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Telefonare gratis con i cellulari : un’altra comunicazione è possibile

Publie le mercoledì 24 agosto 2005 par Open-Publishing

di Alessandro Marescotti

Sta arrivando una rivoluzione: noi che facciamo?

Telefonare gratis con i cellulari non è un’utopia. Ma le resistenze saranno
tante perché il capitalismo non è ancora pronto a digerire questa indigesta
novità.

Non è cosa da riformisti quella di cui tratteremo. E’ una rivoluzione. Non ce
la annuncerà di certo Piero Fassino. Lui telefona ai capitani d’azienda ma non
parla di queste cose. Non inciterà il popolo a sottrarsi alle tariffe di Tim,
Vodafone, Wind e Tre. Ma forse questa rivoluzione sta sfuggendo anche a
Bertinotti. Sicuramente non verrà intercettata da chi crede che le rivoluzioni
si facciano annunciare dal clamore dei cortei.
Ebbene sì, una rivoluzione è possibile: telefonare gratis con i cellulari.
Detta così è come annunciare l’invenzione del motore ad acqua. Può sembrare
un’utopia in un periodo in cui scendono le tariffe dei telefoni fissi ma
rimangono salatissime quelle dei telefoni cellulari. Ma questa non è una
rivoluzione, dirà sicuramente l’intellettuale che già si è fatto sfuggire la
rivoluzione telematica e scambia questi fatti per cosucce da elettricista.

La fattibilità

Vediamo allora la fattibilità, fin da ora, di una telefonata gratuita fra
cellulari che scavalchi Tim, Omnitel, Wind e Tre. Analizzeremo poi quale futuro
questa rivoluzione può aprire ai movimenti della società civile e in
particolare a quello per la pace. Infine occorre prevedere non solo i vantaggi
ma anche le resistenze e i rischi che questa rivoluzione può comportare.
Prima di cominciare chiariamo che non stiamo parlando della connessione
gratuita che, tramite Skype, collega ormai decine di milioni di computer
tramite Internet e consente telefonate gratis dall’Italia all’Australia o verso
chiunque nel mondo sia cossesso ad Internet. Se si va sul sito di Skype
troviamo consigli su come connettersi con i cordless, non ancora con i
cellulari. Quella di cui ci accingiamo a parlare è un’intersezione delle
tecnologie come Skype con le tecnologie wireless, senza fili, senza prese
elettriche, senza prese telefoniche. Oggi nessuna multinazionale che produce
cellulari se la sente di diramare quella che sarebbe una vera e propria
"dichiarazione di guerra" alle grandi aziende della telefonia mobile. Pertanto,
visto che non lo fanno loro, dichiariamo noi la fine del monopolio della
telefonia mobile basata su Gsm, Grprs e Umts, e l’inizio di una nuova
comunicazione cellulare più economica, più veloce, più flessibile, più
creativa, più socializzante e più ecologica. In una parola; più libera.

Come si fa questa rivoluzione

Occorre un cellulare che sia dotato di modulo wi-fi. Occorre poi una
connessione Adsl wi-fi. Occorre infine dotare il cellulare di un software per
telefonia gratuita. Attualmente esiste il software Skype. Ma si può telefonare
gratis anche con i nuovi software Msn (della Microsoft) e Yahoo. Oppure con i
software incorporati in comunità virtuali come ad esempio quella dei blogger
Splinder.
Andiamo per gradi e immaginiamo che a Taranto, Roma e Londra, in tre scuole
diverse, vengano installate tre connessioni wi-fi. Tali connessioni (che da ora
in poi chiameremo "hotspot") diffondono in un raggio di alcune centinaia di
metri la connessione Adsl. Alla stessa connessione si possono collegare in
contemporanea decine di studenti e insegnandi. Come? Con computer portatili
dotati di un modulo elettronico wi-fi: tutti i nuovi portatili ne sono dotati.
Per i vecchi portatili la connessione wi-fi è fattibile con apposite "pennine"
da mettere nella presa Usb, dal costo inferiore ai 30 euro che scenderanno alla
metà nei prossimi sei mesi.
Per i software di connessione telefonica gratuita... nessun problema perché
sono gratuiti anch’essi.
E il costo degli hotspot? Una quarantina di euro al mese, che scenderanno alla
metà nell’arco dei prossimi sei mesi. Una spesa più che sopportabile per scuole
che spendono molto ma molto di più per le tasse sulla spazzatura (che
potrebbero essere drasticamente ridotte introducendo nelle aule una capillare
raccolta differenziata con cestini separati per la carta, la plastica e il
vetro).

