ufficiale ora è il fantozzianese.
– Infine, una polemica di cui devo essermi perso qualche puntata, che
riguarda il "dott. Franco Nicastro, presidente del Consiglio regionale
dei giornalisti della Sicilia". Costui deve aver detto qualcosa
d’antipatico nei confronti dell’on. Salvo Fleres, "Vice Presidente
Vicario dell’Assemblea Regionale Siciliana" (sarà quello di poco fa),
che gli manda a dire che "lo stupisce che il presidente dei
giornalisti della Sicilia contesti quando è riferita ad altri la
stessa legge che ha consentito a lui di essere assunto dalla
Presidenza della Regione". Notare che dei due presidenti uno è
maiuscolo e l’altro, quello che riceve la reprimenda, sprezzantemente
minuscolo, così impara.
Tutti questi comunicati, e gli altri quarantanove che ho cestinato
senza leggerli (e ho anche messo "Salta" all’inizio di questo take:
poi non dite che non penso ai lettori), sono stati scritti,
commissionati, elaborati e inviati, a spese del contribuente, da
valorosi colleghi che si definiscono giornalisti come me o Benanti, e
in più prendono anche una paga.
lina arena wrote:
< Fino a pochi anni fà le Banche potevano impunemente praticare
l’anatocismo con il beneplacito della magistratura perché la clausola
che prevedeva il vertiginoso aumento degli interessi veniva
giustificata come clausola d’uso e quindi lecita. Addirittura si
faceva anche riferimento alle pratiche locali avvalorate o convalidate
dagli accordi con le camere di commercio, per cui il povero mutuatario
si poneva dalla parte del torto e veniva costretto a pagare somme
ingenti. Solo da recente la Cassazione ha sventato quella losca
manovra e i poveri cittadini hanno potuto riavere dopo anni di
tribolanti giudizi il maltolto. Ma è sempre poco la sostanza della
vittoria perchè le liti con le banche durano anni e le spese delle
consulenze vengono solitamente anticipate dai poveracci che hanno
avuto il coraggio e l’ardire di affrontare il colosso che li ha
affamati. Non esiste nella magistratura, idolo della sinistra, una
sensibilità particolare per ridare il maltolto in breve tempo agli
indigenti o ai vessati dagli istituti di credito. I tempi delle liti
sono lunghi ed i magistrati hanno responsabilità gravissime >
* * *
(Censura. "Non esiste in quella magistratura che la sinistra
stupidamente si ostina ad omaggiare ecc." è stato abbreviato in "Non
esiste nella magistratura, idolo della sinistra, ecc.". Spero che la
signora Arena mi perdonerà se mi sono permesso di rendere più concisa,
e quindi più efficace, la sua polemica contro la mia parte politica.
Purtroppo per lei, debbo darle - a suo dispetto - della compagna,
perché chi difende i poveracci contro le banche è - a modo suo - di
sinistra, qualunque cosa pensi di essere in cuor suo. E, ovviamente,
chi appoggia le banche è di destra - qualunque cosa dica di essere per
farsi bello).
Patrizia Maltese wrote:
< "...con l’eccezione dei soliti noti: Verdi, cossuttiani e
Rifondazione...". Giusto per precisare, si dice Comunisti Italiani (o
Pdci, se preferisci), non "cossuttiani". Non siamo una corrente, ma un
partito, per quanto piccolo, il cui segretario si chiama Oliviero
Diliberto. Dispiace che chi vuole essere (ed è) giornalista obiettivo,
poi cada nella trappola di coloro che usano certi termini in maniera
volutamente sprezzante, come fa qualche fighetto figlio di papà finto
alternativo che dall’esistenza di un partito piccolo, ma serio, si
sente evidentemente minacciato >
Uriel wrote:
< "Libero.it è diventato una galera. Navighiamo tra spazzatura, porno,
e inaccettabili restrizioni". Lo è sempre stata. E ti dirò di piu:
l’abuse è iscritto a Forzanuova. Ma finchè non colpivano voi, ve ne
fregava un cazzo. Per questo Berlusconi è al potere e la mafia
comanda: ve ne accorgete solo quando ci rimettete di tasca vostra.
Quando ci rimettono altri, ve ne sbattete il cazzo >
donaudig@tiscali.it wrote:
< Gli alleati non sono intervenuti per liberare l’ Europa e il
Giappone dal nazismo. Se non fossero stati attaccati avrebbero
convissuto perfettamente con esso >
Massi wrote:
< Altra cosa che mi ha fatto sorridere, è stata la richiesta di
dimissioni di Fazio, da parte di Rutelli. Ma proprio la sinistra, che
ha combattuto a spada tratta contro il governo che voleva insediare un
proprio esponente, a favore di Fazio, ora ne chiede le dimissioni? E
si lamentano pure delle intercettazioni? Ma se le stesse
intercettazioni sono state usate per Previti e soci... In quel caso
sì, andavano bene? Anche qui, qualcosa mi suona di poco democratico.
Purtroppo alle prossime elezioni sarà Bertinotti a governare, ma se
questi sono i modelli di libertà e democrazia a cui si rifanno...
evviva il re, allora. almeno a rubare è solo uno! >
ichias1@yahoo.it wrote:
< "Fra le tante parole che oggi non si usano più oggi c’è la parola
industriale...". E c’è anche la parola "cittadini", dalle sfumature
semantiche che ormai non servono più, inglobata insieme a "utenti",
"spettatori", "lettori", "viaggiatori" nella onnicomprensiva e
transnazionale "consumatori". Se ci resta qualche diritto, o qualche
tutela, è in quanto tali, "consumatori" >
Domenico D.B. wrote:
< Sarebbe ora che la smettessi di inviare tutte queste stronzate! >
Meleagro
< Se morirò, Cleobulo, e sarà per amore,
nell’urna del mio cenere getta forte buon vino:
ubbriacami e poi scrivi sulla tomba
"Questo e’ dono che a Morte fece Amore ". >
Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
semplicemente per liberarsene, basta scrivere a
riccardoorioles@sanlibero.it — Fa’ girare.
"A che serve vivere, se non c’e’ il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava)




