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– il delirio consumistico di Socci -
di Paolo De Gregorio, 26 dicembre 2010
“ A Natale è Dio stesso che ci chiede di spendere!” (articolo apparso il 21 dicembre su Libero a firma Socci)
Dopo la riforma protestante di Martin Lutero, ecco il “teologo” Socci, chiaramente ispirato da uno stretto rapporto con la divinità, che ci propone la riforma consumista.
Deus Vult!
Se qualcuno ha dei dubbi sugli effetti della irrazionalità religiosa sulla psiche umana, l’articolo di Socci è rivelatore di una patologia assertiva, profondamente eretica, in cui viene mischiato il credo religioso con le esigenze della economia capitalista e consumista, riuscendo a smerdare sia la fede che la ragione.
I veri cristiani (pochissimi) sanno bene come comportarsi per il Natale. Esso deve essere l’occasione per dimostrare concretamente il proprio amore per il prossimo, donando quanto possono ai poveri, evitando di gozzovigliare e rimpinzarsi in un mondo con un miliardo di affamati.
Se questo potrebbe essere il percorso obbligato per i cristiani, anche i razionalisti coerenti (pochini anche essi) dovrebbero optare per una astinenza da consumi, regali o viaggi, in quanto ogni evidenza scientifica ci parla di un mondo con una economia insostenibile, che produce già effetti evidenti di scioglimento dei ghiacci, di effetto serra, di desertificazione, di diminuzione di risorse alimentari, diminuzione delle risorse ittiche, di diminuzione dell’acqua dolce, di aumento del livello dei mari, di continuo aumento della popolazione, di emigrazione disperata.
Invito tutti a leggere l’articolo di Socci perché è raro assistere ad un fenomeno così efferato di presunzione e delirio integralista, dove tutto, religione ed economia, vengono messi in un frullatore e offerti a menti già abbastanza confuse e disturbate da decenni di istigazione televisiva e modaiola ai consumi.
So con certezza che la strada virtuosa della diminuzione dei consumi e delle nascite è l’unica che ci può salvare dall’autodistruzione, ma questa è la strada che ci indica la scienza e la razionalità, in un mondo la cui economia è governata dalle banche, dalle multinazionali, dal capitalismo la cui unica fede è quella di espandersi, rilanciare i consumi, e dove merci e cibo arrivano agli obesi e a chi ha il denaro per comprarli.
L’alleanza tra i veri cristiani e gli autentici razionalisti potrebbe incrinare questo assurdo e distruttivo modello di sviluppo.
Basterebbe agire seguendo le proprie convinzioni, rifiutando il ruolo di sudditi della ideologia consumista, di scimmie ammaestrate dagli stilisti e dalla Tv.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. il delirio consumistico di Socci, 26 dicembre 2010, 16:41, di andrea
Caro Paolo, spero che tu abbia meno di quindici anni. Questo giustificherebbe, almeno parzialmente, i tuoi deliri, il tuo profondo conformismo, la presunzione adolescenziale di aver capito tutto del mondo.
Non preoccuparti degli effetti dell’irrazionalità religiosa sulla psiche umana, preoccupati piuttosto degli effetti devastanti che una visione ideologica e schematica del mondo hanno sulla tua, di psiche.
P.S.
Se hai meno di quindici anni, perdona i miei modi bruschi.
1. il delirio consumistico di Socci, 26 dicembre 2010, 19:54
Io ho sicuramente più di 15 anni e a me “ A Natale è Dio stesso che ci chiede di spendere!” non sembra tanto una cosa demenziale .... anche se ricordo bene certe performances televisive di Socci, su argomenti più seri .... e dove un demente mi era sembrato veramente ...
No, in questo caso non credo si tratti di demenzialità .... quanto di un tentativo, da perfetto ciellino quale Socci è, di mettere d’accordo morale cristiana e consumismo esasperato, spiritualità ed affari, moniti papali natalizi e "Italia da bere" alla Berluskoni maniera ....
K.
2. il delirio consumistico di Socci, 26 dicembre 2010, 21:10, di andrea
Non so, K, se hai letto con un pò di attenzione l’articolo di Socci, non credo che la sintesi che ne fai tu (A Natale è Dio stesso che ci chiede di spendere) sia giusta. Se provi ad andare oltre qualche pregiudizio (più che legittimo, ce li abbiamo tutti anche se ci atteggiamo a illuminati) ti accorgerai che non è un inno al "consumismo esasperato", il senso, se non ci si ferma al titolo, è un altro .
Cito testualmente:
"E voi sacerdoti di oggi avete da dare la notizia più grande di tutti i tempi, la più commovente, inimmaginabile, consolante, cioè che Dio si fa uomo e viene ad abitare fra noi, che viene a guarirci, a salvarci, avete la notizia che nulla sarà più triste e disperato come prima, e invece di gridarcela, di scoppiare voi stessi in lacrime di letizia e di commozione (perché davvero se non fossimo così tragicamente distratti dovremmo piangerne di gioia), invece di gridarla dai tetti, vi mettete a rompere le scatole sui regali? Quasi indispettiti dalla gioia della gente?"
"Vorremmo sentire i parroci o i vescovi che ci ripetono queste parole, che incitano a non fermarsi a pochi regali, a Natale, ma a donare più possibile. A donare perfino se stessi".
"Nessuno ha dissipato e regalato così tanto i suoi beni come quel Dio che ha voluto letteralmente svenarsi per noi.
Natale non è altro che questo: la follia di Dio".
3. il delirio consumistico di Socci, 27 dicembre 2010, 08:52
Mah, Socci è una specie di Santoro ( col quale è infatti buon amico nonostante le posizioni opposte) o di Sgarbi, però in salsa cattolico/integralista.
In questo senso ha una esasperata necessità di stupire e di fare così in modo che si parli di lui, magari anche male ma purchè se ne parli.
E’ vero che tra il titolo ( in genere deciso dal direttore, in quel caso Belpietro) e l’articolo vero e proprio c’è qualche oggettiva discrasia.
Nel senso che il voler mandare il messaggio che ben descriveva K. è forse più una necessità di Belpietro ( nella logica tipica del Berlusconi secondo cui in Italia "tutto va per il meglio anche con la crisi mondiale") che non dello stesso Socci.
Che forse questa esigenza non se l’era nemmeno posta, limitandosi a fare un articolo che semplicemente poteva far rumore e farlo uscire per qualche giorno dal dimenticatoio dove è finito dopo il fallimento totale delle sue ultragridate trasmissioni televisive.
Ma non mi pare che con questo la sostanza cambi granchè.
Raf