Home > ART.18: CGIL, OPERAI LICENZIATI PERCHE’ VOGLIONO VOTARE

ART.18: CGIL, OPERAI LICENZIATI PERCHE’ VOGLIONO VOTARE

Publie le sabato 14 giugno 2003 par Open-Publishing

http://www.articolo21liberidi.org/

Giovedì 12 giugno
ART.18: CGIL, OPERAI LICENZIATI PERCHE’ VOGLIONO VOTARE

 CATANZARO, 12 GIU - Tre lavoratori dipendenti di un’ azienda di servizi
sono stati licenziati perché si sono rifiutati di accettare l’ intimazione
del datore di lavoro a consegnare il libretto elettorale con il quale si va
a votare per il referendum sull’ art. 18. La vicenda è stata denunciata dal
segretario generale della Cgil della Calabria, Fernando Pignataro. Secondo
quanto ha detto Pignataro, in altre aziende della provincia di Cosenza
altri lavoratori sono stati minacciati dai datori di lavoro per non andare
a votare e sono stati costretti a consegnare, per evitare il licenziamento,
il certificato elettorale. I tre lavoratori licenziati, di età compresa tra
i 26 ed i 30 anni, hanno confermato la loro intenzione di recarsi alle urne
per esprimere il voto sul referendum sull’articolo 18 e per questo sono
stati licenziati. "Ci sono datori di lavoro di piccole aziende del settore
dei servizi del cosentino - ha detto Pignataro - che stanno facendo
pressioni, utilizzando anche la minaccia del licenziamento, sui lavoratori
affinché questi non si rechino a votare per il referendum sull’articolo 18.
In un’ azienda, in particolare, è accaduto che tre giovani si sono
rifiutati di consegnare il certificato elettorale al datore di lavoro e
questi li ha licenziati con la scusa di non avere più bisogno di loro".
Moltissimi lavoratori delle piccole imprese, intanto, stanno "cedendo al
ricatto dei datori di lavoro - aggiunge Pignataro - e stanno consegnando i
loro certificati elettorali che i datori di lavoro terranno come una
garanzia dell’effettiva astensione dal voto. Gli episodi accaduti in
provincia di Cosenza dimostrano come gli imprenditori stanno mistificando
un referendum che è finalizzato solamente a garantire i diritti dei
lavoratori". Il segretario regionale della Cgil ritiene anche che il
referendum sull’articolo 18 "non risolve il problema dei diritti ma, una
eventuale vittoria del Sì consentirà di spostare in avanti la discussione
sulla tutela e l’estensione dei diritti". In Calabria le imprese con un
numero di lavoratori inferiore alle quindici unità rappresentano oltre
l’80%, con una percentuale "molto alta sia per la natalità - prosegue
Pignataro - che per la mortalità delle piccole aziende. Non credo che il
mancato sviluppo delle piccole imprese calabresi è stato provocato dagli
effetti dell’applicazione dell’articolo 18 visto che, fino ad ora, questo
diritto dei lavoratori non è esteso a questa categoria imprenditoriale". In
questi ultimi giorni, prima della conclusione della campagna elettorale
referendaria, i dirigenti della Cgil calabrese hanno intensificato le
iniziative per promuovere il Sì al referendum sull’articolo 18. Al termine
dei comizi "c’é molta gente che ci chiede - ha concluso Pignataro - notizie
sul referendum e sull’articolo 18. Credo che questi ultimi giorni saranno
fondamentali per incrementare la percentuale di quanti si recheranno a
votare".