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Solidarietà ai compagni della Fincantieri di Sestri Ponente

Publie le venerdì 23 luglio 2010 par Open-Publishing

Diciannove compagni appartenenti alla FIOM e alla FIM sono stati nei giorni scorsi raggiunti da avvisi di garanzia in riferimento alle lotte che nello scorso dicembre videro gli operai della Fincantieri di Sestri Ponente davanti ai cancelli reclamare i loro diritti contro l’arroganza dei dirigenti d’azienda. Il PRC di Genova esprime la propria solidarietà ai compagni in lotta. Come a Pomigliano e come nel caso dei 5 compagni licenziati dalla FIAT, non ci faremo intimidire!

PIENA SOLIDARIETA’ ALLA FIOM

E AI LAVORATORI DENUNCIATI

Genova, 21 luglio 2010

Esprimiamo totale solidarietà alla FIOM, ai suoi dirigenti, ai lavoratori indagati per i fatti avvenuti lo scorso dicembre al Cantiere di Sestri Ponente. L’atteggiamento del gruppo dirigente di Fincantieri tuttavia non ci stupisce. Da mesi assistiamo a un attacco concentrico che mira a isolare la FIOM, cioè il settore più avanzato e più combattivo della CGIL. Questi avvisi di garanzia dunque per noi si sommano ai licenziamenti a Mirafiori e a Melfi. Anzi, in questa ricerca dello scontro con la FIOM e nel sollevare polveroni utili a distogliere l’attenzione da questioni più serie l’AD di Fincantieri Bono può essere considerato un precursore più che un seguace di Marchionne.

Quando si usano i tribunali contro le lotte significa che si cerca di trasformare il conflitto sociale in un problema di ordine pubblico, colpendo in primo luogo i lavoratori e le avanguardie sociali. Per questo facciamo appello a tutte le forze democratiche affinché si blocchi sul nascere questo tipo di condotta grave, tanto più se messa in atto da un’azienda pubblica. La mattina della famosa assemblea nella mensa del cantiere insieme a Marco Nesci, all’epoca consigliere regionale e ad altri esponenti di Rifondazione eravamo presenti a Sestri per portare il nostro sostegno ai lavoratori in lotta. L’unica cosa che ricordiamo su cui varrebbe la pena di indagare è un cordone formato dalla vigilanza interna del cantiere e da transenne per impedire ai lavoratori (ma c’erano anche esponenti politici e rappresentanti di Comune, Provincia e Regione) di entrare in quello che è il loro posto di lavoro e non una proprietà dell’AD di Fincantieri, che è – lo ricordiamo una seconda volta – un’azienda pubblica. Cioè di tutti, a partire da chi ci lavora.

Marco Veruggio

Responsabile Economia Lavoro PRC – Federazione di Genova