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La seconda vita di Pera XVI, ex laico ed ex anticlericale
di MARCO TRAVAGLIO
C’è stato un momento in cui, nella diretta di Sky sulPome-X Ha di
Peratzinger XVI al Meeting, gli eventuali telespettatori hanno trattenuto
il fiato. Ammutoliti come le migliaia di giovani ciellini rapiti nella
grande sala in attesa della Rivelazione. È stato quando il ragioniere che presiede il Senato s’interrogava sui «fondamenti morali della nostra
società» e domandava pensoso: «Dove trovarli? E come?».
Lunga, interminabile pausa carica di tensione.
L’ora era grave, l’emozione si tagliava col coltello, gli astanti rinunciavano financo a deglutire per non perdersi una sillaba del Verbo pere-sco.
Uno normale ne avrebbe profittato per suggerire:
"Magari, se cerchi la morale, prova a non frequentare Berlusconi, Previti e Dell’Utri. Non che sia risolutivo, ma aiuta». Invece nessuno ha fiatato: si tratta pur sempre di giovani ammaestrati all’etica da Andreotti e Formigoni.
Certo non dev’essere facile la vita del Pera.
Con tutte le reincarnazioni che ha subito - craxiano e anticraxiano, giustizialista e garantista, anticlericale e clericale - è costretto continuamente a resettare il passato, per cancellarne ogni traccia dalla mente e dagli scritti. Basta un nonnulla, un attimo di distrazione, per farsi scappare qualche frase, qualche concetto della vita precedente.
Senza contare il rischio che un collaboratore burlone o infedele
gli passi i fogli di un discorso di qualche anno fa.
Immaginiamo la scena del ragionier Pera che, sopite le prime standing ovations del popolo ciellino, l’arringa per sbaglio con una filippica del periodo rosso: «Come alla caduta di altri regimi, occorre una nuova Resistenza e poi una vera, radicale, impietosa epurazione.» (19-7-92) .
«Andreotti è un premier dell’era Gromyko... E’il trasformismo,
il vino vecchio in otri vecchi, il tirare a campare...
Per queste figure logorate dall’uso, è venuta l’ora di inaugurare la
serie ’Visti da lontano"... Devono pagare il conto per ciò che han fatto
o omesso di fare. Abituati all’arte sopraffina del riciclaggio, i vecchi
marpioni De (e gli ex giovani recentemente rimpinzati dei voti rubati ai
vecchi) non si sono accorti che il muro di Berlino era caduto addosso a
chi l’aveva eretto, ma anche a chi vi si nascondeva e faceva ogni genere
di traffici approfittando dell’impunità offerta dalla sua ombra»
(16-4-92).
Immaginiamo Pera che, sovrappensiero, ripete una memorabile rivelazione al Tg2: «La sera, quando sono solo a Palazzo Madama, mi piace mangiare in mutande» (21-10-2002).
O, inavvertitamente, torna per qualche istante il mangiapreti di
prima: «Non dobbiamo infilare Dio nella Costituzione europea o
inseguire su tutto le posizioni della Chiesa» (L’Espresso, 5-12-2002).
E da’ lezioni di anticlericalismo agli sbigottiti seguaci di don
Giussani, esaltando il «perché non sono cristiano» di
Bertrand Russel:
«Per essere anticlericali bisogna sentire la dignità della propria
identità e delle proprie idee e, quando occorre, avere il
coraggio di impugnare una spada per contrastarne un’altra... Il laico
crede solo nelle proprie idee e nella propria coscienza... Rispetta la tua coscienza, non avere altra tutela fuori di te». Un comandamento che
«vale anche contro Dio» ( "L’identità degli italiani", Latenza, 1998 ).
Figuriamoci se ieri, mentre Pera esaltava i «valori irrinunciabili della
vita e della famiglia», una perfida manina gli avesse passato il suo
discorso ai Riformatori pannelliani del ’94:
«Non si può esser liberaldemocratici e al contempo restrittivi su
divorzio e aborto» (10-4-94).
O uno dei suoi attacchi alla Chiesa: «Non si risolve il
problema decretando d’autorità che un embrione è una "persona umana".
Davvero mons. Sgreccia vuoi farci credere che,prelevare il seme in un
modo o in un altro è moralmente rilevante? La morale dipende da come si
eiacula? Nostro Signore non guarderà le nostre intenzioni piuttosto che
rovistare sotto le nostre lenzuola?» (27-12-9. )
I vecchi cronisti sportivi ricordano quel collega che un mercoledì sera,
poco prima della fine del derby Milan-Inter, aveva appena terminato di
dettare il suo resoconto sulla tonante vittoria del Milan, quando l’Inter, in zona Cesarini, segnò due gol e ribaltò il risultato. Non avendo voglia né tempo di riscrivere il pezzo, il cronista richiamò lo stenografo e intimò: «Dove ho scritto Milan metti Inter, e viceversa».
Ecco, il ragionier Pera potrebbe fare cosi. «Dove ho scritto Craxi, metti Borrelli. Dove ho scritto Borrelli, metti Berlusconi. Dove ho scritto ateo, metti cristiano. Dove ho scritto Voltaire, metti Ratzinger». Secondo dove tira il vento. Perché lui non è un Neo-con, e nemmeno un Teo-con. Lui è un Meteo-con.
...
E i ciellini applaudono, applaudono. .. ma ci sono o ci fanno?




