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la lezione magistrale di Maria Luisa Busi
Publie le sabato 22 maggio 2010 par Open-Publishing3 commenti

Le lacrime di Maria Luisa Busi e i suoi occhi azzurri cerchiati di rosso sono un monumento alla dignità professionale dei giornalisti italiani. Dopo l’esempio coraggioso dato da Santoro, un’altra figura storica ha avuto la determinazione di mettere i piedi nel piatto del suo “capo” denunciando, ad alta voce, l’attuale processo di asservimento totale dell’informazione del Tg1 ai partiti. Sia chiaro che non condivido interamente le analisi, come quelle di Giovanni Valentini su “Repubblica” e della stessa Busi laddove queste analisi tendono un pò a santificare l’informazione Rai dell’era pre-minzoliniana. Diciamo, a mio avviso più obiettivamente, che la lottizzazione partitica dell’azienda di viale Mazzini con le sue derive clientelari, in qualche caso con venature boccaccesche, ha sempre danneggiato il servizio pubblico e la qualità dell’informazione ed ha rafforzato nel tempo la forza magnetica esercitata dai “carri dei vincitori”. Ma sia la scelta di Santoro, sia il coraggioso “ammutinamento” della celebre Maria Luisa Busi, che ha scelto di togliere la sua faccia dal tg1 di prima serata per difendere le sue prerogative e la sua dignità professionale, evidenziano, a mio avviso, due questioni grosse come macigni:
1) Esistono ancora in un’azienda venduta ai partiti e piena di collaboratori scodinzolanti assunti per grazia ricevuta, alcune donne e uomini di valore che, con le loro inchieste o con le loro missioni sui fronti di guerra o, semplicemente, con il loro apporto critico nelle riunioni, rappresentano l’ultimo fortino di resistenza a difesa del servizio pubblico radiotelevisivo. Ma è proprio contro questi pochi e minoritari professionisti e professioniste storiche che si sta sviluppando una strategia di sfiancamento offensiva, fatta di mobbing strisciante e vessazioni, tipica delle grandi …LEGGI TUTTO su:
http://www.ciardullidomenico.it/ARTICOLI/BUSI_lacrime.htm
Messaggi
1. la lezione magistrale di Maria Luisa Busi, 22 maggio 2010, 20:02, di italiano
Sì è vero prima di Minzolini la Rai non è da glorificare. La Busi però mette l’accento sul ruolo della redazione, dove comunque le diverse idee dei giornalisti potevano essere messe a confronto. E spiega anche di come i direttori che si sono succeduti non erano mai esterni, ma facevano comunque parte dell’azienda ed erano giornalisti.
1. la lezione magistrale di Maria Luisa Busi, 22 maggio 2010, 22:42, di comi
Sono d’accordo con te, Minzolini ha sviluppato l’autocrazia del leader nominato dall’alto . Non credo sappia cosa voglia dire carisma e lavoro di gruppo
2. la lezione magistrale di Maria Luisa Busi, 23 maggio 2010, 19:40
Cara Maria Luisa Busi…
Abbiamo appena letto la lettera che hai inviato al direttore Minzolini con cui dichiari la tua indisponiblità a “metterci ancora la faccia”.
Come elemento scatenante citi le contestazioni ricevute dalla troupe del Tg 1 da te guidata al centro dell’Aquila al grido di “scodinzolini”.
Quelle urla erano la rabbia accumulata da mesi di disinformazione che dipingeva la nostra città come ormai ricostruita, il miracolo aquilano con i suoi santi al seguito.
Quelle urla partivano dal cuore spezzato della nostra città, il centro storico, di cui, a un anno dal sisma, non solo non è iniziata la ricostruzione ma nemmeno sono stati approntati piani per il suo recupero!
Quelle urla uscivano dalle nostre case danneggiate, anche lievemente, che ancora non riusciamo a riparare (“ci vorranno al massimo tre mesi”, ci dicevano). E non parliamo solo del centro storico ma anche delle perfiferie e delle frazioni.
Erano insomma le urla di chi ha perso tutto, affetti, lavoro, casa, di chi si guarda intorno e non può far a meno di constatare che il futuro di questa Terra è compromesso.
Di chi è consapevole che dopo una tragedia del genere la partecipazione attiva dei cittadini è l’unica garanzia per dare una speranza al futuro, per scacciare quelli che contavano ridendo i soldi, mentre noi contavamo i nostri morti.
Questa partecipazione è stata per mesi negata in una sorta di sospensione dei diritti costituzionali.
Di chi sa, perchè è un anno che studia tutte le carte, che i soldi necessari per la ricostruzione sono assolutamente insufficenti e quei pochi stanziati godono di dubbia copertura finanziaria (per dira con la Corte dei Conti “non appare comunque ispirata a criteri prudenziali una copertura di oneri così elevati e per un periodo di tempo così lungo affidata all’alea di comportamenti individuali connessi a consumi che presentano comunque un elevato grado di elasticità.”)
Poi accende la televisione e sente che qui va tutto bene.
Quelle urla erano una sferzata rivolta a una giornalista che apprezzavamo, un invito a tenere la schiena dritta.
A quanto pare a volte le sferzate servono, almeno una volta la nostra fiducia, quella verso di te, era benriposta.
Con stima.
Comitato "3e32" - L’Aquila