Home > Agguato a tre del Buridda
«T orneremo, certo che torneremo»: una minaccia fatta nel pomeriggio di ieri e concretizzata nella
serata con una spedizione punitiva nei confronti del laboratorio sociale "Buridda" di via Bertani.
Una decina di persone armate di bulloni e materiale edile trovato in un cantiere vicino hanno
aggredito alcuni appartenenti al centro sociale. Tre i feriti, uno piuttosto grave trasportato al
pronto soccorso dell’ospedale Galliera.
La Digos è alla ricerca di un movente per l’aggressione. Al momento si escludono la pista politica
e le ronde organizzate. Anche se diventa ogni giorno più palpabile il malcontento dei residenti
della zona nei confronti degli occupanti dello stabile dell’ex facoltà di Economia e commercio.
La Digos sta lavorando alla ricostruzione dei fatti attraverso le testimonianze delle persone che
hanno assistito direttamente o indirettamente alla violenta aggressione avvenuta in serata tra via
Bertani e piazzale delle Cappuccine. Due appartenenti del centro sociale si sono limitati a dire
che l’aggressione nei confronti dei loro compagni non ha niente a che vedere con la politica e che
probabilmente si tratta di un atto di teppismo.
La prima sequenza è avvenuta verso le 17 di ieri, quando un uomo si è presentato nel cortile
interno, davanti allo stabile occupato. C’è stato un diverbio tra lui e un no global. La provocazione
verbale è terminata con l’intervento di altri appartenenti del centro sociale che hanno invitato il
"provocatore" ad andarsene. Ma il misterioso personaggio, prima di uscire dalla cancellata, ha
minacciato che sarebbe tornato e in compagnia di altra gente.
E si arriva verso le 20,30 di ieri, quando un gruppetto di persone (una decina al massimo) ha teso
l’agguato tra la parte finale di via Bertani e piazzale delle Cappuccine agli appartenenti del
"Buridda".
Gli aggressori erano armati di materiale edile che hanno usato contro i no global. Poi sono
fuggiti a piedi, una parte in direzione di piazza Corvetto e l’altra imboccando una salita che conduce a
piazza Portello.
Alcune persone hanno telefonato al "113" e sul posto sono intervenute pattuglie della volante e
della Digos, seguite da un’ambulanza e dal sanitario del "118" che ha prestato le prime cure ai
feriti.
Al pronto soccorso del Galliera Federico Marazzini, 30 anni, di Morbello, in provincia di
Alessadria, è ancora sotto choc. È uno dei due feriti. Ha un trauma cranico, tre tagli alla testa, un
altro alla mano. Il suo compagno, Andrea Iori, residente a Genova in via La Spezia, è più grave: ha
ricevuto botte in testa, la spalla destra forse è fratturata, gli hanno dato colpi alle costole e
alle gambe. «Saranno state le 20,30 e sono uscito dal centro per accompagnare la mia fidanzata verso
piazza Corvetto - ricorda Marazzini - poi sono tornato indietro. Ho incontrato un amico e mi sono
fermato a salutarlo. A quel punto è uscito dal "Buridda" anche Andrea, abbiamo fatto quattro
chiacchiere poi lui è andato via. Tre minuti dopo è tornato indietro con la faccia insaguinata e
urlando».
I due no global hanno cercato di scappare verso il centro sociale. «Volevamo rifugiarci nella
nostra sede, ma ci siamo accorti che vicino al cancello c’era un gruppo di 4 o 5 persone, mentre i
nostri c
ompagni erano chiusi dentro e non potevano aiutarci. Abbiamo pensato di scappare verso la
scalinata delle Cappuccine, per entrare nel centro dal retro, ma abbiamo sbagliato perché ci stavano
aspettando anche là e ci hanno riempito di botte». Federico non ha idea di chi fossero gli aggressori:
«Non hanno detto una parola, niente. Erano un po’ più giovani di noi. Probabilmente la storia è
collegata con l’episodio del pomeriggio, quando c’è stato un diverbio tra alcuni dei miei compagni e
un giovane».
Guido Filippi
secolo xix