Home > Una esperienza un po’ fascista
Edmondo Cirielli, presidente della provincia di Salerno, domani commemorerà il 25 aprile. Nel manifesto preparato per l’occasione “cancella” la Resistenza, di fatto attribuendo il solo merito della liberazione agli Stati Uniti.
Interpretazione storica discutibile, malgrado le tre lauree che il Cirielli sventola nella biografia sul suo sito :
http://www.edmondocirielli.org/index.php?option=com_content&view=article&id=109&Itemid=109
Ma ancora più interessante, per capire la visione del mondo dell’ex destrosociale di An passato a ben migliore vita berlusconiana, è scorrere il testo del discorso che terrà domani :
Il presidente dirà che ”la sconfitta della Germania nazista e la riconquista della libertà, dopo l’esperienza fascista, rappresentano un fatto storico fondativo della nostra nuova comunità nazionale”.
Poi aggiungerà che “l’intervento dell’America nella nostra terra ha sancito un’alleanza che ha garantito un lungo periodo di pace e di progresso economico e sociale, senza precedenti, ed ha salvato l’Italia dalla dittatura comunista”.
Dunque, dal plurilaureato Cirielli, domani impareremo che in Italia il totalitarismo che c’è stato davvero è stato una “esperienza”, mentre il totalitarismo che non c’è stato mai è stata invece una “dittatura”.
Anche da Salerno, dunque, buon 25 aprile a tutti.
Anche a quelli che all’epoca fecero una “esperienza” e fino ad oggi, poveri ignoranti, hanno pensato fosse una dittatura
Messaggi
1. Una esperienza un po’ fascista, 24 aprile 2010, 19:03
In provincia di Salerno la Resistenza è ben nota per gli innumerevoli episodi che videro le popolazioni locali impegnate a fianco degli Alleati nel respingere verso nord i nazi-fasciti.
La città di Scafati ad esempio è medaglia d’oro per l’insurrezione del 27-28 settembre 1943 che vide impegnati in aspri combattimenti i cittadini a fianco dell’esercito inglese.
Il discorso che il Presidente della Provincia farà in occasione del prossimo 25 aprile costituisce una mera rilettura di parte di tali fatti che restano, in ogni caso, scolpiti nella memoria di chi li ha vissuti, nel marmo delle lapidi commemorative, nelle coscienze delle persone.
Rino