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Serve un fronte anticapitalista, non alleanze-capestro

Publie le martedì 26 ottobre 2010 par Open-Publishing
6 commenti

di Gualtiero Alunni *

E’ paradossale che il dibattito si sia incentrato se la FdS e il PRC debbano fare un accordo tecnico e/o di governo con il PD. La lezione della grande mobilitazione della FIOM, con la sua lotta e resistenza per la difesa dei diritti e del lavoro, ci consegna una responsabilità politica che è quella di non delegare come comunisti questa rappresentanza e questi bisogni. Allora, ma quale fronte democratico si può fare con coloro che vogliono e sostengono la guerra, la precarizzazione del lavoro e della vita? Se vogliamo ridare speranza in un futuro migliore ai proletari e alle fasce popolari, c’è un primario ed estremo bisogno della ricostruzione di un Partito Comunista e di un percorso virtuoso e paziente, che unisca i comunisti, i lavoratori e i movimenti. Tutto ciò ha un nome: il fronte anticapitalista. Una convergenza ampia e unitaria di tutti i resistenti alla crisi di sistema, all’attacco criminale che la borghesia sta portando alla classe operaia. La FdS con le sue modalità verticiste, con il suo regolamento antidemocratico, con la sua concezione in cui i comunisti sono una tendenza, con Patta che a nome di Epifani e Bersani impone di non promuovere il referendum sulla legge 30, con i suoi approcci opportunisti di alleanza con il PD e non solo, sta di fatto continuando il lavoro di decomunistizzazione iniziato da Bertinotti per scrivere la parola fine all’autonomia e all’indipendenza dei comunisti, e neanche per aprire alla socialdemocrazia (che in Italia non esiste)! Ma ad un partito centrista, liberale e filo capitalista qual’é oggi quella “cosa” che si chiama PD. E fateci un favore, non scomodate Lenin e Gramsci, usando loro frasi, per giustificare queste operazioni! Davanti all’arroganza del padronato, davanti ai poteri mafiosi e massonici, i comunisti devono raccogliere la bandiera rossa e alzarla al vento per guidare la riscossa delle classi subalterne, non lo dico per slogan ma per esigenza di riscatto. In ogni comunista c’è l’operaio della Fiat di Pomigliano, il lavoratore che si batte per la propria sicurezza contro gli omicidi sul lavoro, il precario e il disoccupato che lotta per avere diritto ad un salario e a un lavoro dignitoso, il pastore sardo che ridotto alla fame lotta per avere riconosciuto con un prezzo congruo i suoi prodotti, l’anziana donna di Terzigno e di Chiaiano che scende in piazza contro l’inceneritore, il paesano della Val di Susa che dice no alla TAV, la comunità locale che lotta per la messa in sicurezza del proprio territorio e delle proprie vie di comunicazioni, l’ecoresistente che lotta contro le inutili e devastanti grandi opere, il lavoratore della scuola e della sanità che lotta per la difesa del posto di lavoro e dell’istruzione pubblica e contro la chiusura degli ospedali pubblici, il fratello immigrato che lotta per il diritto di cittadinanza. Davanti a questi problemi che coinvolgono migliaia di uomini e donne, un partito comunista degno di questo nome, in questa fase deve evitare alleanze capestro a tutti i costi, ma ricostruire il tessuto di relazioni e solidarietà con la classe che vuole rappresentare. La partecipazione alle primarie, sia per le amministrative che per le politiche, non è altro che l’ennesima azione di marginalità e di subalternità verso Bersani e/o Vendola. Se gli accordi elettorali con le forze moderate diventano il faro della tattica politica senza cercare il consenso su una linea politica alternativa e anticapitalista, se si abbandona la coerenza di stare dall’unica parte giusta - quella dei lavoratori, degli sfruttati e degli oppressi - , allora la FdS farà accordi a Torino con chi sostiene la TAV, a Milano con chi sostiene l’Expo, a Napoli con chi privatizza l’acqua e così via, fino ad arrivare alle politiche con accordi con chi vuole schiavizzare e precarizzare i lavoratori, con chi privatizza, licenzia e delocalizza, con chi sostiene la guerra in Afghanistan. Un partito comunista è chiamato per la sua natura, senza indugio e tentennamento, ad organizzare l’opposizione e la resistenza politica e sociale. Deve ricostruire cellule nelle fabbriche, promuovere e unire i conflitti, costruire una rappresentanza unitaria del blocco sociale anticapitalista i cui punti irrinunciabili sono: il conflitto capitale/lavoro, capitale/ambiente, l’antimperialismo e la pace, la questione morale. Questa è la funzione di ogni comunista e questi sono gli obiettivi che si devono perseguire per modificare in senso socialista lo stato di cose presenti. Per questo alto e fondamentale fine, va dispiegata una resistenza diffusa e unitaria, una lotta senza quartiere, contro la Confindustria e le due destre (PD e PDL) i cui progetti sono inconciliabili con gli interessi della classe e dei comunisti perché sono entrambi compatibili con il sistema capitalistico.

