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UN IGNOBILE ATTACCO AI COBAS, L’ANALISI DEL 15 OTTOBRE E COME CONTINUARE

Publie le martedì 25 ottobre 2011 par Open-Publishing
4 commenti

Nel sito di Contropiano, giornale della Rete dei Comunisti (questa formazione, che
andrebbe definita Rete degli Stalinisti, costituisce da sempre il "braccio politico" della
RdB, oggi costituente principale del sindacato USB), che nelle settimane scorse aveva
continuamente diffuso resoconti delle riunioni nazionali per il 15 ottobre che accusavano i
promotori del corteo a P.S.Giovanni di essere al servizio del centrosinistra per
depotenziare la protesta, è comparso un ignobile scritto, una vera dichiarazione di guerra
nei confronti di Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei COBAS, di Luca Casarini (oltre
che di Vendola) e di quelle che vengono definite le “loro rispettive formazioni politiche", e cioè, per quel che ci riguarda, i COBAS.

completo: http://www.cobas.it/index.php/Notizie/UN-IGNOBILE-ATTACCO-AI-COBAS-L-ANALISI-DEL-15-OTTOBRE-E-COME-CONTINUARE

Messaggi

  • Beh, che a Contropiano siano "stalinisti" è fuor di dubbio.

    Anche se il sindacato Usb ( ex RdB/Cub), il primo sindacato di base italiano come iscritti, è certamente qualcosa di più ampio, ecumenico e composito ....

    Rimane il fatto che, per quanto in parte inguaribili "stalinisti", nel merito del 15 Ottobre Contropiano ed Usb abbiano ragione da vendere.

    Sia per aver fatto conoscere a tutti i termini della allucinante trattativa che si è svolta per la composizione del corteo ..... nemmeno nei mitici "intergruppi" degli anni settanta si era mai arrivati a tanto, pretendendo di stabilire persino le virgole degli striscioni, un rigido susseguirsi di partiti e partitini, gruppi e gruppetti nella composizione del corteo e quant’altro .... e visto come poi è andata a finire, forse tante energie andavano impiegate in altro modo ...

    Ma soprattutto Contropiano ed Usb hanno ragione quando stigmatizzano la allucinante e persino "forcaiola" posizione dei Cobas sugli incidenti .... aggravata dal fatto che il gruppo dirigente dei Cobas coincide sostanzialmente con la dirigenza dei vecchi Volsci del 1977 che certo non sono molto credibili rispetto a certi argomenti ....

    Difficile dimenticare certe prevaricazioni ( anche a mano armata) dei cortei fatte all’epoca dagli stessi personaggi ..... mi limito a ricordare due date del 1977, il 12 Marzo e, soprattutto, il 21 Aprile, in entrambi i casi a Roma ....

    Una volta detto questo e ben comprendendo e condividendo quindi il disappunto di Contropiano e Usb - ma anche di molti altri non sospetti di stalinismo - sulla questione, non me la sento però di sostenere che i Cobas siano "al servizio del centrosinistra per depotenziare la protesta".

    Credo, molto più semplicemente, che sia un problema di "crisi di senilità", politica ed anche personale, della dirigenza Cobas.

    Il loro progetto è in crisi politica ed organizzativa ormai da tempo e probabilmente non lo vogliono ammettere nemmeno con se stessi ... da cui una certa arroganza ed un certo patetico vittimismo ....

    • Una nota redazionale di Contropiano replica alla lettera di Piero Bernocchi

      L’intervento di Karla e Kamo sul 15 ottobre che abbiamo pubblicato qualche giorno fa sul nostro giornale

      http://www.contropiano.org/it/archivio-news/documenti/item/4186-dopo-roma-appunti-per-un-bilancio

      ha sollevato - com’era giusto – commenti diversi. Del resto abbiamo previsto uno spazio “interventi” proprio per sollecitare il confronto anche e soprattutto al di fuori dei confini, spesso troppo stretti, di organizzazione. E in tanti, essendo esclusi proprio dai media mainstream, stanno utilizzando questo spazio di dibattito per intervenire con valutazioni, commenti o interventi veri e propri.

      Come ogni lettore di giornali o di siti sa, gli “interventi” non sono “editoriali”. Non necessariamente rappresentano, come dicono i giornali mainstream, il punto di vista della redazione. Possono essere condivisi in parte, totalmente o quasi per nulla; ma sono stati evidentemente considerati “interessanti”, “stimolanti discussione”. Al limite anche “un po’ provocatori”. Se non si amano le discussioni ingessate, sono semplicemente necessari.

      Piero Bernocchi, non l’unico dei nomi citati nell’intervento, se n’è invece risentito molto. Pubblichiamo anche la sua nota apparsa sulla lista del “Coordinamento 15 ottobre”. E ci sia consentita qualche pacata considerazione.

