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Appalti in BNL - «Via le cause o niente riassunzione»
par Massimo Franchi
Publie le venerdì 29 maggio 2015 par Massimo Franchi - Open-Publishing4 commenti
Appalti in Bnl . All’archivio generale di Pratica di Mare tra coop e ricatti. La nuova società non applica la clausola sociale. Ma intanto si fa spiegare il lavoro da chi licenzierà

«O ritirate le cause o noi non vi assumiamo». «Però prima spiegateci come si fa questo lavoro, ché noi non sappiamo farlo». Ricattati. Ma indispensabili. Tragica e surreale, la vicenda di 55 lavoratori della cooperativa Sky Service di Pratica di Mare (Roma) rischia di diventare un classico di quanto poco siano tutelati i diritti al tempo del Jobs act.
Da quasi 20 anni questi lavoratori gestiscono l’archivio generale di una belle più importanti e storiche banche italiane. I documenti cartacei provenienti da tutte le filiali e da tutti gli uffici vengono conservati fino a settant’anni dalla chiusura di ogni pratica. Nelle loro mani vengono archiviati documentazioni di tutti i tipi, comprese quelle definiti «dati sensibilissimi» o «riservati».
Il tutto viene fatto fianco a fianco con una pattuglia sempre più ristretta di lavoratori interni alla vecchia Banca del Lavoro — nomen tutt’altro che omen in questo caso — dal 2006 diventata di proprietà di Bnp Paribas. Lo stesso lavoro, ma paga diversa: contratto da multiservizi per i primi — 1.000 euro al mese — contratto da bancari per i secondi — almeno 1.800 euro al mese, più tutte le differenze a livello di diritti e contributi: un risparmio secco di circa il 40 per cento sul costo del lavoro.
L’appalto è andato avanti in modo continuativo con la stessa proprietà — sebbene il nome della cooperativa abbia cambiato parecchie volte di nome e che nel 2006 i lavoratori siano riusciti almeno a diventare soci della cooperativa — fino all’estate del 2014. «Abbiamo saputo che i francesi volevano disfarsi di noi con un taglio di almeno il 20 per cento di forza lavoro ogni anno», racconta Giuseppe Martinelli, Rsa della Filcams Cgil. «Così abbiamo deciso di tutelarci, ci siamo rivolti ad un avvocato e abbiamo deciso prima di chiedere la stabilizzazione e poi, non avendo ricevuto risposta da Bnl, di fare causa per interposizione di manodopera e illecito appalto».
La prima della cause presentate dalla quasi totalità dei lavoratori sarà discusse proprio oggi al tribunale di Roma.
La reazione di Bnl è stata dura. L’idea di sostituire la Sky Service con un altra società è stata portata avanti con convinzione. Dal primo giugno l’appalto passerà nelle mani di ItalArchivi, società con un numero di dipendenti quasi uguale rispetto alla Sky Service. La cosiddetta clausola sociale tutelerebbe i lavoratori: la ItalArchivi è tenuta a riassumerli in tutto o in parte, concordando i criteri coi i sindacati e la direzione territoriale del ministero del lavoro.
Ma qui arriva l’ulteriore colpo di scena. L’azienda subentrante organizza con i sindacati un incontro per spiegare la situazione ai rappresentati dei lavoratori. E in quella sede, con pochi giri di parole, li mette di fronte al ricatto: per essere riassunti i lavoratori dovranno rinunciare alle cause già intentate. «Sono stati molto diretti, ci hanno detto che se non le ritiriamo loro assumeranno altre persone», spiega Giuseppe.
Nel frattempo arriva l’ulteriore beffa. Dopo che il primo incontro al ministero è stato rimandato su richiesta dell’azienda, al secondo, previsto per ieri, ItalArchivi non si è presentata senza addurre spiegazioni. «E mentre noi eravamo al ministero ad aspettarli — racconta con rabbia Giuseppe — hanno sfruttato la nostra assenza per entrare all’archivio e chiedere al nostro personale di spiegare loro come si fa il lavoro. Perché non lo conoscono e non sono capaci di farlo. Il tutto senza ammettere ai nostri colleghi che stavano lì che in pratica stavano aiutando chi li stava licenziando».
Messaggi
1. Appalti in BNL - «Via le cause o niente riassunzione», 30 maggio 2015, 00:44
Caso diverso da quello dell’articolo iniziale, questo risolto con 4 giorni di lotta.
Ma la domanda sorge spontanea ... a chi dà gli appalti BNL ?
Quattro giorni di sciopero e vittoria
Martedì, 19 Maggio 2015
Quattro giorni di sciopero ad oltranza con relativo presidio dalla mattina molto presto fino alla sera davanti alla loro sede di lavoro!
Quattro giorni in cui hanno subito il boicottaggio dello Sciopero da parte dell’azienda e atteggiamenti arroganti che le “invitavano” a tornare a lavorare!
