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operai che votano Lega e portano l’elmo cornuto
Publie le venerdì 26 novembre 2010 par Open-Publishing3 commenti
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una riflessione del filosofo Marcuse che si adatta agli operai che votano Lega o Berlusconi:
La borghesia e il proletariato, nel mondo capitalista, sono ancora le classi fondamentali, tuttavia lo sviluppo capitalista ha alterato la struttura e la funzione di queste due classi rendendole inefficaci come agenti di trasformazione storica. Un interesse prepotente per la conservazione ed il miglioramento dello status quo istituzionale unisce gli antagonisti d’un tempo nelle aree più avanzate della società contemporanea ". (L’uomo a una dimensione)
(non condivido del tutto ma spiega molte cose)
. Ritengo che la perdita di coscienza di sè della classe operaia sia da attribuire non soltanto alla responsabilità individuale dell’operaio ma a quella del suo agente intellettuale il partito ed al sindacato fellone e fedigrafo. Se l’operaio smarrisce se stesso e la sua coscienza di classe questo si deve alla penetrazione del veleno ideologico del nemico ed anche all’azione di fratturazione che il padronato riesce ad esercitare con una iniziativa che tende ad isolare e dividere i lavoratori negando loro identità collettiva- Iniziativa favorita dal sindacato collaborazionista e subalterno.
Tuttavia credo che ci sia della verità in ciò che ha scritto il grande filosofo del 68 ed è per questo che ho citato.
Messaggi
1. operai che votano Lega e portano l’elmo cornuto, 27 novembre 2010, 09:29
concordo. aggiungerei soltanto, oltre alla tendenza al tradimento ed alla felloneria, l’oggettiva incapcità di dare risposte adeguate alla realtà ATTUALE da parte di partiti e sindacati "storici", appunto...
1. operai che votano Lega e portano l’elmo cornuto, 27 novembre 2010, 11:57, di Enrico Biso
La coscienza di classe, viene dalla conoscenza, attraverso la memoria delle lotte del passato e da quelle dell’oggi.
La trasmissione della memorie , di quelle del passato, è stata completamente abbandonata intenzionalmente, da chi ha fatto dell’interclassismo, il nuovo orizzonte immodificabile.
Sindacati che diventano patronati e sinistre radicali che diventano governiste.
Occorre andare controcorrente, lavorare per percorsi che per forza di cose, vista l’attuale situazione, puntino non su risultati a breve periodo, ma su tempi per forza di cose più lunghi.
Senza settarismi incomprensibili, ma anche avendo ben chiaro che l’indipendenza politica e culturale della sinistra di classe, è un valore irrinunciabile.
Non per pruderie da piccolo orticello, ma per poter tornare ad essere credibili, trasmettere memoria storica di quel che è avvenuto prima di noi, ed essere utili a chi con le lotte e le vertenze dell’oggi, segnala i malesseri del sistema economico capitalista, e non è supino al dover pagare la crisi economica creata dalle classi dominanti, che intendono addossare i costi sull’insieme dei settori deboli e super sfruttati della società.
Rivedere completamente l’azione politica nelle istituzioni borghesi, e tornare ad usarle unicamente per essere megafono delle rivendicazioni della classe di riferimento.
Esigere da noi stessi, le più avanzate pratiche democratiche al nostro interno, denunciando pratiche che con la sinistra nel suo insieme, poco dovrebbero aver a che fare: cammellaggi congressuali, logiche verticiste e funzionariali,congressi di plastica, pruriti personalistici, opportunismi politici ecc ecc.
Lavori lunghi e complicati, senza i quali però, la sinistra non può risalire la china e rendere evidenti le differenze su cui far riferimento politico e culturale.
Autorganizzazione, partecipazione, solidarietà concreta, e tutto quello che può esser utile a chi lotta nel mondo del lavoro, sui territori, per i diritti civili, per opporsi allo sgretolamento dei diritti, diritti conquistati grazie a lotte epocali e non a furbate politiciste.
La non accettazione dell’esistente per saper indicare l’alternativa possibile, quella che per le strade di mezza Europa chiedono coloro che si oppongono al "nuovo corso" dello sfruttamento capitalistico.
Il governismo interclassista arcobalenoide, non è la risposta possibile, ma l’accettazione dello status quo.
Per l’insieme della sinistra di classe, urgono altri orizzonti, con la consapevolezza delle evidenti nostre odierne difficoltà, ma con l’aver chiaro che in tanti ed in tante nelle lotte dell’oggi ricercano sponde sindacali e / o politiche, per meglio opporsi al pessimo esistente offerto dai padroni di un vapore, che va sempre più a rilento, nonostante l’oggi sia percorso da opposizioni fittizie e pratiche interclassiste.
Non sono pochi i settori della sinistra di classe che si pongono l’arduo compito di costruire una sinistra dei lavoratori e delle lavoratrici, comunista, anticapitalista e libertaria, ma il contributo più urgente è quello che può arrivare dall’unificazione delle lotte e dall’inserimento nel percorso classista di chi nell’oggi dice un fermo no a chi tenta di far pagare loro la crisi economica, di giorno in giorno, sempre più strutturale.
Una rinnovata sinistra di classe per dare la risposta adeguata all’esistente, un percorso controcorrente per non arrendersi a chi oggi ci vuol propinare interclassismo e collaborazione di classe.
Serve ben altro.
E l’articolo che ha postato Pietro Ancona ed il commento che segue l’articolo lo rendono assai chiaro, oserei dire, lampante.
Buon fare per l’oggi, e soprattutto per il domani.
Enrico Biso
2. operai che votano Lega e portano l’elmo cornuto, 28 novembre 2010, 02:15, di Nando
Caro Enrico, come al solito sono d’accordo sul tuo commento che sintetizza perfettamente la brutta situazione attuale della sinistra governista... e delle lotte che stiamo per intraprendere per cercare di arginare lo scempio creato dalle politiche neoliberiste e dal pensiero unico,e grazie anche ai sindacati collaborazionisti che in tanti hanno facilitato la loro vittoria, tradendo la fiducia dei loro iscritti.
un caro saluto
nando