Ma ritorniamo al wireless wi-fi che consente connessioni Adsl 24 ore su 24 a
svariati utenti in contemporanea (e in ciò sta la sostanziale differenza
rispetto all’Adsl che serve una sola utenza). Questa rivoluzione dell’Adsl
wireless consente la creazione di comunità virtuali, dislocate sui luoghi di
aggregazione urbana, in grado non solo di scambiarsi e-mail "senza fili" ma
anche telefonate anch’esse "senza fili". L’infosfera wireless non connette solo
queste comunità virtuali al loro interno ma fra esse in rete, costituendo
ragnatele planetarie formate di tanti nodi quanti sono gli hotspot.
La cosa è così rivoluzionaria che occorrerà eliminare in sede legislativa tutte
quelle restrizioni che attualmente intralciano la condivisione dell’Adsl
gratuita che gli enti locali (ma anche pubs, librerie, associazioni,
ipermercati, ecc) vorranno elargire ai cittadini gratuitamente nei locali di
aggregazione, nelle piazze e nelle vie assieme alle fontanelle dell’acqua,
all’illuminazione, all’aria condizionata, al verde, ecc. Se una libreria o un
centro sociale vogliono spendere una ventina di euro al mese per distribuire ai
passanti una connessione gratuita Adsl wireless perché non lo potrebbero fare
se lo volessero? Il luogo diventerebbe frequentato ad esempio da giovani che
comprerebbero qualche libro o boccale di birra in più.
Le tre scuole di cui parlavamo prima - che abbiamo immaginato a Taranto, Roma e
Londra - potranno telefonarsi collegando cuffie e microfoni ai portatili. Una
telefonata wireless può avvenire anche fra tre, quattro, dieci o più portatili.
Essa può diventare una "teleconferenza" fra Taranto e Roma o fra Taranto, Roma
e Londra in lingua inglese.

Palmari per telefonare

I portatili in connessione telefonica senza fili possono essere sostituiti da
"palmari" del peso di un etto. Tali palmari non devono essere necessariamente
dotati di un cellulare incorporato. Basta che abbiano il modulo wi-fi che li
colleghi all’hotspot, il software per la telefonata gratuita e la cuffia (o
l’auricolare) con il microfono. E’ possibile tutto questo? Sì. I palmari con
modulo di connessione wi-fi ci sono. I software di telefonia gratuita per
palmare stanno uscendo in questi mesi. E soprattutto sono già sul mercato i
primi palmari con sistema operativo Linux. Quindi già ora si può telefonare
mediante palmari wi-fi - senza pagare nulla! - dall’aeroporto di Londra
all’aeroporto di New York, dotati di hotspot gratuiti nelle sale d’aspetto.
Tali telefonate intercontinentali gratuite sono del tutto simili alla telefonia
cellulare basata su sistemi GSM, GPRS o UMTS. La qualità del suono tramite Adsl
è superiore rispetto al suono veicolato dalla telefonia cellulare e fissa
attuale. Questo sistema di telefonia su Internet viene denominato Voip ma fino
ad ora é rimasto circoscritto alla telefonia fissa. Perché non si è diffuso
alla telefonia mobile? Perché nel sistema economico capitalistico alcune
tecnologie rivoluzionarie vengono stoppate e ritardate per evitare che la loro
introduzione possa danneggiare gli investimenti effettuati e il ritorno in
termini di profitto. Alle tecnologie che possono danneggiare i profitti viene
messo il "silenziatore" per un po’ di tempo, quello necessario a riorientare la
politica tecnologica e di investimento al fine di risassorbire i contraccolpi.
Questo sta facendo ad esempio Telecom con il Voip su rete fissa, sfruttandolo
in chiave ipertecnologica e offrendo (tramite il Voip) ad ogni utente cinque
numeri di telefono personali e tre telefonate in contemporanea con l’offerta di
Alice mia, senza offrire ovviamente il pezzo forte del Voip, ossia la
telefonata gratuita.

Voip e cellulari

Quindi il Voip su telefonia mobile é già maturo e fin da ora può essere
praticabile tecnicamente mediante la tecnologia wi-fi. Le nostre tre scuole,
prese ad esempio, possono diventare in poco tempo 30, 300, 3000, collegando
centinaia di migliaia di utenti. Ma oltre agli ostacoli legislativi che
frapporranno i parlamentari succubi delle lobby della telefonia cellulare,
occorrerà superare un’altra resistenza: quella dei grandi costruttori di
cellulari. Stanno investendo somme colossali per convincere gli utenti ad
acquistare cellulari che "scaricano" ad esempio videogiochi, canzoni o suonerie
o che consentono di vedere la propria squadra del cuore su telefonini che
assomigliano sempre di più a TV portatili, con servizi ovviamente a pagamento.
Una simile miniera di potenziali idiozie ha bisogno di formare un nuovo
pubblico di clienti possibilmente sempre più convinto di andare verso il
"nuovo". E invece tutto questo va solo nella strada della ricerca del massimo
profitto lungo percorsi tecnologici recintati, blindati. La strada verso
Internet, promessa da GPRS, EDGE e UMTS, viene costruita non utizzando Internet
stessa ma costose e inefficienti bretelle di raccordo a pagamento che passano
tramite GPRS, EDGE e UMTS, rallentando l’utente con velocità di navigazione di
gran lunga inferiori a ciò che oggi si può ottenere connettendosi direttamente
ad Internet tramite l’Asds wi-fi.

