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il brutto anatroccolo -la fisac cgil MPS

Publie le giovedì 16 giugno 2011 par Open-Publishing
4 commenti

il ce l’avete sempre con me, il brutto anatroccolo....., si è risentito per un articolo di Bankster sul Fatto Quotidiano del 10 giugno, l’articoletto parlava del montepaschi -notare presidente di MPS è Mussari presidente anche dell’ABI, colui il quale ha disdettato tutto quello che si poteva, colui il quale dice che i lavoratori devono stringere la cinghia.... - (diciamo noi ANCORA !!)
Quindo per ritornare nel discorso la Fisac CGIL MPS ha denunciato il Fatto Quotidiano per diffamazione

questo è l’articolo, i commenti li lasciamo a voi:

IL GRANDE PASTICCIO MONTEPASCHI
C’ è maretta nel gruppo Monte Paschi. In attesa
che la Fondazione rastrelli faticosamente
i fondi per partecipare per la propria parte
alla ricapitalizzazione dell’istituto senese, anche
i rapporti sindacali stanno subendo delle lacerazioni,
evento di rilievo in un sistema finora
monolitico nella costruzione e gestione del consenso.
Il Monte dovrà essere ricapitalizzato per circa
2,4 miliardi di euro, che serviranno soprattutto
per rimborsare anzitempo i Tremonti bond, titoli
ibridi che la normativa di Basilea III non conteggia
più nei quozienti di solidità patrimoniale.
L’assetto proprietario di MPS è peculiare. La Fondazione
controlla infatti la maggioranza assoluta
della banca, perché non intende perdere la
capacità di dirigere sul territorio i dividendi pagati
dalla banca, che ogni anno si trasformano in
una pioggia di denaro e consenso. Per questo motivo
i vertici della Fondazione, guidata dall’ex
margheritino Gabriello Mancini, non intendono
scendere sotto il 50 per cento del capitale ordinario
della banca. Ma la redditività della banca
è da tempo in affanno, anche a causa di una
cronica sottocapitalizzaizone, come evidenziato
anche dai pur blandi stress test realizzati lo scorso
anno dall’associazione delle banche europee,
che hanno visto il Monte in fondo alla classifica.
La Fondazione non ha i tutti i soldi per sottoscrivere
pro-quota l’aumento di capitale della
banca, e ha deciso di ricorrere all’articolo del proprio
statuto che le consente di indebitarsi. E così
avverrà, grazie ad un pool di banche,
italiane ed internazionali.
Già il solo pensiero che una Fondazione,
che rappresenta o dovrebbe
rappresentare l’essenza
della solidità e liquidità patrimoniale,
debba ricorrere al debito
per non perdere il controllo di
una banca che si sta dimostrando
assai poco redditizia, è circostanza
che dovrebbe far sollevare
più di un sopracciglio. Ed infatti
il mercato ormai da tempo sta penalizzando
il titolo MPS, che fa sistematicamente peggio
dei già depressi indici bancari europei. Altra mossa
della Fondazione è stata poi quella di convertire
in ordinarie le azioni privilegiate da essa
possedute, che sono state cedute sul mercato a
una ventina di investitori, in un’operazione orchestrata
da Goldman Sachs che ha depresso i
corsi delle azioni.
Ma è sul fronte interno alla banca che il “con -
senso senese” sta venendo meno . Quest’anno la
Fondazione ha preteso di ricevere comunque un
dividendo dalla banca, malgrado la congiuntura
fosse tutt’altro che propizia. É così iniziata un’operazione
di raschio del fondo del barile che ha
coinvolto i dipendenti, loro malgrado. I premi di
produttività, abitualmente calcolati in gennaio
ed erogati a febbraio, sono stati fatti slittare a
maggio, dopo che il bilancio della banca ha permesso
di pagare dividendi per 168 milioni di euro.
I lavoratori si sono sentiti dire dai vertici aziendali
che la situazione è difficile, così la direzione
ha deciso di procedere a tagli
“equi”, in cui l’entità della decurtazione
risultava crescente, in termini
percentuali, al crescere del grado
dei dipendenti. Solo che è avvenuto
senza comunicare preventivamente
ai sindacati le formule di calcolo,
circostanza che ha causato la sollevazione
di alcune sigle sindacali,
che hanno accusato la Fisac-Cgil, il
sindacato più rappresentativo in
banca, di connivenza coi vertici
aziendali. Alla fine, è l’accusa dei sindacati minori,
la banca ha falcidiato il salario incentivante
dei dipendenti per trovare le risorse con cui pagare
i dividendi, gettando alle ortiche la tradizionale
concertazione o meglio ricorrendo alla
sponda della Cgil per far passare un vero e proprio
colpo di mano. Alcuni sindacalisti temono
per il premio di produttività, legato ai risultati
aziendali, e che dovrebbe essere pagato a luglio.
Nel frattempo, si è creata una grande attesa circa
la possibilità che Francesco Gaetano Caltagirone,
socio “nobile” della Fondazione nella
banca, possa non partecipare all’imminente aumento
di capitale. Per i senesi sarebbe un duro
colpo, perché avrebbe il valore segnaletico di
dubbi sul potenziale di redditività di una formula
che mostra tutta la sua inadeguatezza, e che
ricorda la vecchia catena proprietaria di Telecom
Italia, in cui le società operative erano “condan -
nate” a pagare dividendo alla holding di controllo
Olimpia.

e questa è la risposta
LA FISAC MPS QUERELA “IL FATTO QUOTIDIANO”

Vi comunichiamo che, in merito all’articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” di venerdì 10 giugno a firma Bankster, abbiamo dato mandato al nostro legale di sporgere nei confronti del suddetto quotidiano querela per diffamazione. L’articolo in questione riportava, all’interno di una fantasiosa ricostruzione di alcune vicende sindacali, giudizi diffamatori sulla nostra Organizzazione, peraltro riferendoli a non meglio precisate altre sigle sindacali. La scelta della querela nei confronti del giornale è inevitabile per tutelare la rispettabilità della nostra Organizzazione. Al Tribunale il compito di decidere in merito alla querela e agli eventuali lettori de “Il Fatto Quotidiano” la valutazione sui livelli di correttezza deontologica del quotidiano stesso. Ai nostri iscritti e a tutti i lavoratori, al di là di ogni provocazione e ricostruzione strumentale, la rassicurazione che continueremo come FISAC CGIL MPS a svolgere il nostro ruolo a tutela dei diritti collettivi con trasparenza e correttezza, come sempre abbiamo fatto. Se necessario sapremo, sempre valorizzando il rapporto unitario con le altre sigle, mettere in campo le mobilitazioni necessarie per strappare risultati migliori rispetto a tutti gli argomenti ancora oggetto di confronto con l’azienda. Di certo termini come “connivenza” e “sponda” non solo non ci appartengono ma sono agli antipodi del nostro modo di fare sindacato, per questo chi li ha utilizzati ci offende e ci diffama.

Siena, 13 giugno 2011

La Segreteria di Coordinamento

Banca Monte dei Paschi di Siena

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