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nucleare: quello civile e quello militare sono colleghi
Publie le venerdì 9 aprile 2010 par Open-Publishing– nucleare: quello civile e quello militare sono colleghi -
di Paolo De Gregorio, 9 aprile 2010
Sarah Palin, la gentile signora che si candidò alla vicepresidenza degli USA insieme al repubblicano eroe di guerra, Mac Cain, il cui eroismo consistette nel farsi abbattere con il suo aereo mentre bombardava i contadini vietnamiti, oggi interviene sul trattato di Praga che diminuisce il numero di testate nucleari in modo bilanciato tra Russia e USA, definendo Obama uno che “scende in cortile e dice agli altri: prendetemi a pugni tanto non reagisco”.
Gradirei moltissimo un intervento (che non ci sarà) di quelle femministe che invocano più donne in politica, anche se si tratta di naziste guerrafondaie come la Palin, che, oltre ad imitare gli uomini, non ha niente da dire e non è nemmeno in grado di capire che una riduzione bilanciata delle testate lascia i rapporti di forza come sono, e dà solo la possibilità ai due paesi di risparmiare sul bilancio militare.
L’infelice uscita di questa signora mi dà l’occasione di parlare del disarmo nucleare, che non è assolutamente nella strategia di quei paesi che già possiedono armi nucleari e che intendono mantenere la loro supremazia. Essi chiamano terroristi e minacciano interventi armati contro quei paesi che intendono dotarsi di quelle stesse armi, di cui sono pieni i loro arsenali, con cui minacciano non tanto velatamente e fanno politica.
Liberare il mondo da questi ordigni e da queste minacce incrociate è l’unica strada da percorrere se si vuole veramente la fine di questo incubo, ed è l’unica strada per avere l’autorità morale per chiedere che si fermi la proliferazione degli armamenti atomici, cosa abbastanza semplice se si decide di chiudere per sempre le miniere di uranio e di impedire ogni commercio e movimentazione di questo minerale, chiudendo anche il capitolo delle centrali nucleari per avere energia.
Se solo si volesse, nella sede naturale dell’ONU, la cosa sarebbe fattibile e quasi dovuta ad un pianeta che sta soffocando per le spese militari, che non sa dove mettere le scorie delle centrali nucleari, mentre ha a disposizione la soluzione energetica più intelligente, pulita ed eterna, quella solare, che ha bisogno solo di quei capitali gettati in armamenti, eserciti, flotte, sottomarini, portaerei, rampe di missili a testata nucleare, droni, scudi stellari e quanto altro, che sono uno stupido lusso che il mondo non può più permettersi.
Ci sono tre crisi nel nostro futuro, variamente intrecciate tra loro, che se appartenessimo veramente alla specie di “homo sapiens” dovremmo prevenire: sono la crisi ambientale, quella petrolifera, quella finanziaria e monetaria.
Almeno due di queste crisi prossime venture, quella ambientale e quella petrolifera, potrebbero essere evitate da un massiccio intervento finanziario sulla indipendenza energetica di ogni paese con le rinnovabili, per non bruciare più combustibili fossili, per lasciare il petrolio dove è (sotto terra e sotto il mare), disinnescando tutte le tensioni internazionali legate ai siti petroliferi e al loro controllo, utilizzando una tecnologia che è già a nostra disposizione, i cui costi possono solo diminuire, e che aspetta solo di essere installata su ogni tetto, su ogni capannone, su ogni edificio pubblico, fino a soddisfare ogni esigenza, anche di alimentazione del parco macchine, che funzionerebbero con motori elettrici.
Non vi è nulla di utopico in questa scelta. In 10 anni il mondo potrebbe non dipendere più dai primitivi motori a combustibili fossili, e marciare solo a energia pulita, senza scorie, senza inquinamento, senza più guerre per il petrolio.
Se non alziamo la testa dalla quotidianità e cerchiamo di disegnarci un futuro fatto di razionalità, sostenibilità, pace, e continuiamo a fare i sudditi impegnati a consumare e ad essere alla moda, tutto andrà a rotoli e ci ammazzeremo per un pezzo di pane.
L’abolizione del nucleare (quello civile è intimamente legato a quello militare), significherebbe una tappa fondamentale della nostra evoluzione, i capitali così risparmiati sarebbero il volano della indispensabile rivoluzione energetica, e la rivoluzione energetica significa pace fra gli uomini e pace con l’ecosistema.
NO AL NUCLEARE in tutte le forme!
Paolo De Gregorio