Le multinazionali della telefonia mobile

Le grandi multinazionali dei telefonini cellulari - che vanno a braccetto con
le grandi compagnie della telefonia cellulare - che interesse hanno a rompere
questo matrimonio di interesse per lanciare dei telefonini dotati di modulo wi-
fi?
E che interesse avrebbero i governi a farlo perdendo fette consiteni di
controllo dei rispettivi servizi segreti, oggi esercitato su un’infosfera ben
incasellata e controllata grazie alla preziosa collaborazione delle
multinaizonali della telefonia mobile?
Quella di cui stiamo discutendo quindi non è quindi una faccenda solo tecnica
ma politica e strategica sia per i governi sia per le multinazionali. E questo
spiega perché queste cose le leggete sul sito di PeaceLink e non le ascoltate
in TV, nonostante possano fare lo "scoop" mettendo fra le notizie di apertura
del TG: "E’ possibile telefonare gratis con il telefonino! Vi spieghiamo come."

L’utopia e l’ombra di Microsoft

E, si badi bene, non stiamo parlando di Phreaking, ossia del sistema con cui
qualche ingegnoso hacker è riuscito a telefonare gratis in barba alle compagnie
telefoniche (si legga il sesto capitolo dell’ultimo interessante libro di Carlo
Gubitosa "Elogio della pirateria", edizioni Terre di mezzo). No non stiamo
cercando di convertire milioni di "obbedienti cittadini" in hacker, stiamo
parlando che già oggi possiamo praticare quella telefonia senza fili gratuita
che fra cinque anni si affermerà come standard ovvio e naturale, all’interno
della quale Tim, Omnitel, Wind e Tre potrebbero trasformarsi nelle divisioni
esecutive di un unico grande gestore che offrirà telefonate gratis in cambio di
software a a pagamento per far funzionare i sistemi operativi dei cellulari. I
più perspicaci avranno già capito di chi si tratta: Microsoft.
Ma proprio per evitare che il futuro sia quello di un unico grande monopolio
occorre già da ora portare nel mondo wireless quell’anarchia policentrica e
resiliente che caratterizza l’Internet classica.

Wi-fi con 20 euro

Il futuro che immaginiamo noi libertari non deve essere un mondo di libertà e
di opportunità per soli ricchi. Oggi il modulo wi-fi che consente di telefonare
gratis senza fili è su palmari che costano dai 500 euro in su. Troppo. Non si
può aspettare che diminuiscano i prezzi dei palmari. Occorre portare il modulo
wi-fi sui normali cellulari. Quanto costerebbe? Una ventina di euro in più.
Decisamente poco se consideriamo che i cellulari si sono caricati di funzioni
ben più costose come i display a colori, le sunerie polifoniche o la fotografia
digitale.
Già ora sarebbe possibile disporre di normalissimi telefonini con modulo wi-fi
a costi di circa 70-80 euro, dotati si software sufficientemente ergonomico da
effettuare ricerche in automatico delle connessioni hotspot.

Ridurre l’elettrosmog

Un altro aspetto di questa rivoluzione va considerato: i bit viaggerebbero
sotto i nostri piedi. Cablare le città anziché aumentare le antenne potrebbe
ridurre l’elettrosmog. E’ un processo lungo e tutto da verificare anche perché
per molto tempo la telefonia wi-fi non potrà sostituire del tutto quella
attuale, per via della copertura insufficiente.

Innovazione o rivoluzione?

Le informazioni e le ragioni fin qui esposte rendono evidente che non ci
troviamo sono di fronte ad un’innovazione tecnologica ma di fronte ad una vera
e propria rivoluzione come i file mp3 e il peer-to-peer che stanno modificando
cardini essenziali quali il diritto d’autore e la fruibilità sociale della
cultura e dell’arte.
La comunicazione può diventare un diritto anzichè un mercato. Il Nord del mondo
ci può arrivare già dai prossimi anni e occorrerà pensare soluzioni praticabili
ed efficaci anche per il Sud del mondo.

Il ruolo della società civile

Per la società civile e il movimento per la pace comincia ora una sfida per
arrivare al free phone, PeacePhone, a laboratori di pace e di comunicazione che
incrementino la comunicazione senza incrementare necessariamente il mercato e
la speculazione commerciale sul bisogno di intescambio informativo.
Nel 1991 anticipando i tempi. Creammo PeaceLink quando Repubblica e il Corriere
della Sera non usavano neppure le email. Oggi tocca a noi anticipare i tempi e
costruire una comunicazione più libera ed efficace, che precorra i tempi e lo
faccia nel segno della pace, della solidarietà e della libertà e non nel segno
del mero profitto. Ma se intercetteremo questa rivoluzione potremo nelle scuole
proporre ai giovani attività che li formeranno culturalmente e
professionalmente offrendo alternative concrete al classico e maledetto posto
nelle Forze Armate.

http://www.peacelink.it