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Altro che cioccolatini e retorica nel Giorno della madre dal 1870 le donne si oppongono alla guerra.

Publie le venerdì 7 maggio 2004 par Open-Publishing

"Noi donne di qui proviamo troppa tenerezza per le donne di un qualsiasi altro paese per permettere che i nostri figli siano addestrati a ferire i loro". [Julia Ward Howe]

Per molte, molti, la seconda domenica di maggio è la Festa della mamma. Per noi è il Giorno della Madre. Altro che festa commerciale per vendere cioccolatini e retorica sul materno degli spot televisivi!

Il Giorno della madre fu istituito, nel 1870, su proposta di Julia Ward Howe, femminista e pacifista nordamericana, come momento di protesta contro il massacro della guerra di donne che avevano perduto i propri figli.

Ecco una parte dell’appassionato discorso pronunciato da Julia Ward Howe nel 1870, purtroppo ancora attuale.

"Alzatevi, dunque, donne di questo giorno! Si alzino tutte le donne che hanno cuore, sia che abbiano avuto un battesimo d’acqua, sia che abbiano avuto un battesimo di paura. Dite con fermezza: non permetteremo che le grandi questioni siano decise da forze estranee alla nostra volontà; i nostri mariti non torneranno da noi con addosso la puzza del massacro per ricevere carezze e applausi; i nostri figli non ci verranno sottratti affinché disimparino quello che noi siamo state in grado di insegnare loro sulla carità, la pietà e la pazienza.

Noi donne di qui proviamo troppa tenerezza per le donne di un qualsiasi altro paese per permettere che i nostri figli siano addestrati a ferire i loro.

Dal seno di una terra devastata una voce si unisce alla nostra, dice: "Disarmo! Disarmo!". La spada dell’assassino non è la bilancia della giustizia. Il sangue non lava il disonore né la violenza indica possesso. Poiché gli uomini hanno spesso abbandonato l’aratro e l’incudine alle prime avvisaglie di guerra, che le donne ora lascino a casa tutto ciò che può essere lasciato e si uniscano per una giornata nella quale si discuta insieme.

Si incontrino dapprima le donne tra loro, per riflettere sul dolore e la devastazione della guerra e commemorare i morti. Si uniscano poi agli uomini in un comune consiglio per trovare i mezzi con cui la grande famiglia umana possa vivere in pace e ognuna porti, nel tempo che mette a disposizione, la sacra impronta, non di Cesare, ma del suo dio.

In nome delle donne e dell’umanità, io chiedo seriamente che un congresso generale delle donne, senza limiti di nazionalità, venga indetto nel luogo più conveniente e nel più breve tempo possibile, per promuovere l’alleanza di differenti nazionalità, la risoluzione amichevole delle questioni internazionali, il grande e generale interesse della pace".

Noi Donne in nero in questo giorno facciamo appello alle donne - madri, amiche, sorelle, fidanzate mogli - perché dicano ai soldati italiani in Iraq - loro figli, fratelli, fidanzati, mariti -: "tornate, chiedete di tornare, il coraggio, come ci insegnano i piloti israeliani che si sono rifiutati di bombardare le case palestinesi, è "il coraggio di rifiutare".

Per questo saremo in piazza Duomo a Como sabato 8 maggio dalle 17,15 alle 18.30.

Celeste Grossi

Donne in nero Como