* Coordinamento nazionale Comunisti Uniti. Intervento al Cpn del PRC

Messaggi

  • Carissimo compagno Enrico, condivido con te, bisogna fare presto per creare un movimento anticapitalista,comunista e libertario, indipendente anche da quella pseudo- sinistra che va da Sel alla FdS. Sarà dura ma possiamo farcela, dovremmo mettere da parte i simboli... e lottare per l’unità di classe. Il nostro compito è anche far smuovere le coscienze di tanti lavoratori... che credono ancora ai Bersani, Vendola... e ai tanti che hanno abboccato alle lusinghe leghiste e berlusconiane.

    Un caro saluto, Nando

    • Come anche tu affermi, compagno Nando, serve organizzarsi al meglio possibile per opporci al dover pagare la crisi economica dell’economia di rapina capitalistica.
      Non sono pochi i segnali positivi alla ricerca di un percorso che unisca la sinistra di classe del nostro paese, ed il procedere della crisi, i suoi segni strutturali, rendono sempre più urgente la ricerca di "una casa comune", di un percorso possibile.
      Segnali, che arrivano da più parti, e proprio questo che rende non solo auspicabile, ma possibile, costruire la sinistra dei lavoratori, delle lotte e del conflitto sociale.
      Quel che serve in una fase come questa, dove in tanti ed in tante, si è alla ricerca di come difendere le proprie vite dal profitto, diventato unico riferimento della politica politicante, non solo del centrodestra, ma anche del centrosinistra.
      Il menopeggio è fuori tempo massimo, è una strada assolutamente non praticabile.

      Un caro saluto, Enrico

  • continuiamo a dircelo... ma delle due l’una o aspettiamo che qualcuno lo faccia o non siamo riusciti a farlo da noi. IN entrambi i casi si spiega perché non c’è. Sperando che nn si attendano messia, allora chiediamoci perché NOI non siamo riusciti a farlo ’sto fronte. Spieghiamoci perché non siamo riusciti a convogliare le tante mobilitazioni, le tante iniziative e via dicendo in una sintesi di fronte anticapitalista. Hai voglia altrimetni invocare cosa ci vorrebbe...

    • Caro, o cara lu, spero non ti sia scordato/a che dopo l’ignobile operazione arcobaleno, chi si è opposto a questa scelta, lo ha fatto ognuno a proprio modo, ed è chiaro che questo non ha favorito la possibilità di un percorso unitario.
      contrariamente a questo, nell’oggi invece si è aperto un dialogo per unificare i percorsi e vedremo cosa ne uscirà, non di invocare si tratta ma di cercare di unificare chi lotta per avere una sinistra di classe unita nella piena indipendenza politica dal centrosinistra, per poter essere sponda dei conflitti sociali e costruire un’opposizione sociale.
      Come dici bene anche te caro o cara lu, senza attendere messia, contando su autorganizzazione, partecipazione e confidando in una cassetta degli attrezzi che al suo interno vede anche il lavoro collettivo e dal basso.
      Serve arrivare a quel che oggi serve, e i contributi più vari sono i benvenuti, perchè la sinistra di classe non è solo quel che oggi già esiste, ma soprattutto quel che arriva di nuovo da lotte e resistenza all’economia di rapina capitalistica.
      La casa dei comunisti, degli anticapitalisti, dei libertari, non è nulla di già pre-confezionato, ma sta all’insieme di tutti noi renderla possibile.
      E come inizio per quel che mi riguarda, la cosa non è poca.
      Il resto ce lo potrà dire il procedere del percorso iniziato, ed in esso il contributo fattivo che riusciremo a dare noi tutti.
      Su Contropiano.org se vuoi, potrai trovare l’elenco delle assemblee,intitolate:Berlusconi è una tigre di carta? Oggi in particolare si svolgerà quella a Roma, ma non è che la prima, sperando di trovare in qualcuna di queste anche la tua partecipazione ti invio il mio saluto.

      Enrico Biso

    • Grazie Enrico, sei tra le poche persone che leggo sempre volentieri e che ti spendi per spiegare le cose in cui credi anche a chi magari è scettico e lo fai rispettando l’interlocutore di turno. Solitamente si incontrano "gli imparati" che dispensano due sloagan (a volte pure due insulti gratuiti) pensando forse che è meglio restare in "pochi ma buoni". Le tue parole riescono sempre ad infondere un minimo di ottimismo.
      Grazie
      Lu
      PS. Dimetnicavo, di genere femminile :-)

    • Grazie a te cara lu, le parole da te scritte non ti nascondo che mi fanno un gran piacere, anche se troppo buone verso il sottoscritto.
      Le discussioni, anche le più accese, non sono mai un dramma, però se si riesce (ed io autocriticamente ti dico che non sempre ci riesco) a parlarsi senza uscire di tono, sono assai più proficue.
      O almeno così la penso, forse è più corretto.
      Un caro saluto, Enrico