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VERONELLI-BERTINOTTI: HA PARLATO DI CIBI E DI LIBERTÀ

Publie le mercoledì 1 dicembre 2004 par Open-Publishing
5 commenti

Dazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi


Il ricordo di Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione comunista:

Roma

"La scomparsa di Luigi Veronelli è una perdita grave per il Paese. Non riusciamo
ad abituarci all’idea, eppure in qualche modo eravamo stati avvertiti da una
sua incomparabile lettera di saluto apparsa su "Carta".

Ancora nei giorni scorsi c’eravamo scambiati desideri di incontro in
occasione del convegno di Rifondazione comunista sull’agricoltura.

E’ difficile rassegnarsi. Ricorderemo sempre l’uomo che parlando di vini e
di cibi, ha parlato del popolo e della libertà.

E’ stata la sua una presenza originale nella cultura e nella vita pubblica del Paese.

Un testimone irriducibile di esperienza di vita, di sapere critico, senza
mai una concessione al potere, alla retorica e al sistema.

Attraverso Luigi Veronelli abbiamo risentito l’eco affascinante della parola
anarchico. Se n’è andato un grande, gli sia lieve la terra".

Messaggi

  • Sento il bisogno di condividere con qualcuno la profonda tristezza per la
    perdita di una voce libera che, oggi giorno, è dote sempre più rara. Credo
    che tutti noi abbiamo perso una grande persona e un grande amico, amico di
    tutti noi anche di chi, come me, non l’ha mai conosciuto ma ha avuto il
    privilegio di sentire il fluire lieve ma profondo del suo pensiero. Mi
    dispiace domani di non poter essere al funerale. Addio.

    Paolo

  • ieri ci ha lasciato un grande personaggio
    che a modo suo ha segnato il secolo breve
    un ricordo

    d.l.

  • Ciao Gino.

    Amico Caro di giorni recenti.

    Maestro Prezioso di Vita e di Professione da Sempre.

    Lasci un Vuoto enorme tra noi e dentro ciascuno che

    come me ti ha stimato e ha avuto la fortuna di conoscerti.

    r.v.

  • ciao gino

    cari compagni e care compagne,

    Luigi Veronelli, compagno di molte battaglie, ci ha
    lasciato.

    gli daremo l’ultimo saluto il pomeriggio di mercoledì 1 dicembre,
    presso il cimitero monumentale di bergamo, assieme alla banda degli ottoni a scoppio e alle bandiere di uguaglianza e libertà che ha sempre amato.

    i compagni di tl/cw


    brevi cenni biografici

    Nato a Milano nel 1926, Luigi Veronelli è stato un maestro della
    cultura enograstronomica, ma non solo, ha speso oltre cinquant’anni della sua
    vita in battaglie, intuizioni, stimoli, idee a favore della
    dell’agricoltura e di una cognizione del gusto che tenesse assieme la sensibilità
    sociale.

    In gioventù fu assistente del filosofo Giovanni Emanuele Bariè (con cui
    pubblica la rivista Il Pensiero) e collaboratore di Lelio Basso (edita

    I problemi del socialismo). È stato amico di Luigi Carnacina (con cui
    ha redatto testi importanti come La grande cucina, Mangiare e bere
    all’italiana, La cucina rustica regionale), di Gianni Brera (con cui è
    autore di La Pacciada), di Giangiacomo Feltrinelli (a cui fa pubblicare,
    imperdibili, Mangiare da Re di Nino Bergese e il suo Alla ricerca dei cibi
    perduti, ripubblicato da DeriveApprodi nel 2004),
    dell’architetto-designer Silvio Coppola, di Mario Soldati. Condannato a sei mesi di carcere
    per istigazione alla rivolta dei vignaioli piemontesi (oppressi da
    burocrazia e contrastati dai grandi monopoli) e a tre per la pubblicazione
    di De Sade (l’edizione di Storielle, Racconti e Raccontini, 1957, fu
    l’ultimo rogo della censura italiana). Negli anni Sessanta e Settanta è
    autore di trasmissioni televisive (ricordiamo, per esempio, A tavola
    alle sette, con Ave Ninchi) sulla cultura dei vini e dei cibi, di grande
    efficacia ed eleganza.

