Home > Studio dell’università del Massachussets - «Lavorare fa male»: lo dicono i (…)
Studio dell’università del Massachussets - «Lavorare fa male»: lo dicono i bostoniani
Publie le venerdì 19 agosto 2005 par Open-Publishingdi Fabio Sebastiani
Lavorare stanca, scriveva Pavese. E la stanchezza fa male alla salute. Ci si stanca e ci si ammala non a causa di un lavoro nocivo o usurante, ma del lavoro in genere. Soprattutto quando è eccessivo. Lavorare troppo, infatti, alza il rischio di contrarre malattie o di incorrere in qualche incidente grave. A dirlo non sono i sindacati o i partiti di sinistra: sono i ricercatori dell’Università del Massachusetts, tempio del liberalismo.
Lo studio, di tutto rispetto, è stato effettuato su una platea amplissima di casi e per un periodo prolungato, dal 1987 al 2000. Una settimana lavorativa di sessanta ore, all’incirca la soglia massima recentemente approvata dal parlamento dell’Unione europea, provoca un incremento del 23% del rischio morbigeno (cioè di ammalarsi). I "teorici della flessibilità" farebbero bene ad annotarsi queste cifre. Non solo una maggiore flessibilità fa male alle aziende, che ottenendo un vantaggio momentaneo non sono portate ad investire nel loro futuro, ma aggrava in modo esponenziale la spesa sanitaria del paese.
Qual è l’anello di collegamento tra il troppo lavoro e la malattia? I ricercatori non hanno dubbi, lo stress. Una ricerca pubblicata due anni fa sulle pagine di una rivista delle Trade unions (Modern workers health check), e riportata da "Bbc News" on line, raccontava che chi soffre di stress per almeno metà della sua vita lavorativa ha il 25% di probabilità in più di rimanere vittima di un attacco di cuore e il 50% di rischio in più di morire. Questo ovviamente vale anche per le cause degli infortuni sul lavoro.
Nel Regno unito, che rappresenta il paese europeo con la quota di ore lavorative più alta d’Europa, il 14% della popolazione lavorativa - circa 3 milioni e mezzo di persone - lavora più di 48 ore la settimana. Il 16% dei soli impiegati lavora per oltre 60 ore. Il problema dello stress è molto sentito perché un numero sempre più ampio di ricerche ne mettono in evidenza il nesso con l’insorgenza delle malattie e quindi della spesa sanitaria. Non solo, sono gli stessi sindacati di categoria a sottolinearlo nelle loro piattaforme e la stessa Tuc, il sindacato confederale britannico, ha lanciato una campagna specifica di sensibilizzazione.
In Italia la soglia del cosiddetto "orario di lavoro di fatto" è ampiamente sopra le 52 ore a settimana. La Provincia di Torino, dove è nata la medicina del lavoro, soltanto un anno fa fece uno studio, basato su circa 4.000 questionari distribuiti in quattro diversi settori lavorativi (logistica, sanità, trasporti e commercio) da cui risultava che il 48% dei lavoratori riteneva compromesso il proprio stato di salute proprio a causa dei ritmi e dei carichi di lavoro eccessivi.
Secondo un’altra e più recente indagine condotta dall’Università di Toronto (Canada) c’è un incremento esponenziale della disabilità come conseguenza della lombalgia. La lombalgia è una malattia tipica dei lavori pesanti. Ciò, fanno notare gli esperti, è avvenuto malgrado la meccanizzazione di molti lavori pesanti, l’applicazione de principi di ergonomia e una legislazione più protettiva.




