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TAV: HAIDI GIULIANI, IL VERO FACINOROSO È LO STATO
Publie le martedì 5 luglio 2011 par Open-Publishing20 ANNI CHE IL MOVIMENTO TENTA DI FAR SENTIRE LA SUA VOCE, MA SI VA AVANTI PER DENARO
«In questi casi il vero facinoroso è lo Stato, che arma la rivolta per impedire all’opinione pubblica di conoscere la vere ragioni dei movimenti». Haidi Giuliani, la mamma di Carlo, il giovane ucciso durante il G8 di Genova del 2001, dice la sua sugli scontri avvenuti in Val di Susa.
Ieri il fronte anti-Tav «era composto da 3 cortei distinti - sottolinea all’Adnkronos l’ex senatrice di Rifondazione Comunista - sono stati aggrediti tutti e tre, esattamente come avvenne a Genova nel 2001. Io non ero in Piemonte - precisa - ma chiamavo preoccupata degli amici che si trovavano lì, dunque so come è andata». «Si fa un gran fumo - incalza - per nascondere i problemi reali, si preferisce fare di tutta l’erba un fascio.
E così i pacifisti scompaiono dalle pagine dei giornali e dalle immagini trasmesse in tv: resta solo la violenza». Anche i black bloc, a detta della madre di Carlo Giuliani, «sono un’invenzione giornalistica. Chi si difende dalle cariche finisce per essere etichettato così perchè fa comodo farlo. Anche mio figlio è stato descritto come un blac block, eppure non lo era affatto». «È insopportabile vedere - prosegue - che viene dato spazio solo a chi tira sassi, mentre si nasconde che a tirarli è anche chi reagisce ai candelotti. Ieri in Val Susa c’era una manifestazione serena e pacifica di 10 mila persone.
Ma se le forze dell’ordine attaccano con i lacrimogeni è chiaro che qualcuno reagisca, anche perchè dentro monta la rabbia. «Sono 20 anni - va avanti - che il movimento anti-Tav tenta di far sentire la sua voce inutilmente. Eppure è in lotta contro un’assurdità: scavare un tunnel in una montagna che ha già quattro trafori, una montagna per di più fragile, da dove ogni tanto cade un pezzo». «Ma si va avanti per denaro - incalza - perchè quel che conta sopra ogni altra cosa sono i finanziamenti europei, soldi che servono ad arricchire pochi a discapito di molti, in barba alla comunità che abita quei luoghi.
Si parla degli scontri - ribadisce - ma si dimentica di raccontare che la ferrovia che è già lì, che passa sotto quella montagna, lavora al 30% delle sue potenzialità. Anche qui, come nel G8 di Genova, bisognerebbe chiarire chi è ad aver innescato gli scontri». «Ho l’impressione - conclude - che si ha interesse a fomentare chi protesta, per poi etichettare i manifestanti come violenti e metter da parte, nell’ombra, i motivi che li ha spinti a scendere in piazza». (Adnkronos)