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Sinistra Critica Roma: Il ’meno peggio’ porta dritti al peggio. Alle regionali s
Publie le venerdì 26 marzo 2010 par Open-Publishing1 commento
"Il ’meno peggio’ porta dritti al peggio" Dichiarazione di Armando Morgia, portavoce romano di Sinistra Critica.
Da una parte il governo Berlusconi e la destra sociale della Polverini, solo apparentemente attenta alle esigenze dei lavoratori ma pronta con il sindacato Ugl ad appoggiare le peggiori nefandezze padronali, con politiche razziste. Uno schieramento fautore di una rappresentazione della famiglia fotocopiata da quella del Vaticano e con preoccupanti alleanze a livello locale con formazioni di stampo neo fascista.
Dall’altra un’opposizione mai stata tale. Un partito, il PD, che non è più nemmeno in grado di elaborare una visione alternativa che non sia l’astratto rispetto delle regole. Liberismo sociale, subordinazione ai poteri forti, l’incapacità e la mancata volontà di difendere i diritti sociali: una candidata, l’ultraliberista Bonino – come lei stessa si definisce – che è stata la prima a chiedere l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e il massimo della flessibilità nel mondo del lavoro, la più accanita sostenitrice delle privatizzazioni, e da sempre convinta del sostegno alle guerre "umanitarie" e alla feroce politica israeliana in Palestina.
Un intero sistema, politico, istituzionale, economico, galleggia alla meno peggio continuando a produrre danni sociali.
"Oggi ’alternativa politica non esiste. -sottolinea Armando Morgia chiarendo la prospettiva di Sinistra Critica- oggi ci ritroviamo con queste sole due alternative per il voto regionale: Polverini o Bonino e nessuna delle due è qualificata per dare una risposta radicale al padronato e agli imprenditori, che continuano a tagliare posti di lavoro e a precarizzare la vita delle persone, come l’ennesimo attacco ai lavoratori con 1000 posti di lavoro a rischio alla Fiat di Pomigliano.
Senza contare gli attacchi ai diritti e all’autodeterminazione delle persone: in particolare omosessuali e donne, che vengono fatte oggetto di continue dichiarazioni offensive e pericolose da parte di esponenti del Vaticano e del governo, come la dichiarazione di Bagnasco a votare per le liste contrarie all’aborto alle elezioni regionali. Continue intromissioni che trovano ospitalità in parlamento e nei due principali schieramenti politici."
"Noi siamo e vogliamo continuare ad essere antifascisti, per la difesa dei beni comuni, anticapitalisti, per l’estensione dell’articolo 18, per la riduzione dell’orario di lavoro, per un salario minimo garantito. E’ con questa prospettiva che dunque questa volta noi non votiamo."
Precisa Morgia: "Iniziamo così da subito la nostra opposizione sociale e politica stando dalla parte di chi paga la crisi, per ricostruire una nuova sinistra anticapitalista.
Non ci stiamo a dover scegliere tra il peggio e il meno peggio: continuiamo pensando che un altro mondo è possibile."
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1. Sinistra Critica Roma: Il ’meno peggio’ porta dritti al peggio. Alle regionali s, 26 marzo 2010, 11:18, di Enrico Biso
Sottoscrivo pienamente questa indicazione di non voto per il menopeggio.
Constatato che il menopeggio ha portato al peggio possibile dell’oggi.
La risposta del momento è l’unificazione delle lotte e delle vertenze, del lavoro, del territorio, dei diritti, della scuola ecc ecc.
Seve unificare anche i tanti compagni e le tante compagne che sentono il bisogno di dare risposta alla classe di riferimento, nel lavorare per creare le migliori condizioni possibili perchè non riaccada mai più che l’opzione di classe non sia rappresentata nelle schede elettorali.
Lontani dal menopeggio, vicini a chi lotta per non subire la crisi economica di un sistema economico che fa gli interessi di pochi e si disinteressa completamente degli interessi dei più.
Il partito di classe, il partito che oggi purtroppo non c’è, è il tema prioritario del dopo elezioni, e comunque vada, non sarà eludibile.
I tanti compagni e le tante compagne, che nell’oggi sentono di voler contribuire al partito di classe, su questo sono chiamati a confrontarsi.
E con il menopeggio non possono trovare la soluzione.
Senza settarismo, ma lontani dall’esser supporters di interessi chiaramente altri.
Serve la più larga unità, ma su un progetto chiaro e democratico, che senta le istituzioni come un luogo non dove portare i propri appetiti personali, ma le tante lotte che attraverano il territorio.
Enrico Biso