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"Il celibato? Ci si annoia. Il matrimonio? Si hanno delle noie" (1)
Publie le giovedì 23 dicembre 2004 par Open-Publishing
di Cynthia Fleury
Si stima che in Francia vivano 14 milioni di persone sole. Se si crede all’ultimo salone dedicato agli scapoli - Celiberté - il celibato é una nuova arte di vivere ed i singles non sono anime in pena.
Rispetto al matrimonio, non é sicuro che continui a "definirsi vuoto".
D’altronde, la storia del celibato non é quella che si crede. E’ impossibile identificare il monaco, la cortigiana, il libertino, la zitella. Jean-Claude Boulogne, grande storico e specialista di queste storie ausiliarie e di comportamento (2), che fanno tutta la raffinatezza della grande storia, ci racconta in una sua nuova opera quella dei celibi (3) a partire dall’Antichità e fino ai nostri giorni.
Fin dal primo secolo prima della nostra era, Rossana e Statera, sorelle di Mitridate, re del Ponto, sono celibi, preferendo la libertà che offre loro il fratello alla servitù di eventuali mariti estranei. Da buon talmudista, il rabbino Ben Azzaï predica il matrimonio ma vive come uno scapolo. Quanto ai Greci, inventano letteralmente una "filosofia del celibato"; la felicità si costruisce fra uomini, sull’agorà ed il matrimonio é un penoso dovere. Socrate preferisce "generare nell’anima" piuttosto che nel corpo. Perfino gli dei dell’Olimpo perdono il gusto della famiglia. Se quelli della prima generazione sono accoppiati - Zeus e Hera, Poseidone e Amphitrite, Ade e Persefone -, quelli della seconda si danno alla pazza gioia in materia di avventure amorose illegittime e di produzione di "bastardi" (Eros, Antéros, Priapo...).
All’epoca di Augusto, il numero di celibi preoccupa il governo. Roma, con le leggi Giulia e Papia-Poppea, approva misure contro gli scapoli. Questi ultimi saranno tassati ed i padri di famiglia ricompensati a partire da tre figli.
Ma tutto cambierà con l’arrivo di un "nuovo scapolo", Gesù di Nazareth. Per lo storico Jean-Claude Boulogne, l’insegnamento del Cristo é quello di uno scapolo che si rivolge ad altri scapoli che hanno abbandonato le loro donne per lui. Certo, ci sono delle donne attorno a Gesù - Maria di Magdala é la più nota - ma esse non intervengono né "nella predicazione, né nell’organizzazione spirituale ed ancora meno nella vita sentimentale del Cristo e dei suoi apostoli". Gesù non é ostile al matrimonio ma i valorosi sono scapoli. Caelibatus non significa ad un tempo celibato (da caelebs) e vita celeste (da caelum)? San Paolo, nell’epistola ai Corinzi, persiste e firma: "Io ve lo dico, fratelli: il tempo stringe. Che ormai coloro che hanno moglie vivano come se non l’avessero." La "coscienza cristiana" avrebbe dunque invertito la gerarchia tradizionale fra "matrimonio, continenza e castità"? Certissimo, anche se non si puo’ mancare di citare la riabilitazione da parte di Sant’Agostino del matrimonio che riunisce i tre beni che sono la fecondità, la fedeltà e la dimensione sacramentale.
Dal XII al XVI secolo, il celibato ecclesiastico medievale conosce il suo momento di gloria. Occorre riconoscere che oggi l’idea di celibato fa meno adepti, perfino presso i chierici; quest’idea "nata ad un’epoca in cui la verginità e la castità erano fortemente valorizzate" non seduce più, specialmente da quando la "teoria psicanalitica della rimozione" e la "rivoluzione sessuale" hanno invertito la gerarchia dei valori e reso i modi di vita almeno equivalenti.
Jean-Claude Boulogne ci parla ugualmente del celibato femminile. Da Jeanne D’Arc a Isadora Duncan, passando dalle preziose circondate dai loro cicisbei, da Colette o Gabrielle Chanel, non é il celibato ma piuttosto il divorzio che accompagnerà l’emancipazione delle donne.
Ma il celibato é anche la storia dei mestieri del celibato: che si tratti dell’erudito, dell’artista, del soldato, tutti preferiscono la solitudine all’occhio scrutatore e disapprovatore di una Santippe insoddisfatta.
Fine del XIX: l’epoca stessa é definita "celibe". La "fine del secolo é pessimista": sposarsi, fare figli, cio’ richiede un minimo di fiducia nell’avvenire, e la sconfitta del 1871 non aiuta gli scapoli a ritrovare la loro foga.
La buona notizia? Visto che "gli uomini si accoppiano più tardi (a trent’anni e mezzo, contro ventotto e mezzo delle donne), ci sono statisticamente più uomini scapoli!"
(1) Sacha Guitry
(2) Jean -Claude Boulogne ha pubblicato, presso Fayard, Histoire de la pudeur (1986), Histoire du mariage en Occident (1995), Histoire du sentiment amoureux (1998)
(3) Histoire du célibat et des célibataires, Fayard, 2004
Tradotto dal francese da Karl&Rosa di Bellaciao
http://www.humanite.presse.fr/journal/2004-12-22/2004-12-22-453447