Home > Al signor necons

Al signor necons

Publie le venerdì 25 febbraio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti USA

di Viviana Vivarelli

Dopo aver visto l’elenco delle ricostruzione dell’Irak perchè il signor necons non ci dà anche quello delle ricostruzioni fatte in Afganistan?

La pace e la democrazia sono state portate con le armi anche là, peccato che gli Afgani non se ne sono accorti. A fronte di un innalzamento dell’inflazione la miseria è aumentata, il paese, che è stato distrutto e occupato per permettere l’attraversamento degli oleodotti americani, è privo di carburante (guarda caso), e non ha avuto alcun miglioramento in cambio della sua distruzione certa.

Ora il gelo sta uccidendo i bambini e già la mortalità dei bambini afgani era tra le più alte del mondo. 211 solo in un mese solo nei posti più facili da controllare, dunque un numero enorme in tutto il paese. Fame e freddo. Tutto il petrolio che passa per l’Afganistan non li scalda, scalda solo le tasche dei ricchi magnati americani.

Il 20% dei bambini sono gravemente denutriti, mancano le medicine, l’anemia li colpisce al 100%. “L’emergenza stritola gli afghani. Manca carburante, il cibo scarseggia. La popolazione toglie legna dai tetti per riscaldarsi, le temperature scendono sotto i 20 gradi sotto zero. I bambini sotto i 5 anni sono sempre più vulnerabili. Si ammalano. Muoiono.”(fonte: Vita)

Tre anni dopo la cacciata del regime talebano, il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite pubblica il primo rapporto sull’Afghanistan. La situazione è disastrosa, in netto contrasto con la propaganda fatta americana, non solo danni sociali della guerra e dalla occupazione, ma anche assenza di una reale ricostruzione e il rischio che il paese, abbandonato a se stesso, precipiti in una situazione di caos e ritorni ad essere un paradiso del terrorismo internazionale. Le 288 pagine del rapporto, “Sicurezza dal volto umano”, sono piene di numeri e dati che dipingono un quadro allucinante delle condizioni di vita del popolo afgano.

E’ al 173° posto, su 178, nella classifica di sviluppo dei paesi: solo 5 Stati africani sono più poveri. La mortalità infantile è tra le più elevate al mondo: un bambino su 5 muore prima di aver compiuto 5 anni per malattie curabili. Un bambino su 8 muore perché l’acqua non è potabile. Nelle zone rurali solo il 30 % della popolazione ha accesso all’acqua potabile, il 60% in quelle urbane. L’aspettativa di vita media è di 44 anni. Un afgano su 5 è denutrito. La situazione scolastica ed educativa è la peggiore del pianeta: solo il 28% degli afgani sopra i quindici anni sa leggere e scrivere, solo una ragazza su 5 va a scuola.

Le donne sono quelle che soffrono di più a causa della loro emarginazione (malnutrizione, mancanza di cure mediche, violenze domestiche, stupri, matrimoni forzati): muore una donna ogni mezz’ora per problemi di gravidanza. La mortalità materna è 60 volte più alta di quella registrata nei paesi sviluppati. La coltivazione e il traffico di droga sono la principale fonte di reddito. La situazione politica, a parte le recenti elezioni, non è migliorata: continuano le violenze e le angherie dei signori della guerra, gli abusi e le torture delle forze di sicurezza governative e gli attacchi dei talebani.

Continua una presenza militare straniera che “contribuisce a creare un clima di paura, intimidazione, terrore e illegalità e che invece non incide minimamente sui problemi di ingiustizia e disuguaglianza sociale che costituiscono la maggiore minaccia alla sicurezza”.

I progetti di ricostruzione gestiti dai militari Usa, giudicati “inadeguati e pericolosi”, sono usati come strumento di pressione sulle comunità locali per ottenere informazioni sui talebani, e finiscono col mettere in cattiva luce il lavoro degli operatori umanitari civili e a rischio la loro sicurezza. Il governo Usa spende un miliardo di dollari al mese per le operazioni militari ma solo un miliardo l’anno per la ricostruzione. (da Enrico Piovesana, peace reporter )