Questa è la storia di 15 lavoratrici dell’appalto di pulizia presso la BNL Artigiancassa di via Crescenzo del Monte a Roma organizzate con USB Lavoro Privato della Federazione Provinciale di Roma che protestavano giustamente e legittimamente contro il mancato pagamento delle competenze di fine rapporto di lavoro: ratei della tredicesima, quattordicesima, residui ferie, roll e T.F.R. del precedente appalto.
Le lavoratrici hanno richiesto il dovuto alle aziende aggiudicatarie del vecchio e del nuovo appalto e alla committente come responsabile in solido ma per settimane si sono viste presentare ingiusti e inutili rinvii da parte delle controparti.
Stanche di tale situazione ed esasperate dalle già difficili situazioni in cui spesso le lavoratrici in appalto sono costrette a lavorare hanno deciso con assoluta determinazione di intraprendere un’azione di lotta e di mobilitazione che, con il supporto della Federazione di Roma ha portato alla firma di un accordo che prevede il pagamento di quanto richiesto entro poche settimane. La risolutezza delle lavoratrici portata al tavolo della trattativa attraverso la loro RSA ha addirittura strappato la presa in carico da parte dell’azienda dei giorni di sciopero che pertanto non verranno conteggiati alle lavoratrici senza perdita della retribuzione.
La determinazione e la DIGNITA’ di queste lavoratrici che devono essere da esempio per i tanti lavoratori che non hanno più voglia di lottare è la dimostrazione, anche in tempi di jobs-act e attacco violento ai diritti e alle tutele dei lavoratori che LA LOTTA PAGA! SEMPRE!
Per USB Lavoro Privato
Attilio La Mura
Emiliano Polidori
http://contropiano.org/in-breve/italia/item/30840-roma-quattro-giorni-di-sciopero-e-vittoria
1. Appalti in BNL - «Via le cause o niente riassunzione», 30 maggio 2015, 14:35
Pomezia, cambia l’appalto per l’archivio BNL: da oggi 54 lavoratori restano a casa -
http://www.ilcorrieredellacitta.com/cronaca/pomezia-cambia-lappalto-per-larchivio-bnl-da-oggi-54-lavoratori-restano-a-casa.html
2. Appalti in BNL - «Via le cause o niente riassunzione», 2 giugno 2015, 07:12, di massmo
hanno assunto personale interinale senza esperienza per gestire un archivio nazionale, in cui ci sono documenti sensibili, questa e la bnl, senza parole
3. Appalti in BNL - «Via le cause o niente riassunzione», 2 giugno 2015, 14:54
57 senza lavoro per il cambio di appalto al deposito Bnl di Pomezia
Lunedì 1 giugno, davanti alla sede della Banca Nazionale del Lavoro di Pratica di Mare, in via Campo Ascolano a Pomezia, i 57 dipendenti espulsi dal lavoro manifesteranno in segno di protesta contro “l’azione ricattatoria della banca – riferisce il segretario regionale Flaica Lazio Amedeo Rossi – che condiziona la continuità di lavoro al ritiro dei ricorsi giudiziali su riconoscimento del diritto alla titolarità di rapporto con la Banca stessa”.
I lavoratori, alcuni da oltre 10 anni, sono impiegati nell’archivio della BNL alle dipendenze di un’azienda privata, la Scai Service S.r.l.. L’attività, di fatto, è gestita direttamente dalla Banca, che remunera l’appaltatore fittizio sulla base delle prestazioni lavorative ricevute. “La legge, in questi casi, prevede che sia stata messa in atto una intermediazione illegittima di manodopera, che fa sorgere il rapporto di lavoro in capo al Committente. Per questo, i lavoratori hanno chiesto al Giudice del Lavoro di dichiarare costituito il rapporto diretto a tempo indeterminato con la Banca stessa”, spiega Rossi. “La BNL l’ha presa male. Ha revocato l’incarico alla società Scai Service S.r.l. e stipulato un nuovo contratto di appalto con la Italarchivi S.r.l. a partire dal 1 giugno prossimo, chiedendo a quest’ultima di obbligare i dipendenti in servizio al ritiro della causa a pena di esclusione dal passaggio di appalto. Un vero ricatto al quale i lavoratori non hanno ceduto, sebbene abbiano manifestato la loro disponibilità ad accettare le altre condizioni contrattuali previste dal nuovo appaltatore. Per questo 57 lavoratori sono stati espulsi dal lavoro, per questo hanno deciso di manifestare ad oltranza nei confronti della banca sollecitando gli Organi di informazione e le Istituzionali ad intervenire nella vicenda per far valere le loro ragioni”.
La redazione
http://www.ilcaffe.tv/articolo/14207/57-senza-lavoro-per-il-cambio-di-appalto-al-deposito-bnl-di-pomezia