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TRE CIVETTE SUL COMO’, UN GUFO E LA STOCCAFESSA
Publie le giovedì 28 ottobre 2010 par Open-PublishingI DIRETTORI DI REGIME SPIEGANO LA LIBERTA’ DI STAMPA
Ovvero: pornografia di Stato
Già Adorno rifiutava la comune accezione di "pornografia". Lo stesso, in altri campi, fecero Andy Warhol e Carmelo Bene. A Milano, Graziano Origa con il suo "Punk Artists" sdoganò per l’Italia le pudende maschili erette in primissimo piano, retinate è vero, ma messe in copertina.
Si scende cronologicamente verso i giorni nostri: questi.
Era nella quale pornografia è sempre di più altro dal sesso esplicito mostrato.
Il senso del pudore è perso. E’ un vuoto senza resa e tregua, rugginoso, sempre più compromesso a girarsi in acque fetide, torbide come non mai, una fogna senza condotta.
Fuori da ogni condotta, etica e morale, quelli che frequentano questo porno estremo.
A confronto Ilona Staller nelle sue performance migliori appare pure romantica ed innocente.
Si rimpiange la sua castigatissima figura tra i banchi del Parlamento.
Erano tutti lì a scandalizzarsi per la Cicciolina scesa in politica, loro, gli scandalosissimi, i frequentatori della scuola dei bordelli partitocratici.
Gli stessi medesimi che se la facevano con Tangentopoli, nascondendo nei puff di casa tesori rubati al contribuente, profittavano della carica ministeriale per arricchire le proprie tasche a scapito dei malati, infettavano di AIDS consci di quello che stavano facendo con il sangue non testato per le trasfusioni.
Mazzette, tangente madre, rivoli e torrenti di "ammanchi", bustarelle, chi più ne ha ne metta.
Non è mai finita l’epoca degli ineleggibili per fedine penali, eletti e lasciati lì.
Anzi, si sono fatti pure la legge che se ne fotte del volere dell’elettore: sono le segreterie dei Partiti a decidere chi mettere da una parte o dall’altra.
Sempre più in basso, in caduta libera, senza alcuna vergogna.
I nomi sono sempre gli stessi, le trame e gli orditi identici.
Non si chiamano più Democrazia Cristiana o Partito Socialista, Movimento Sociale o Liberali… adesso usano chiamarsi in modi fantastici.
Vanno dai nomi di piante e fiori a quelli di libertà plurime o futurismi zoppi.
Ma nulla è cambiato. Anzi, tutto è peggiorato, nel più nero dei modi.
Ora è diventato normale che del premier si sappia come scopa e con chi, gli anni che devono avere le sue simpatie sessuali. Escono pure libri che raccontano delle sue notti bollenti e quanto spende per pagare troie. Tomi scritti dalle stesse che si sono concesse. Parlano per mesi e mesi delle identiche cose. Passano l’estate a scartavetrarci le gonadi usando i quotidiani di famiglia come bollettini interparrocchiali, e l’unica problematica nazionale urgente diventa la casa abitata da Tulliani a Montecarlo.
Poi la Procura che indaga sul caso lo archivia perché non ravvede alcun reato e la carta pesta regimental ricomincia.
Che palle!
Quando non se la contano tra loro di amenità e bile interna d’amore dissolto Berlussonini-Fini, allora è insulto, sempre e comunque. Prendere la notizia, rigirarla e fare come insegna Minzolingua: tutto a favore del padrone dell’informazione.
Il Macello Dell’Utri non è condannato a sette anni per concorso mafioso, ma siccome è prescritto diventa "assolto"; Ramsete Andreotti compie "il reato ascrittogli" [rapporti con Cosa Nostra] fino ad una certa data, viene riconosciuto colpevole, ma c’è il non luogo a procedere per l’identico motivo del Marcellino di cui sopra: assolto pure lui.
Come rimbomba ancora lo starnazzare della Buongiorno, sua difensora, che tutta presa da orgasmo tsunamico fa allontanare i giornalisti; al telefonino ha Lui, il Presidente, e glielo urla "Assolto! Assolto! Assolto!".
Ma non è vero! Non è assolutamente vero: prescritto, prescritto, prescritto!
Non è assoluzione. Si comprino un Devoto-Oli.
Non è colpevole di alcunché Cosentino, difatti negano l’uso ai PM delle duecento ore di intercettazioni a suo carico. Chissà come mai.
E’ un santo specchiato l’ex ministro Lunardi.
Fini vota insieme ai suoi con la maggioranza per salvarlo.
Eppure ce le aveva polverizzate, e tanto, con la storia della legalità nel PDL e della "pulizia" dai corrotti.
Ma l’ex delfino di Almirante fa di più: dà la fiducia per lo scudo Alfano retroattivo.
Cioè: questo premier deve essere salvato dalla magistratura a tutti i costi, costi quel che così, anche a rischio di farci una figura di merda.
Difatti Fini e i suoi la figura che meritavano se la sono fatta.
E’ questa la pornografia vera.
E’ andare alla chiesa sconsacrata di Santa Chiara l’altro ieri, al convegno del PDL sulla libertà di stampa, dal titolo "due pesi e due misure", organizzato dai Ministero dei Beni Culturali, Sandro Bondi, e dal sottosegretario Daniela Santanché: ospiti i direttori del regime, le tre civette sul comò: Mentone Belpietro, Minzolingua e Littorio Feltri.
E’ di una logicità fulminea il comprendere quanto questi nomi abbiano da insegnare a noi tutti, ma proprio a tutti!, sulla libertà di stampa.
