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Sulllo sciopero dell’11 marzo e sul dopo.......
Publie le mercoledì 9 marzo 2011 par Open-PublishingE, DOPO LA GIORNATA DI OGGI, COME SI CONTINUA?
(QUALCHE INSEGNAMENTO DALLE RIVOLUZIONI NEL MONDO ARABO…)
28 gennaio, 13 febbraio, 11 marzo…e poi 26 marzo (a sostegno del Referendum acqua pubblica), 15 aprile (sciopero Cub), 6 maggio (sciopero Cgil, che spera di riesumare la concertazione…): tutto bene? Sì e no: è questa la risposta capace di contrastare la vera “guerra di classe” scatenata con le politiche di austerità decise dall’Unione Europea e sostenute da Governo, Confindustria e sindacati complici?
Sapendo poi che gran parte dell’opposizione parlamentare critica Berlusconi e però sostiene Marchionne e il suo piano, che non solo fa strame di diritti e contratti collettivi alla Fiat, ma costituisce il battistrada – via Brunetta, Sacconi, Gelmini – per massacrare tutto il mondo del lavoro..
In altri paesi ci sono stati giustamente scioperi generali, anche più d’uno. In Francia si sono attuate forme di blocco della produzione e delle comunicazioni per più giorni, che hanno indebolito politicamente Sarkozy, ma non sono riusciti a vincere. Migliaia di lavoratori e giovani ha fatto comunque un’esperienza molto significativa.
E noi? Come raccogliere la ribellione del NO operaio a Pomigliano e Mirafiori, quella degli studenti medi e universitari culminata con la giornata di lotta del 14 dicembre, quella delle donne mobilitatesi straordinariamente per ragioni che andavano al di là dell’originario appello ‘perbenista’, quella delle popolazioni in lotta per la difesa dell’ambiente e per le mancate ricostruzioni post-terremoto, quellew dei migranti delle tante lotte degli ultimi mesi, ecc.
Andare ognuno in ordine sparso e con iniziative pur importanti ma di tipo ‘dimostrativo’ non è più sufficiente. Ci sono in campo appelli – dell’Assemblea nazionale dei Lavoratori Autoconvocati del 26 febbraio, di Uniti contro la crisi, degli studenti di Atenei in Rivolta, e di altre realtà – che propongono un’ assemblea nazionale di tutti i soggetti sociali in campo per fermare Berlusconi e Marchionne.
Come Sinistra Critica crediamo che tutte le forze sindacali, politiche e associative di classe debbano concordare un percorso che sfoci in una grande manifestazione di massa a Roma ad aprile in grado di raccogliere anche la giusta indignazione per gli scandali e le vicende giudiziarie del premier che stanno venendo al pettine, che si dia modalità di continuità della lotta e di resistenza. Com’è stata – e com’ ancora – la piazza Tahrir del Cairo per la rivoluzione egiziana.
Serve un processo di autorganizzazione di massa che costruisca i rapporti di forza più efficaci nei confronti di un regime padronale e governativo che appare onnipotente e inamovibile.
Bloccare i flussi di trasporto e comunicazione, oltre che i posti di lavoro (ci sono ragionamenti in corso da parte di vari soggetti, tra cui i collettivi di San Precario/Mayday): occorre sperimentare e costruire nuove modalità di partecipazione dal basso.
Questa crisi noi non la paghiamo, la paghino i padroni!
Bisogna cacciare il governo delle cricche e dei comitati d’affari: se ne vadano Berlusconi, Marchionne e tutti i loro amici!
Facciamo come in Tunisia e in Egitto, dove la mobilitazione di massa ha cacciato i dittatori e oggi continua per strappare migliori condizioni di lavoro e di vita. Ribellarsi è giusto e necessario. Può essere anche vincente:
Come diceva Monicelli: “Serve una Rivoluzione”. Discutiamone.
Sinistra Critica-movimento per la sinistra anticapitalista