Home > Stupri e violenze in Costa d’Avorio
In questi ultimi anni la Costa d’Avorio è stata vittima di una delle più atroci guerre civili d’Africa, cominciata nel 2002 e finita, secondo gli storici all’inizio del 2005. Migliaia sono state le vittime da contare tra le forze ONU, l’esercito ufficiale, i civili e i ribelli.
In realtà la guerra, ma soprattutto gli abusi e le violenze, non è mai finita. Come documenta un ottimo reportage di HRW, intitolato “Impauriti e dimenticati”, le violenze -soprattutto sulle donne e sui più deboli- sono aumentate anziché diminuire.
La Costa d’Avorio, infatti, vive un periodo davvero nero. Impunità, stupri e criminalità organizzata sono fattori con i quali la popolazione deve convivere giorno dopo giorno.
Scrivono gli inviati di HRW:
“I residenti sono gli obiettivi frequenti delle violenza e degli abusi nella parte occidentale della Costa d’Avorio. Questo avviene a causa della fallimentare, e in alcuni casi inesistente, struttura statale per proteggere e per garantire la giustizia alle vittime di abusi, per il proliferarsi di armi [...]”
Se effettivamente nelle altre regioni della Costa d’Avorio le violenze, che raggiunsero il picco durante la guerra civile, sono diminuite il trend nella regione ovest è tutt’altro che in discesa.
Un agente delle Nazioni Unite, che opera nella zona ovest del paese, dichiara agli inviati di HRW:
“Non ci sono stati miglioramenti effettivi delle condizioni umane perché la sicurezza della cittadinanza è peggiorata. In questa area abbiamo le forze armate governative, Forces Nouvelles, e la milizia. Questo mix ha ripercussioni sul grande problema della sicurezza.
In aggiunta la situazione peggiora anche a causa del brigantaggio. Non ci sono soltanto gli attacchi su strada, ma anche numerosi (e in crescita) attacchi nelle abitazioni private”.
I reporter di Human Rights Watch hanno inoltre documentato numerosi incidenti in cui la violenza faceva da padrona: sparatorie a sangue freddo, maltrattamenti e linciaggi con spranghe e coltelli, violenze sessuali su donne, ragazze e bambine. Una piaga davvero atroce è appunto quella della violenza sulle donne: gli abusi vengono perpetuati su persone di ogni età e possono essere casi singoli o abusi di gruppo. Una mamma di cinque bambini, di Moyen Cavally, raccontà così uno di questi terribili abusi:
“Stavamo andando al mercato e ci siamo fatti dare un passaggio da un trattore [...]. C’erano molte donne sulla parte anteriore del trattore. Avevamo finito di fare compere al mercato alle 15 e ci stavamo recando a casa quando siamo stati attaccati dai coupers de route [...] Erano in sette, e c’era anche una donna tra di loro [...] Hanno fermato il trattore, e ci hanno fatto scendere e sdraiare con la faccia per terra, dopodiché hanno picchiato gli uomini. Con me avevo 7,000 CFA (circa 10€) nascosti nei miei vestiti. Uno di loro mi ha detto di andare da lui. All’inizio ho esitato ma poi ci sono andata. Mio marito e mio suocero erano con noi. Il bandito ha tagliato i miei vesti e la mia biancheria intima, e li ha buttati via. Di fronte a mio marito e a mio suocero mi ha violentato [...] Ho perso la mia dignità quel giorno”.
Come già scritto in precedenza, spesso la violenza è anche di gruppo. Una vittima di 41 anni di uno di questi attacchi nel Gennaio 2010 lo racconta così:
“Il Venerdì è il giorno del mercato nel villaggio e di solito noi andiamo a comprare quello di cui abbiamo bisogno li. Eravamo andati con un trattore Kia e con noi erano venuto circa una ventina di donne. Quando siamo arrivate appena fuori dal villaggio alcuni rami sulla strada ci hanno impedito di andare avanti [...] Quindi i copuers de route sono usciti da dove si erano nascosti [...] e hanno preso le donne una a una, le hanno portate nei cespugli e fatto con loro quello che volevano – le hanno violentate”.
Anche le ragazze hanno subito lo stesso tipo di abusi, come documenta un conducente trentaseienne raccontando un episodio accaduto nell’Aprile 2010:
“Hanno violentato una ragazza [...] proprio di fronte a me. Quando finirono a rubare i soldi, presero la ragazza – non poteva avere più di diciotto anni, credo forse sedici- e l’hanno separata di una decina di metri da noi. Era la ragazza più giovane e carina di quelle che erano nella macchina- credo che l’hanno scelta per questo motivo. Due di loro la violentarono, mentre gli altri ci facevano la guardia. Non potevamo fare nulla, ci minacciavano con le pistole. Lei urlava, urlava così forte e piangeva. Era davvero orribile. Appena uno finiva gli altri cominciavano. La ragazza non smise mai di urlare”.
La violenza sulle donne non ha limiti di età, un vedova di 61 anni e madre di 6 figli ha raccontato di una violenza di gruppo subita nel Gennaio 2009:
“Era notte fonda e stavo dormendo, vennero e bussarono alla mia porta. Avevo una lampada nella mia stanza e, buttando giù la porta ruppero la lampada. Erano quattro uomini. Mi chiesero “Dove sono i soldi” e io dissi loro che non ne avevo [...] Tutti e quattro mi violentarono e fuggirono”.
E’ difficile determinare il numero esatto delle vittime di abusi sessuali. Molte associazioni femminili della zona, infatti, denunciano il completo disinteressamento da parte della Polizia che risulta in molti casi essere corrotta. Le donne quindi sono molto scoraggiate a denunciare gli abusi subiti; sia per quanto riguarda la scarsa assistenza che ricevono, sia per gli scarsi effetti che la loro denuncia avrebbe in un sistema giudiziario corrotto e insufficiente.
Il mondo sembra non essere interessato alla tragica situazione nell’ovest della Costa d’Avorio. Per questo motivo ho preparato una petizione, nella quale si chiede al Presidente della Repubblica, al Presidente della Commissione Europea e alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di applicare il loro peso affinché il governo della Costa d’Avorio tuteli i diritti umanitari nella loro nazione. Abbiamo il potere di chiederlo: le forze della Nato sono infatti in Costa d’Avorio a seguito della guerra civile. Firma anche tu la petizione, e falla firmare a tutte le persone che conosci. Lottiamo per i diritti delle donne della Costa d’Avorio.
Il link alla petizione: http://iesperanto.eu/impaurite-e-dimenticate
Fonte: http://iesperanto.eu/2010/10/stupri-e-violenze-in-costa-d-avorio.html