Home > ANCHE UN GIOVANE DI INMENSA DENUNCIATO PER DEVASTAZIONE
ANCHE UN GIOVANE DI INMENSA DENUNCIATO PER DEVASTAZIONE
Publie le sabato 11 ottobre 2003 par Open-PublishingDa Lavoro - Repubblica
ANCHE UN GIOVANE DI INMENSA DENUNCIATO PER DEVASTAZIONE
FINO ad oggi le indagini sui disordini dei G8 non avevano ancora coinvolto
i centri sociali genovesi. Ma nei giorni scorsi si è saputo che tra i
denunciati per devastazione e saccheggio c’è uno dei giovani dell’Inmensa,
il centro di Bolzaneto, ideologicamente vicino all’ala più dura del
movimento quella che raccoglie le varie anime dell’anarchia.
Della denuncia il diretto interessato ha saputo quando, nei orni scorsi, ha
ricevuto la notica dell’applicazione dell’articolo 1 della legge 1423 del
1956. Quella sulle misure di prevenzione che colpiscono chi, tra le altre
cose sia "dedito alla commissione di reati che offendono o mettono in
pericolo l’integrità fisica o morale, la sanità, la sicurezza o la
tranquillità pubblica". Nell’elenco dei motivi per i quali, secondo la
Digos, il giovane anarchico viene sottoposto a tale normativa, vengono
citate alcune denunce relative a manifestazioni non autorizzate, a lanci di
oggetti (una bottiglia di birra) e poi ad una denuncia per devastazione e
saccheggio, i reati appunto contestati dai magistrati che indagano sul
filone blackbloc del G8. La notizia della notifica è stata subito diffusa
dall’Inmensa mensa sui sito di Indymedia, dove è stato sottolineato come
sia indice di "un clima pesante diffuso in città dal questore Oscar
Fioriolli". Al di là delle interpretazioni di parte, l’applicazione
dell’articolo 1 sembra rappresentare una nuova strategia da parte della
questura nell’affrontare la questione centri sociali.
Se al primo approccio l’articolo 1 ha soltanto la forma di un invito a
cambiare stile di vita, evitare situazioni a rischio, in poche parole a
rigare dritto, in caso di mancato rispetto delle prescrizioni si trasforma
in uno strumento giudiziario particolarmente coercitivo che può portare a
misure restrittive come a sorveglianza speciale, l’obbligo di firma, di
dimora, divieto di uscire in determinate ore, ritiro del passaporto, quando
non addirittura all’arresto.
II comunicato dell’Immensa sottolinea come tutti i reati contestati al
compagno del centro non siano ancora passati al vaglio di un giudice, e che
quindi a spada di Damocle delle misure di prevenzione vada in sostanza a
colpire un incensurato. Ma proprio qui stall cambio di linea della a
questura. Abbandonati alcuni tentativi infruttuosi di colpire con clamorose
denunce i capi del movimento (quelle nei confronti di Luca Casarini e don
Vitaliano della Sala vennero archiviate), la Digos scelse una linea meno
appariscente, più mirata, che porta al blitz di dicembre con 23 arresti di
presunti back bloc italiani. E adesso la svolta che potrebbe riguardare
diversi frequentatori dei centri sociali più duri. Per anticipare i tempi
lunghi della giustizia, arrivano le notifiche dell’articolo 1, che
consentono di intervenire gradualmente, ma con rapidità, i caso il
soggetto nel mirino non rispetti le prescrizioni della polizia.