Home > Sessant’anni fa moriva il colonel Fabien

Memoria. Il 27 dicembre 1944 moriva Pierre-Félix Georges, autore del primo
attentato armato contro l’occupante. Dalla guerra di Spagna alla Lorena, il percorso
di un resistente.
di Jean Morawski
Una stazione della metropolitana parigina, linea 2, porta il suo nome. O, più esattamente,
uno degli pseudonimi che si era dato durante la guerra e che, etimologicamente,
significa "che fa del bene", "che agisce bene". Quel 27 dicembre 1944 muore il
colonel Fabien e, con lui, il capo di quella che in seguito fu chiamata la "colonna
Fabien", il "gruppo tattico della Lorena", il "primo reggimento di Parigi" e,
infine, il "151° reggimento di fanteria". E ancora oggi, mentre celebriamo il
sessantesimo anniversario, la domanda che poneva il rimpianto Pierre Durand,
uno dei suoi compagni, nel libro che gli rendeva omaggio, Chi ha ucciso Fabien?,
edizioni Messidor, resta senza risposta. Per il resto, in materia di azione,
la vita di Fabien era stata davvero piena.
Pierre Durand aveva incontrato Fabien alla biblioteca di Nancy, nell’ottobre del 1943. Fabien era nato il 21 gennaio 1919, al n°24 della rue Eugène-Jumin, nel 19° arrondissement di Parigi, da un padre originario di Rochefort e da una madre nativa del Pin (Seine-et-Marne). Il giorno di questo incontro, Pierre-Félix Georges si chiamava Albert. Comandava il gruppo di regioni F.T.P.
dell’Est della Francia. La sua carne era segnata da molte ferite. La prima l’aveva ricevuta nel 1931, ad Alès, durante uno sciopero. Aveva allora undici anni ed era membro dei pionieri del PCF. Un colpo con il calcio di un moschetto gli aveva slogato la mascella. Membro dei Giovani comunisti, arrestato nel febbraio 1934, in seguito alle manifestazioni antifasciste, si era arruolato, nel 1936, nelle Brigate Internazionali che difendevano la giovane Repubblica spagnola assalita dai franchisti, gli hitleriani ed i fascisti italiani. In una lettera scritta il 19 marzo 1940, alla prigione della Santé, e trasmessa dal colonnello Henri Rol-Tanguy, ha raccontato come, poco dopo le 18 e 15, il 19 marzo 1938, in Aragon, era stato gravemente ferito al ventre da un carrista che non sapeva se fosse tedesco o italiano.
L’8 luglio 1939 aveva sposato Andrée Coudriet, membro delle Giovani di Francia. Aveva appena ottenuto il diploma di aggiustatore d’aviazione. Arrestato nel dicembre dello stesso anno, nel quadro della grande repressione anticomunista che era seguita alla firma del patto germano-sovietico ed alla messa fuori legge del PCF, era stato internato nel campo di Baillet e ne era evaso. Al momento dell’offensiva tedesca era incorporato nel 126° reggimento di fanteria di Brive. In seguito era entrato in clandestinità. Il suo passaggio é stato segnalato a Tolosa, Marsiglia, Lione, Nizza, Bastia e poi di nuovo nella "capitale della resistenza". Nel luglio 1941 lo si ritrovava a Parigi, occupata dal giugno 1940. Vi era diventato il vice di Albert Ouzoulias, responsabile dei primi gruppi "armati" (armati, lo erano ben poco!) creati dai Giovani comunisti. E’ la dirigente comunista Danielle Casanova che aveva fatto le presentazioni il 2 agosto alla stazione Duroc della metropolitana. Ma é un’altra stazione che lo ha reso celebre. Ne riparleremo...
Eccolo nel Doubs, dove organizza quello che diventerà il primo maquis in Francia. Ferito al viso da una palla, riesce a scappare traversando a nuoto il fiume. Un parroco resistente di Magny-Vernois gli offre un abito talare e, con dei fini occhiali, un breviario ed un rosario in tasca, diventa l’abate Paul-Louis Grandjean. Passa evidentemente da diverse prigioni, fra cui quella di Digione. Suo padre é fucilato come ostaggio al mont-Valérien. Sua moglie, Andrée, é deportata a Ravensbrück. Pierre Durand, il suo biografo, anch’egli arrestato e deportato, riferisce che egli prepara un’evasione dei patrioti internati nella prigione di Blois, che dirige una scuola-quadri dei F.T.P.F., che é in Bretagna mentre si prepara la battaglia dello sbarco. E a Parigi quando Parigi si libera. Per una nuova ferita. Prosegue la lotta fino alle rive del Reno alla testa della colonna chiamata Fabien, di cui il generale de Lattre de Tassigny ha fatto il 151° reggimento di fanteria e di cui lo storico Michel Pigenet ha ripercorso l’epopea. Fino a quel 27 dicembre 1944, quando, in circostanze non chiaramente elucidate, trova la morte maneggiando una mina. Il mistero della sua morte e la domanda posta da Pierre Durand riguardano il fatto che Pierre Georges conosceva perfettamente le armi e che, se era audace, non trascurava di essere prudente. Sono periti con lui, quella sera, il tenente-colonnello Dax-Pimpaud, il capitano Blanco, il capitano Lebon, il capitano Katz e Gilberte Lavaire, sua agente di collegamento dal 1943 e segretaria allo stato maggiore. Inoltre nove persone furono ferite dall’esplosione.
