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giornalismo e atti intimidatori

Publie le mercoledì 2 febbraio 2011 par Open-Publishing
4 commenti

L’affaire è passato quasi inosservato. Minimizzato e snobbato dai
giornali di orientamento "di sinistra". Enfatizzato, ma non troppo dai
giornali "berlusconiani" a parte il giornale e Libero. La supposta violazione
dell’arti 323 c.p. abuso d’ufficio ha consentito alla Boccassini di
perquisire la sede del giornale e la casa della giornalista ( requisito
il pc suo e di suo figlio) alla ricerca del dossier riguardante " amori
" giovanili della Boccassini. La notizia del bacio giovanile era stata trafugata dal
consigliere del CSM leghista e passata al giornale ( anch’egli indagato )

Ora il breve sunto che ho fatto la dice lunga sul degrado a cui siamo
giunti, non mi stancherò mai di dirlo, ne di indignarmi , per non
perdere l’abitudine e non assuefarmi. Almeno questo!. Ma al di là del
meccanismo alla Boffo ormai diventata strategia nel giornale di Sallusti che ha fatto scuola, quello che mi ha colpito particolarmente è l’indifferenza con cui è
stata presa la decisione della Boccassini relativa alla perquisizione di
un giornale ( anche se di un fogliaccio si tratta) e della casa di una
giornalista. Come se fosse stato un fatto formale, dovuto.

E’ vero che in un paese democratico, mai si sarebbe arrivati al
giornalismo alla Boffo , ma altrettanto mai si sarebbe dovuti arrivare,
nello stesso paese, come controreazione a provvedimenti come quelli
della Boccassini. Perché , se non altro, crea un precedente
imprevedibile e a furia di giustificare questi atti o simili, come
giuste contromosse, poi ci risulterà sempre più difficile difenderci
quando questi atti protrebbero diventare atti "normali" contro giornali
e giornalisti, sia di carta stampata che non.

L’atto deciso dalla Boccassini ha il sapore di una minaccia, perché si
sapeva benissimo che né in casa della giornalista né nella sede del
giornale si potevano celare dossier o documenti riservati. Non c’è
bisogno nemmeno di aver letto una riga di romanzi gialli o di
spionaggio per saperlo. Come di fatto puntualmente è accaduto. E tra
l’altro la disparità fra l’atteggiamento assunto nei confronti del
membro laico del CSM Matteo Brigandì, la gola profonda e colui che più
evidentemente ha violato l’art 323 che è stato solo iscritto nel registro degli indagati, consentendogli di far sparire eventuali tracce del reato commesso, indica una reazione scomposta e a senso unico. Una isteria nei confronti di estremisti pennivendoli, ma
pur sempre giornalisti e giornali.

La libertà di stampa e di giornalismo ( con cui ci riempiamo la bocca un
giorno si ed uno no) la dobbiamo difenderla sempre e comunque e a favore
di chiunque. Gli atti e gli abusi devono essere presi nei confronti di
uomini e donne che fanno del giornalismo uno strumento da basso impero
e di decadenza estrema con strumenti e atti adeguati e non scomposti
come segni d’avvertimento e ricattatori.

Zag(c)

Messaggi

  • Quando mi si spiegherà cosa avesse di giornalisticamente rilevante la notizia del bacio - oramai trentennale - del Magistrto con un giornalista di Sinistra, allora mi arrovellerò il cervello per decifrare l’accaduto di ieri.

    Altrimenti è ora di smetterla con il fango che si cerca di gettare sui Magistrati, andando a fotografare anche il colore dei calzini che indossano.

    E’ invece vero che coloro i quali non sono "... con Lui, sono contro di Lui" e sono sottoposti al metodo Boffo.

    Guardiamo la luna e non il dito che ce la indica; per favore!

  • Lei ha ragione: la libertà di stampa e di opinione deve essere difesa,
    a prescindere da quello che si dice o si scrive.

    Per quando riguarda certi giornali di scarso valore e di niente contenuto,
    basterebbe togliere il contributo statale e lasciare al mercato cioè ai lettori
    la decisione del loro destino (se nessuno lo compra devono chiudere).
    Le cose più sembrano semplici e più sono irrealizzabili.

    • La decisione di togliere il sovvenzionamento per la stampa, senza distinguo è come voler dire chiudere la stampa indipendente. Occorre, invece, forse, un distinguo più stringente a chi sovvenzionare e come sovvenzionare. Ma qua il discorso si farebbe più lungo. Riguardo la libertà di stampa, io ritengo che ognuno è libero di scrivere quello che gli pare, anche le cazzate siano benvenute. Ognuno sarà poi giudicato per quello che dice. Io e lei leggeremmo giornali di contenuto ( o almeno quelli che giudichiamo che lo abbiano), altri i bunga bunga. A ciascuno il suo.
      Non fa parte del mio DNA eliminare il dissenso o il consenso per legge o per interventi della magistratura, anche se avessero commesso reato.