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Le vicende che stanno avvenendo nel Nord Africa sono entrate nel dibattito del blog. Diversi compagne e compagne hanno espresso il loro punto di vista, altri hanno fatto cenno ai pronunciamenti di Fidel e di Chavez. La situazione è molto complessa, le generalizzazioni e le semplificazioni non servono. E’ già stato detto, ma giova ricordarlo, che vi è una differenza sostanziale tra quanto è successo in Tunisia ed in Egitto e quanto sta avvenendo in Libia. Nel primo caso la rivolta è stata scatenata da una condizione di miseria paurosa, oltre che dall’insopportabilità di regimi dittatoriali, mentre nel secondo caso la ribellione è principalmente contro il regime di Gheddafi.
Distinguere e approfondire le differenze che esistono non significa giustificare. Sono intollerabili e da condannare le repressioni avvenute in Egitto e Tunisia, così come quelle che stanno avvenendo il Libia. Così come sono da condannare sistemi che si reggono su dittature personali, accentramento vergognoso di ricchezza e di potere, e questo vale sia per la Libia che per l’Egitto e la Tunisia, ma anche per l’Arabia Saudita (fedele alleato Usa) e, purtroppo, molti altri Paesi, africani e non solo. Così come è giusto, e lo stiamo facendo, manifestare in questi giorni affinchè cessino i massacri in corso il Libia e si condannino inequivocabilmente i deliranti messaggi di Gheddafi.
Detto questo vorrei, però, che ragionassimo anche su un altro aspetto. Mi pare stia partendo in grande stile una operazione che ben conosciamo. L’abbiamo vista in Iraq e l’abbiamo vista nella ex-Jugoslavia. Si utilizza la giusta repulsione verso i regimi repressivi, si monta una campagna nell’opinione pubblica, non ci si fa scrupolo anche di costruire vergognose menzogne (ricordate le armi di distruzioni di massa che sono servite per scatenare la guerra in Iraq? Non solo non sono mai state trovate, ma sono state inventate di sana pianta dal governo degli Stati Uniti), per scatenare un’altra guerra, magari denominandola “intervento umanitario”.Vediamo come evolve la situazione, nel frattempo non facciamoci trovare impreparati. Dobbiamo essere al fianco dei popoli in lotta contro regimi che prima vengono spazzati via e meglio è, ma pronti, da subito, a lottare contro qualsiasi intervento militare comunque camuffato. Da questo punto di vista un ringraziamento particolare al quotidiano il manifesto che non si limita ad informarci puntualmente su quanto sta accadendo, ma con l’articolo di oggi di Tommaso Di Francesco, che qui di seguito allego poiché lo condivido completamente, ci mette in guardia su quello che sta accadendo “dietro le quinte”. Segnalo, sempre su il manifesto di oggi un interessante articolo di Manlio Dinucci che potete leggere nella rubrica “accade”, qui a fianco.
http://www.claudiograssi.org/wordpress/2011/02/venti-di-guerra/#more-2617