      La prendiamo larga. In Italia, grazie a Berlusconi, e in Occidente (grazie a molti altri soggetti pensanti, think tank o ideologi vari), nell’ultimo ventennio si è fatta strada una retorica che chiameremo “vittimismo aggressivo”. In pratica, consiste nel dichiararsi “vittime” di un attacco violento, intollerante, insopportabile in occasione di qualsiasi divergenza di opinione; per farne poi discendere la “necessità” di mettere al bando (nel migliore dei casi) il/i responsabili di quell’attacco. Certo, è difficile raggiungere le vette del Cavaliere o di alcuni suoi cortigiani (Cicchitto, Stracquadanio, Belpietro, solo per citarne alcuni), ma questo modo di fare ha fatto scuola. “Tira” sia in televisione che sulla carta stampata, ma anche sul web o qualsiasi altro media. E’ diventato “senso comune”. “Si fa così...”

      Se ne serve anche il buon Piero, con cui ci accomunano 40 anni di attività politica, dissensi aspri, convergenze temporanee, visioni diverse. Senza che mai sia volato un solo schiaffo tra noi.

      Ci sorprende e quasi ci diverte – dunque – il fatto che stavolta abbia preso cappello in modo così viscerale e vittimistico, fino a dipingersi come “possibile vittima di un pestaggio”. Se non avessimo guardato per anni gli sketch di Beppe Braida ci saremmo arrabbiati. Ma siamo ormai vaccinati...

      Si indigna per essere stato avvicinato a Noske, e lo si può capire. Però, detto amichevolmente, non è carino nemmeno sentirsi catalogati come assaltatori dei palazzi o sabotatori di manifestazioni che abbiamo contribuito a costruire. Basta leggersi l’editoriale “15 ottobre. Fatti, cause, conseguenze” per avere la “posizione ufficiale” della Rete dei Comunisti. Se avessimo avuto una posizione diversa, l’avremmo espressa nero su bianco. Come facciamo sempre.

      Non è simpatico neppure affermare come “notorio” che un sindacato (l’Usb) - risultato di un processo unificante ancora incompiuto del sindacalismo di base, cui anche Bernocchi ha fino a un certo punto partecipato per poi tirarsene fuori - sia schiacciato su una posizione politica particolare. Come ognun sa, per aderire a un sindacato (Usb o Cgil, in questo, differiscono poco) non occorre presentare una tessera di partito. Certo, si tengono lontani i fascisti e assimilabili, ma non molto di più. Sappiamo che i Cobas hanno un’idea molto più “simbiotica” del rapporto tra sindacato e partito. La conosciamo, la comprendiamo, ma non è la nostra. E Piero lo sa. Perché creare confusione di proposito?

      La redazione di Contropiano

    • a dire il vero non saprei dire se sia più miope - circa gli avvenimenti del 15 ott - il documento cobas o quello di contropiano. Ed ora via, ognuno indica uno sciopero generale a distanza di un giorno uno dall’altro... per poi sparare cifre di adesione con uno zero in più... Che tristezza

  • Quello che sconcerta del documento redatto dalla Confederazione Cobas (“Un ignobile attacco ai Cobas, l’analisi del 15 ottobre e come continuare”) è il tentativo maldestro di assimilare l’opera di quelli che loro chi amano “sfasciacarrozze” al movimento di resistenza greca del quale gli anarchici sono gran parte.
    Contestiamo fermamente il concetto, espresso nel documento citato, secondo il quale l’insorgenza di un popolo vessato che continua a resistere alla politica dissennata di un governo allo sbando, sia demonizzata falsificando persino i dati della realtà.
    Negli ultimi due anni, gli anarchici greci non hanno “simulato l’insurrezione” né hanno “allontanato una marea di gente dai cortei”. Al contrario, gli anarchici greci sono protagonisti – da molto più tempo – di un movimento di opposizione radicale e ben radicato nel tessuto sociale ellenico.
    Speculare, poi, sulle vittime di eventi maturati in circostanze tan to tragiche quanto mai del tutto chiarite, attribuendole provocatoriamente agli anarchici, è sintomatico di una profonda malafede. E liquidare come “rissa” le cariche in piazza Syntagma degli stalinisti greci contro i manifestanti per difendere il parlamento e la polizia, è altrettanto indicativo della natura sostanzialmente autoritaria degli estensori di questo documento.
    La realtà è che il comportamento degli anarchici, in Grecia come altrove, contrasta visibilmente con il comportamento di quelli che a parole si contrappongono ai poteri costituiti, mentre nei fatti sono disponibili a tutelarne i ruoli.

    Gruppo Anarchico “Alfonso Failla” - FAI Palermo e Trapani

    gruppoanarchicofailla@gmail.com