C’era la tizia che assomiglia a Miriam Mafai al maschile "fan di Feltri, Bondi, sìssisìssissì senz’altro!" che ce l’ha con Travaglio perché "è equivoco, misericordia! Quello non è un giornalista, è uno iettatore. Perché fonti vere non ne pubblica mai. Gira, gira, gira intorno alla notizia fintanto deh non va a colpire la persona che vuole… La penna di Feltri mi piace eccome, non è Oriana Fallaci, non è Montanelli, però è una penna nobile nel giornalismo italiano [una gran marchesa! Bisogna chiederlo a Boffo e Di Pietro quanto sangue blu scorre nella penna del Littorio! NdA]. Anche Belpietro… quando mancheranno loro non so se le scuole produrranno altre penne come queste [certo! basta andare alle ’premiate manifatture alpini taurinense" e di penne ne trovi di tutte le sfumature per i cappelli dei militi, peccato che non siano d’oca! NdA]"
E’ la volta della badessa Bondi che esordisce con "Il nostro Paese è un Paese malato".
E’ vero. Peccato che questo personaggio non sia mai riuscito a dirsi che la malattia infettiva grave parte proprio dal suo esecutivo, che ha ormai contagiato tutto. E’ metastasi, malignità, sottrazione di felicità e sicurezze.
Come potrebbe una Nazione "guidata" da 15 anni da un morbo che è calamità e disgrazia continue essere sana?
Ma no, la Superiora la pensa diversamente, se pensa: la colpa della malattia è tutta "della faziosità dei conduttori a senso unico… pensiamo a certi politici di sinistra o conduttori… le maggiori trasmissioni televisive di questo Paese che capovolgono la realtà… [TG1 di minzolingua? Tg4 di Umilio Fede Retriever? Mattino 5 di Brachino Calzino Azzurro? Pomeriggio 5 di Barbara d’Urso? NdA].. intossicano la vita e il confronto politico…"
Finalmente prende la parola Daniela Santadeché, e siccome è una cantilena pedissequa recitante le uniche cose che ha imparato a memoria per fare bella figura come sottosegretaria al Nulla,"Comunisti brutti e cattivi, magistrati bolscevichi, il premier è solo, se avessero arrestato le fonti di Travaggio [e chi è?], solo i nostri eroi giornalisti che rischiano la vita sono da plaudire… non lasciamoli soli", la si tronca così che è meglio.
La rifatta con disgusto serve a quello che rappresenta: il niente.
Ecco Littorio Feltri! Naturalmente vomita. Come sempre.
Anche lui si sente abbandonato, perché è un giornalista di destra, mentre "quelli di sinistra hanno tutto quello che vogliono, la qualsiasi cosa… invece Paragone ad AnnoZero è stato trattato come un idiota, ed è venuto fuori proprio così, perché c’era una congiura ambientale… e anche noi facciamo la stessa figura perché siamo abbandonati a noi stessi, anche dal PDL… e abbiamo l’impressione che a voi dei giornalisti di destra non ve ne freghi niente [infatti! Non ce ne può fottere di meno, ma non dei giornalisti di destra, ma di quelli come te, NdA], volete gli Ezio Mauro, e allora teneteveli!"
De profundis: Minzolingua e Mentone Belpietro che si producono in un accorato appello contro la criminalizzazione del loro lavoro e siccome il Littorio aveva concluso con il "teneteveli! Ecco il "teneteveli" alla seconda.
Battimani del pubblico [poco pubblico] Hulk Verdini contento, ’Gnazio la Muffa ride soddisfatto, Ciqui Cicchitto Cappuccetto Azzurro non è da meno, come potrebbe?, la signora in rosa con calza arabescata e stucchi berlussoniniani in viso è stupefatta per la meraviglia, Linda Blair Brunetta all’acme esorcistico...
Gente tristissima, tutta. Grigia e assolutamente fuori dal tempo, questo tempo. Il nostro.
Brutta e asservita, con voci da brivido, quella della Badessa Bondi fa impressione talmente è falsa.
Ira, troppa.
E bile. Fegati marci. Volti incancreniti dal brutto vivere per una misera ciotola di croccanti e un po’ d’acqua fresca.
Dicono: "quando non ci sarà più Berlussonini di cosa si occuperanno i giornalisti come Travaglio?"
Dico: "quando non ci sarà più Berlussonini, voi dove finirete? A cerca lavoro da Travaglio?"
Perché pare che tutto quello che vi ha smosso il sistema linfatico basso sia rodimento.
I quotidiani di regime, i vostri, perdono vendite, eccome se le perdono, i bilanci sono fallimentari. Lavorate e scrivete puttanate perché i soldi vi arrivano tramite la proprietà, non dai lettori; altrimenti sareste a pulire cozze insieme a Lele Mora.
Che dire poi del TG1 e di Minzolingua? Quello che era il primo telegiornale della RAI è diventato in poco tempo un’emorragia di spettatori, a centinaia di migliaia a trimestre… non si salvano neppure l’Insetto Vespa e men che meno il "giornalista" Paragone.
Il fallimento non è dovuto al Travaglio, che vi fa molta paura però.
State fallendo perché finalmente un quotidiano senza padroni, per nulla comunista, quindi molto comunista, sta facendo scuola di vero giornalismo.
E’ così che si conquista il pubblico vero e ci si forma in coscienze e opinioni, liberi di scegliere.
E’ per questo che molta più gente apre gli occhi e giustamente vi abbandona.
Che sia sempre così.
In progressione esponenziale, lontani dalla vostra pornografia.
Di più.
click qui per il video del "convegno" PDL