    Se oggi i vini, la cucina e i giacimenti gastronomici italiani stanno
    avendo uno straordinario successo nel mondo, buona parte del merito è di
    quest’uomo che, con perseveranza, determinazione, rigore e cultura ha
    saputo individuare e indicare giuste linee di progresso e, con pregnante
    tensione etica, fare strada, trainare. La teoria dei cru, l’elevazione
    dei grandi vini, la limitazione delle rese per ettaro per favorire la
    qualità e non la quantità, il recupero dei vitigni autoctoni, la
    vinificazione in luogo, la classificazione dei vini con puntuali esami
    organolettici, la teoria della distillazione secondo monovitigno, sono solo
    alcune delle intuizioni, delle lotte e delle vittorie condotte in
    cinquant’anni. E’ stato l’unico maestro dei migliori wine-writers, italiani e
    non. Ha inventato un linguaggio, un lessico, ormai entrati nell’uso
    corrente: "Bocca piena e calda", "Vino da meditazione", "Vino da favola",
    "Di zerga beva", "Rossi dialettici".

    A settantanove anni aveva nel cassetto un romanzo giallo e una miniera
    di idee per continuare il divenire della qualità (vedi per esempio le
    recenti battaglie a favore delle Denominazioni Comunali dei giacimenti
    gastronomici, dell’autocertificazione, del prezzo sorgente e dell’olio
    d’oliva, condotte con la collaborazione di molti centri sociali occupati
    autogestiti e il progetto Terra e libertà/Critical wine.
    Da parecchi anni scriveva su "Corriere della Sera", "Carta",
    "Libertaria" e su "Veronelli EV", rivista da lui diretta. I suoi libri più
    recenti: Le parole della terra (assieme a Pablo Echaurren), Viaggio in Italia
    per le città del vino; Vietato Vietare; Breviario libertino; Il San
    Domenico di Imola; la ristampa di La Pacciada e le Guide ai Vini e ai
    Ristoranti. Per le edizioni DeriveApprodi aveva scritto le prefazioni a tre
    libri dallo spirito libertino di autore anonimo: La cucina impudica, La
    cuoca di Buenaventura Durruti, La cuoca rossa, e ­ assieme a noi -
    redatto il volume Terra e libertà/Critical wine. Sensibilità planetarie e
    rivoluzione dei consumi.

  • Luigi Veronelli
    by :( Tuesday, Nov. 30, 2004 at 9:06 PM mail:

    Maestro della cultura enogastronomica e scrittore sui temi del vino e della cucina. Aveva 78 anni.

    E’ morto ieri sera Luigi Veronelli, notissimo enologo e gastronomo e curatore di numerose rubriche e pubblicazioni sul vino e sulla cucina. Nato a Milano nel 1926, ha speso oltre cinquant’anni della propria vita in battaglie, intuizioni, stimoli, idee a favore dell’agricoltura e di una cognizione del gusto che tenesse assieme la sensibilità sociale.

    Se oggi i vini, la cucina e i giacimenti gastronomici italiani stanno avendo uno straordinario successo nel mondo, buona parte del merito è di quest’uomo che, con perseveranza, determinazione, rigore e cultura ha saputo individuare e indicare giuste linee di progresso e, con pregnante tensione etica, fare strada, trainare. La teoria dei "cru", l’elevazione dei grandi vini, la limitazione delle rese per ettaro per favorire la qualità e non la quantità, il recupero dei vitigni autoctoni, la vinificazione in luogo, la classificazione dei vini con puntuali esami organolettici, la teoria della distillazione secondo monovitigno, sono solo alcune delle intuizioni, delle lotte e delle vittorie condotte in cinquant’anni.

    Assistente in gioventù del filosofo Giovanni Emanuele Bariè, collaboratore di Lelio Basso, Veronelli è stato amico di Luigi Carnacina con il quale ha scritto grandi testi ("La grande cucina", "Mangiare e bere all’italiana", ’La cucina rustica regionale), di Gianni Brera (con cui è stato autore di "La pacciada"), di Mario Soldati che di lui scrisse: «se Brera è il Gadda dello sport, Veronelli è
    il Gadda dell’enogastronomia». Ma anche amico di Giangiacono Feltrinelli e dell’architetto designer Silvio Coppola. Tanto battagliero da essere condannato anche a sei mesi di carcere per istigazione alla rivolta dei vignaioli piemontesi per protesta contro i grandi monopoli. E a tre mesi per aver pubblicato un libro di De Sade.
    30 novembre 2004

    http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=595605&chId=30&artType=Articolo&back=0