Home > maternità insultata

maternità insultata

Publie le mercoledì 5 maggio 2010 par Open-Publishing
3 commenti

Due sono i grandi insulti che ha ricevuto la maternità in Italia…….

IL PRIMO ( anzi l’ultimo )

Il congedo di maternità è “un privilegio”. In perfetto sincronismo con la festa dei lavoratori, questa è la sconcertante dichiarazione al Corriere della Sera di Mariastella Gelmini, ministra dell’Istruzione. La quale, non contenta, prosegue: “Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici”.

Forse, cara ministra, sono poche quelle che possono permettersi di tornare a lavorare, in quei cinque mesi. Probabilmente Lei non sa neanche cosa significhi, con uno stipendio da operaia o da impiegata, avere un figlio. Per Lei, il problema più grande sarà trovare un paio di tate tuttofare, che La seguano nelle trasferte a Roma portandoLe la Sua bimba per le poppate. Le notti in bianco, occuparsi della casa e dei figli, fare la spesa, pulire, cucinare, far quadrare il bilancio familiare, pagare le bollette e le rette degli asili nido non sono problemi di cui Lei risentirà, dall’alto della Sua posizione privilegiata. Con quale coraggio, e soprattutto con quale faccia, chiede alle lavoratrici madri dei ‘sacrifici’?

CONTINUA

IL SECONDO ( anzi il primo e ben più grave .. )
Festa mamma,1,6mln madri italiane povere

....continua su la conoscenza rende liberi il post di Franca Corradini

Messaggi

  • nessuno si occupa veramente della condizione femminile: siamo passate di moda?

  • Al solito: l’imperativo del sacrificio è connaturato al genere femminile. Con quanto espresso nell’articolo la ministra Gelmini si rende perfettamente funzionale alla necessità da parte di questo governo e di buona parte della politica italiana di perpetrare quegli schemi concettuali che mantengono le donne in una condizione di sostanziale subalternità alla volontà e allo strapotere degli uomini. Subalternità mascherata da iniziative di falso riconoscimento del loro peso politico e del ruolo nella vita sociale e nella quotidianità, il cui disconoscimento rende le donne ancora più pedine nelle mani degli uomini e del loro potere, al punto da rendersi oggetto di pubblica riprovazione quando dimostrano di non sapere nemmeno distinguere tra diritti acquisiti (almeno tali dovrebbero essere nella coscienza collettiva delle donne!) e privilegi, annullando in questo modo la memoria delle conquiste di precedenti generazioni, raggiunte sì con tanti sacrifici.
    Alla ministra Gelmini suggerirei, quindi, di sperimentare le innumerevoli difficoltà di vita delle donne “normali”, come lei le chiama, invece di rispondere ossequiosamente ai disegni del sistema attuale, prima che la sua stessa figlia possa rischiare di essere annientata.

    Margherita