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Iran, il mondo si mobilita per Sakineh
rinviata la condanna alla lapidazione
Nobel, artisti, ong e governi si sono mobilitati per la liberazione della donna accusata di adulterio, rea confessa dopo essere stata frustata. Raccolta di firme online
di VINCENZO NIGRO
Iran, il mondo si mobilita per Sakineh rinviata la condanna alla lapidazione Londra, una donna vestita da condannata alla lapidazione durante la mobilitazione per Sakineh
UNA donna, ancora una volta una donna, riesce a mettere drammaticamente a nudo le paurose contraddizioni del regime iraniano. Lei si chiama Sakineh Mohammadi Ashtiani, è una madre di 42 anni, in carcere perché accusata di adulterio. Un tribunale islamico l’ha condannata nel 2006 alla pena di morte. Nel 2007 la Corte suprema iraniana ha confermato la condanna alla lapidazione, il supplizio previsto per le adultere. Un tipo di pena che in passato è già stato applicato molte volte ma che nel caso di Sakineh ha scatenato una mobilitazione internazionale senza precedenti. Vacillano le certezze della parte più militante del regime iraniano, mentre l’ala più moderna dell’apparato e della politica a Teheran si impegnano nelle proteste.
Il caso giudiziario è del tutto incerto: Sakineh fu condannata sulla base di una confessione che il suo avvocato Mohammad Mostafei denuncia essere stata estorta dopo una punizione di 99 frustate. È stata accusata di aver avuto rapporti con due uomini fuori dal matrimonio, ma suo marito era morto, e non è mai stato chiarito il tipo di rapporto avuto dalla donna. All’interno delle istituzioni iraniane si è aperto un dibattito sotterraneo, ma profondo sulla legittimità della condanna e sulla vergogna che ricadrà su tutta la Repubblica islamica se ancora una volta una donna verrà lapidata. Un confronto che dal 2007 di fatto ha bloccato l’esecuzione.
La pena di morte comminata con lapidazione è praticamente una tortura: la vittima deve essere sotterrata in modo da lasciar spuntare dal terreno solo la testa. Le pietre che le possono essere lanciate contro devono essere appuntite e taglienti, ma non talmente grandi da poterle infliggere immediatamente la morte. Gli ultimi a praticare con entusiasmo militante una simile barbarie erano i Taliban nei mesi in cui regnavano a Kabul.
Il responsabile dell’ufficio dei Diritti umani a Teheran, Mohammad Javad Larijiani, ha annunciato che condanne di questo tipo "verranno attentamente riviste e probabilmente cambiate". Larijiani è il fratello di Alì Larijiani, il conservatore presidente del Parlamento di Teheran, che però è su posizioni duramente critiche nei confronti del presidente Ahmadinejad. I due fratelli Larijiani stanno seguendo come tutti in Iran in questi giorni il diluvio di proteste che cresce contro la lapidazione di Sakineh. Sul sito freesakineh.org 1 migliaia di firme si aggiungono di ora in ora a quelle di chi ha lanciato l’appello. Ma questa volta assieme a leader politici e intellettuali si sono schierati cantanti, giornalisti, premi Nobel, attori ed esponenti di quel mondo dei media e della cultura internazionali capaci di mobilitare le opinioni pubbliche molto più del Dipartimento di Stato o del Quai d’Orsay francese (che pure hanno protestato). Non è il mondo della politica contro il progetto nucleare iraniano, è un mondo di uomini e donne che implora la salvezza di una madre.
(12 luglio 2010)
http://www.repubblica.it/esteri/2010/07/12/news/iran-5526527/
Messaggi
1. donne e lapidazione , 13 luglio 2010, 11:46
Si può dire che in Iran le donne possono essere condannate alla lapidazione o no? - Allora, eventualmente, censurate commenti sgraditi ma NON LA NOTIZIA. Grazie a nome anche delle donne iraniane
2. donne e lapidazione , 13 luglio 2010, 18:08, di Nando
Come si fa a non stare dalla parte delle donne iraniane, trattate peggio degli animali...Dobbiamo difendere a squarciagola e con tutte le nostre forze il loro trattamento e la lapidazione e lo sdegno al regime teocratico iraniano.
3. donne e lapidazione , 14 luglio 2010, 13:09, di Andrea
basterebbe visitarlo l’Iran oppure parlare con qualche donna iraniana per capire che le cose non stanno esattamente cosi... e poi che vuol dire l’Iran? Di questa donna se ne occupa un tribunale, la lapidazione non viene più usata se non (molto raramente) in alcune zone rurali in contrasto con il Governo che la vuole eliminare per ovvi motivi.
Mi dispiace dirvelo ma questo articolo come molti altri ha solamente lo scopo di fornire ai lettori un’immagine negativa dell’Iran in funzione del prossimo ormai imminente attacco militare
1. donne e lapidazione , 14 luglio 2010, 17:01, di reb
Facciamo a capirci.
Si può essere solidali col popolo palestinese contro Israele senza per questo esaltare l’Iran.
Si può essere contrari all’escalation militare yankee in Iran senza per questo raccontare un Iran che assomiglia ai racconti che qualcuno faceva della mitica Albania dei "bei tempi".
Si può essere contro il prossimo bombardamento dell’Iran e condannare la condizione femminile in Iran.
Ho fatto un paio di campi solidali in palestina (ormai parecchi anni fa),
ho subito un paio di processi (e qualche brutta nottata...) a margine di manifestazioni in italia contro l’imperialismo yankee ... ma in nome dell’antimperialismo NON POSSO FAR FINTA DI NULLA CIRCA IL DISASTRO DELLA CONDIZIONE DELLA DONNA IN IRAN.
Io alla logica che per essere antimperialisti e contro l’intervento USA occorre esaltare regimi che hanno ben poco di esaltabile non ci sto.
Poi ognuno ha la sua sensibilità politica ed umana e frequenterà compagni di viaggio diversi.