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Accordo a Melfi, gli operai hanno vinto
Publie le lunedì 10 maggio 2004 par Open-Publishing2 commenti
di Giampiero Rossi
Verso mezzanotte si è capito che la trattativa aveva imboccato i binari giusti. E, come spesso capita nelle vertenze sindacali, sono state le luci dell’alba a condurre a un accordo che soltanto pochi giorni prima sembrava irraggiungibile. La "rivolta" di Melfi si è tradotta - attorno alle 6,40 di ieri mattina - in buste paga più degne, in turni meno massacranti, in rapporti di lavoro più umani.
L’ipotesi di accordo siglata tra sindacati e Fiat prevede un aumento di 105 euro lordi al mese a regime nel gennaio 2006; di questi il 50 per cento è previsto per luglio prossimo, il 25 per cento per luglio 2005 e il restante 25 a gennaio 2006. Viene previsto così un aumento pari a un terzo della differenza salariale tra Melfi e gli altri impianti sul lavoro notturno già dal prossimo luglio e i restanti due terzi scaglionati al gennaio 2006. La bozza d’intesa, che dovrà comunque ora essere sottoposta alle assemblee dei lavoratori di oggi, prevede anche l’abolizione della "maledetta" doppia battuta (i 12 turni cioè di notte consecutivi), che sarà rimpiazzata da settimane alternate di sei e quattro giorni con due giorni di riposo a scorrimento. Ogni settimana dovrebbe esserci così il cambio di turno. E poi c’è il ripristino della commissione di riconciliazione per regolare i provvedimenti disciplinari, cioè quello stillicidio di vessazioni denunciate dagli operai lucani stanchi di essere trattati come bambini in collegio.
Insomma, nel testo prodotto al termine della maratona notturna vengono affrontati tutti i punti che tre settimane fa erano diventati la bandiera di battaglia per cui migliaia di lavoratori in tuta amaranto avevano deciso che era giunto il momento di farsi sentire e hanno colto la scintilla di una "messa in libertà" per lasciare esplodere la propria protesta. Tutto era cominciato il 16 aprile, con un "normale" sciopero di due ore proclamato dalla Fiom, seguito - nei due giorni successivi - dal fermo dei lavoratori della Arvil, che trasferiscono pezzi e materiali dai magazzini alle linee di produzione. L’azienda aveva reagito ogni volta mandando a casa tutti quanti (e la messa in libertà significa niente paga), con l’intento di spezzare qualsiasi possibile fronte di solidarietà tra i lavoratori dei diversi reparti o delle varie aziende dell’indotto. Invece era successo il contrario: era scattata la protesta degli operai, che in massa avevano bloccato l’area industriale e reclamato un incontro con la Fiat. Erano seguite le settimane del braccio di ferro, culminate con le cariche delle forze dell’ordine.
L’accordo di ieri è stato accolto con favore dal mondo sindacale e politico, persino dal ministro del Welfare Maroni («Apprezzo molto lo sforzo delle parti e il senso di responsabilità che le ha mosse»), dopo che il suo vice Maurizio Sacconi era stato il paladino della linea dura contro gli operai in sciopero. «Accogliamo con grande soddisfazione l’intesa raggiunta nella notte - commenta Enrico Letta, responsabile economico della Margherita - sindacato e azienda hanno dato prova di responsabilità e intelligente perseveranza. Questa vicenda dimostra ancora una volta che un sindacato forte e unito è insostituibile. Speriamo che questa conclusione positiva possa essere un segnale anche per altre imprese del nord: a sud si può investire e bene». Soddisfatto anche il senatore dei Ds Piero Di Siena, dall’inizio vicino ai lavoratori di melfi, al punto da essere uno dei primi "prelevati" dalla polizia nel giorno dello scontro fisico: «Mi sembra un buon accordo e va interamente ascritto alla lunga lotta di queste settimane e alla determinazione dei lavoratori.
Fa una certa impressione vedere che oggi plaudono al risultato esponenti del governo che nei giorni più aspri del conflitto non hanno speso un grammo delle loro energie per contribuire alla costruzione di un tavolo negoziale ma hanno invocato l’intervento della polizia». Si compiace per l’accordo anche il segretario nazionale della Fiom, Riccardo Nencini: «Un successo dei lavoratori, della loro unità e determinazione, che hanno saputo conquistare l’unità delle organizzazioni sindacali, rimuovendo l’arretratezza della Fiat e costruendosi con la pratica unitaria il loro risultato. Un ruolo importante - sottolinea - lo hanno saputo svolgere le categorie nazionali dei metalmeccanici e le confederazioni».
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=34359
Messaggi
1. > Accordo a Melfi, gli operai hanno vinto, 10 maggio 2004, 13:00
Gli operai hanno vinto?
Leggendo il testo dell’accordo firmato a Melfi percepisco la sensazione che a vincere siano state solo la Fiat ed il capitale.
Agli operai poche briciole, oltretutto distribuite nell’arco di oltre due anni; poche briciole dicevo di quello che spetterebbe loro subito di diritto.
La classe sindacale ormai da tempo collusa con la grande imprenditoria si vanta dunque di offrire ai lavoratori pochi avanzi stantii spacciandoli come una vittoria, peccato che certe vittorie non siano commestibili e non portino ad arrivare a fine mese.
M.
1. > Accordo a Melfi, gli operai hanno vinto, 26 maggio 2004, 14:32
Tranquillo, per una volta gli operai hanno vinto davvero.