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Un partito per riaprire la partita

par Claudio Grassi

Publie le lunedì 1 agosto 2011 par Claudio Grassi - Open-Publishing

Sono 19225 gli iscritti e le iscritte, ad oggi, per il 2011, al Partito della Rifondazione Comunista. Il 47% degli iscritti del 2010 che, appunto, furono 40770. Alla fine del post trovate il link con tutti i dati. Si tratta di un dato simile a quello dello scorso anno nel rilevamento di fine giugno. Lo consideriamo un primo risultato positivo, tenendo anche conto che la nostra organizzazione e’ stata fortemente impegnata, nei mesi scorsi, nella campagna elettorale amministrativa e nella campagna referendaria. Ora si tratta di utilizzare la stagione delle Feste di Liberazione ed i mesi successivi che ci portano al Congresso per concludere positivamente il tesseramento raggiungendo e possibilmente superando (ce la possiamo fare) gli iscritti dello scorso anno. Faccio un appello a tutte le nostre strutture, affinché si dedichi particolare attenzione a questo aspetto. Affinché ci si ponga l’obiettivo non solo di rifare gli iscritti dello scorso anno, ma di cercarne di nuovi o di recuperarne qualcuno che abbiamo perso nel corso del cammino accidentato di questi anni.

Lo abbiamo visto nei recenti risultati elettorali amministrativi: la presenza del partito sui territori e’ fondamentale. Nonostante l’oscuramento mediatico il nostro risultato e’ stato ben superiore a quello che ci veniva accreditato dai sondaggi grazie al radicamento territoriale, alla presenza dei nostri circoli. Al contrario di quanto e’ stato detto e scritto in questi anni, anche a sinistra, il partito resta uno strumento fondamentale per costruire un progetto di alternativa al sistema capitalistico. Nel dire questo non voglio certo nascondere la crisi di credibilità in cui si trovano tutti i partiti politici, compreso il nostro. Diventa quindi necessario – parallelamente allo sforzo di tenuta organizzativa del partito – apportarne i necessari cambiamenti.

Di questo ragioneremo in un convegno sullo stato del partito che terremo in avvio della fase congressuale, con l’obiettivo di dare al dibattito che si svolgerà già a partire dai circoli una griglia di proposte. Su questo, nei giorni scorsi, abbiamo tenuto una prima positiva riunione del dipartimento organizzazione e della segreteria nazionale con i segretari regionali, delle grandi città e i responsabili organizzativi. Diversi gli spunti e gli interrogativi emersi dal dibattito. Quale organizzazione serve per un partito che in questa fase dispone di una forza tra i 40 e i 50000 iscritti? Che ripercussione ha questa dimensione sui circoli, i regionali e le federazioni? Ha ancora senso, a tutti i livelli, l’organizzazione per incarichi di lavoro? Come va adeguato lo Statuto in questo nuovo contesto? Come far funzionare il progetto politico su cui siamo impegnati – la Federazione della Sinistra – senza generare tensioni all’interno di essa e nel partito? Come utilizzare l’apparato nazionale e le risorse disponibili? Ha ancora un senso che tutto sia concentrato a Roma o non e’ più utile collocare funzionari e dipartimenti nei territori?

L’uso della Rete, in particolare dei social networks, ha una rilevanza sul piano della comunicazione o deve essere pensata anche come uno strumento di organizzazione del partito? Quali cambiamenti introdurre nel partito per incrementare la presenza delle compagne? Come ricostruire un rapporto con l’intellettualità di sinistra? Come migliorare la nostra presenza nelle grandi organizzazioni di massa, a partire da quelle sindacali? Quali percorsi concreti si possono praticare affinché il confronto utile fra aree programmatiche non si sclerotizzi in correnti organizzate? Come favorire un cambio generazionale? Su questi temi e interrogativi cercheremo di avanzare proposte utili per tutto il partito nel convegno che appunto terremo. Qualche compagno ha anche avanzato la proposta di tenere una sessione apposita del congresso nazionale sul partito. Vista l’importanza degli argomenti in discussione e’ una ipotesi da prendere seriamente in considerazione.

La fase che abbiamo di fronte e’ densa di pericoli, ma anche di grandi opportunità. E’ sempre più evidente, non solo in Italia, ma in tutto l’Occidente, che o si apportano grandi cambiamenti o il sistema può collassare portandoci tutti nel baratro. Ma per uscire da questa crisi e per cambiare veramente l’ultima cosa che serve e’ “tornare allo spirito del ’92-’93″. Come giustamente sottolineava Gallino nell’intervista di ieri su Il Manifesto “da allora si e’ realizzato il trasferimento del 10% della ricchezza prodotta dal lavoro ai profitti e alle rendite”. Una strada sbagliata che ha aumentato le diseguaglianze e che non solo non ci ha fatto uscire dalla crisi, ma l’ha accentuata.

Occorre imboccare una strada diversa. Occorre dare continuità al vento di cambiamento che si e’ realizzato con le recenti elezioni amministrative e con i referendum. Per fare questo non servono alleanze tra soggetti sociali che hanno interessi divergenti, ne’ costruire alleanze con forze moderate di centro o dichiaratamente di destra. Serve costruire l’unità delle forze democratiche e delle forze di sinistra capace di battere Berlusconi e contemporaneamente non ripetere gli errori compiuti nel recente passato. Il nostro Partito con la Federazione della Sinistra, a maggior ragione se si rafforzerà anche sul piano organizzativo, può dare un importante contributo in questa direzione.

http://www.claudiograssi.org/wordpress/2011/08/un-partito-per-riaprire-la-partita/