Un tale uomo, a un’epoca come quella, non poteva che avere dei nemici. Ma sapeva anche guadagnare la stima degli altri. Nel libro che gli é dedicato, Pierre Durand cita la testimonianza dell’abate Bernard Bouveresse, patriota della prima ora. E quella del capitano medico Henry Du Buit. Costui, uomo di destra, si era arruolato nel servizio sanitario degli FFI. Non aveva nascosto le sue opinioni a Fabien e quest’ultimo gli aveva detto: "Siamo qui per batterci contro i tedeschi". E’ l’abate Bouveresse che, per primo, ha avuto dei sospetti: egli sa che la mina, una Riegelmine 43, é stata smontata nella notte di Natale e disinnescata all’armeria prima di essere consegnata a Fabien. Un militare, il comandante Chagneau, ha potuto dichiarare: "Le vessazioni, le insidie, le trappole che certuni si sono ostinati a disseminare lungo la strada gloriosa della colonna Fabien testimoniano a sufficienza che l’esplosione del 27 dicembre fu un assassinio."
Ma, l’abbiamo detto, é ad una stazione della metropolitana che resta forse più legato il nome di Fabien. Giovedi’ 21 agosto 1941, sono circa le nove, due spari echeggiano nella stazione di Barbès. Mettono fine alla carriera di Alfons Moser, assistente d’intendenza ai magazzini di abbigliamento della Kriegsmarine a Montrouge e segnano l’inizio di una fase diversa per la resistenza francese all’occupazione ed alla collaborazione. Il tiratore? E’ Pierre-Félix Georges. Nel corso di quest’azione, é accompagnato da Gilbert Brustlein. Gilbert, che vede malissimo, nell’imminenza del 14 luglio ha lanciato un sasso in direzione della vetrina della sede del RNP di Déat, sul boulevard des Filles du Calvaire. Ha mancato il bersaglio e un compagno ha dovuto rettificare il tiro. Il giorno della festa nazionale, Gilbert ha partecipato alla manifestazione dalle parti del boulevard de Strasbourg e della porta St Denis. E’ sfuggito di poco all’arresto. L’intervento di un ex combattente decorato, e soprattutto munito di un bastone, lo ha salvato. Non tutti hanno avuto questa fortuna. Il 24 luglio, l’operaio André Masseron é fucilato per aver cantato la Marseillaise. Il 13 agosto, nuova manifestazione. A Saint Lazare. I Tedeschi aprono il fuoco. Henri Gautherot, giovane comunista, membro del servizio di protezione, é ferito e arrestato. Un altro giovane, Samuel Tiszelman, rifugiatosi in una cantina, viene scovato. Il 19 agosto, entrambi sono passati per le armi al Plessis-Robinson; il ferito legato alla sua barella posta verticalmente per l’occasione.
La direzione del PCF decide di sviluppare la lotta contro l’invasore e di passare all’azione armata, come fanno i patrioti sovietici dal 22 giugno 1941. Ma non si passa facilmente alla lotta armata. Fabien ha l’esperienza delle armi, il suo passaggio per la Spagna gliel’ha fornita. Eppure entrare nella guerriglia non é semplice. Uccidere un uomo a bruciapelo non é evidente: e se sotto l’uniforme batte il cuore di un operaio? Fabien ha dovuto moltiplicare le riunioni per convincere. Finalmente, sceglie di dare l’esempio. L’assassinio di Henri Gautherot e di Samuel Tiszelman, ben conosciuti dai giovani comunisti parigini, agisce da detonatore. Il 20 agosto 1941, Fabien da appuntamento per l’indomani a Gilbert Brustlein e Robert Gueusquin, alle otto, métro Barbès, marciapiede Porte d’Orléans. Nel corso della notte dal 20 al 21, Brustlein ha tentato il sabotaggio della linea ferroviaria dell’Est, a Nogent sur Marne. Era accompagnato da Christian Rizo, Tony Bloncourt, Pierre Milan, Roger Hanlet, Fernand Zalkinov e Acher Semahya. L’arrivo di una pattuglia ha fatto fallire l’operazione. Fabien arriva all’appuntamento armato di una 6,35 "presa in prestito" alla madre di uno studente comunista: Jacques D’Andurain. Brustlein arriva scortato da Fernand Zalkinov, il cui zaino é pieno di materiale da sabotaggio. Fabien gli domanda di allontanarsi. Incarica Brustlein di proteggerlo e domanda a Robert Gueusquin di osservare lo svolgimento dell’operazione. Gilbert Brustlein, armato anche lui, ha potuto raccontare il seguito: "Seguo Fabien verso la scala che scende verso l’uscita, di fronte alla vettura di prima classe. Stringo istintivamente la mia rivoltella. Sul marciapiede, la folla degli operai che vanno al lavoro va e viene, aspettando l’arrivo del convoglio. Un tedesco in uniforme blu scenda ed entra sul marciapiede vicino a noi. "Vedi, é lui che la pagherà", mi sussurra Fabien. Il bigliettaio chiude il portellone d’ingresso perché il convoglio entra in stazione. Si ferma, e la vettura di prima classe é davanti a noi. Le porte si aprono. Il Tedesco entra nel compartimento; allora Fabien si precipita dietro di lui e spiana la sua 6,35. Due spari: pan, pan. Sono al fianco di Fabien; ho estratto la mia arma per proteggerlo. Poi c’é la fuga. Il gruppo, senza fiato, si ritrova allo square Willette. Fabien é li’. Brustlein: "Respira profondamente e fa un movimento di espirazione con le braccia. Esclama: "Titi (Samuel Tiszelman per i compagni - NDLR) é vendicato."
Con questo gesto, la Francia offesa rialza la testa. Il suolo della nazione comincia a bruciare sotto gli stivali tedeschi. La gaia Parigi cessa di essere il luogo preferito per le partite di piacere. Si puo’ ancora andarci a spasso. Ma é bene guardarsi le spalle...
Tradotto dal francese da Karl&Rosa di Bellaciao
http://www.humanite.presse.fr/journal/2004-12-27/2004-12-27-453656




