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Terrorismo, il governo litiga sul pacchetto Pisanu e di nascosto schiera l’esercito
Publie le mercoledì 27 luglio 2005 par Open-Publishingdi red
Una norma così, infilata alla chetichella in un decreto omnibus, conferisce poteri di polizia giudiziaria all’esercito italiano. Soldati che, mitra spianati, controllano i documenti, fanno posti di blocco, persino possono fare perquisizioni ma non in case, solo su strada. Basta che entro 48 ore un giudice ne convalidi l’operato. Si tratta dell’articolo 12 ter, cioè di un emendamento inserito nel decreto omnibus sulla pubblica amministrazione all’esame da oggi della Camera, dopo essere stato approvato dal Senato, ma senza questa norma. Non fa dunque parte del pacchetto Pisanu, su cui il centrodestra sta litigando da giorni senza trovare un accordo. Spunta insieme a norme varie, dalla proroga del patentino per i ciclomotori alle assicurazioni obbligatorie per gli sportivi dilettanti.
Si tratta in realtà di una norma già in vigore nella Legge 128, quella che nel 1992 portò all’operazione antimafia “Vespri Siciliani”, e che dà licenza ai prefetti - cioè alle autorità governative - di chiedere l’aiuto dei militari per proteggere obiettivi giudicati sensibili.
Ma in questa norma votata nel pacchetto pubblica amministrazione da Palazzo Madama c’è un’ulteriore aggravio dei compiti dell’esercito, che potrebbe anche condurre - appunto - perquisizioni giudiziarie, quindi entrare nelle abitazioni delle persone sospettate.
Una norma da Stato di polizia, che evoca i regimi quelli veri, oltretutto se a questo si aggiungono le norme di prolungamento del fermo di polizia giudiziaria. E che ha fatto balzare sulla sedia i deputati dell’opposizione. «È gravissimo - dice Elettra Dei nana, deputata di Rifondazione della Commissione Difesa- visto che la maggioranza non riesce a produrre niente di serio né sul piano dell’analisi né su quello della strategia di contrasto al terrorismo, preferisce inserire così, alla garibaldina, una norma che militarizza il territorio e procede addirittura a una corsa alla militarizzazione estrema dando ai militari anche poteri di investigazione, cioè un ulteriore passo e pesantissimo rispetto alla 128». Anche il verde Paolo Cento ritiene la misura «di dubbia costituzionalità, introdotta surrettiziamente, con un metodo senz’altro odioso». «Eventuali poteri all’esercito per attività di ordine pubblico non possono essere discussi in provvedimenti che riguardano tutt’altra materia», dice Cento, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera.
Tra l’altro finora la legge 128 era stata utilizzata per operazioni antimafia che in quanto tali avevano obiettivi e termini abbastanza definiti, mentre in questo caso l’impiego dell’esercito per compiti investigativi sarebbe senza un tempo e un territorio definito. Quindi con un uso molto più largo e difficile da verificare.




